"Pace e giustizia in Medio Oriente, focus Palestina", l’intervento del presidente del Consiglio comunale Luca Milani

“Pace e Giustizia in Medio Oriente, focus Palestina”, la conferenza organizzata per oggi dal Presidente del Consiglio comunale Luca Milani, in cui intervengono Ilan Pappé (storico dell'Università di Exter GB), Francesca Albanese (relatrice speciale sui diritti umani nei territori palestinesi per l'ONU), Mustafa Barghouti (membro del Consiglio legislativo palestinese), Ruba Salih (antropologa università di Bologna) Sarit Michaeli (B'Tselem) ha registrato il pieno di presenze nel Salone dei 500 di Palazzo Vecchio, cui si sommano centinaia e centinaia di persone che seguono la conferenza in streaming (canale youtube: https://www.youtube.com/watch?v=w2TLd5UT5r8).

 

Questo l’intervento con cui il presidente Milani ha aperto la conferenza

“Signore e signori, buon pomeriggio e benvenuti in Palazzo Vecchio, benvenuti nella casa comunale, benvenuti a casa vostra!

Ringrazio subito i qualificati relatori di oggi che hanno fatto l’impossibile per essere qui. Porto i saluti del sindaco Nardella a tutte e tutti voi; saluto i rappresentanti istituzionali dei Comuni di Sesto Fiorentino, Siena, Gambassi Terme, Impruneta, Campi Bisenzio, gli assessori presenti, i consiglieri comunali, i consiglieri e i presidenti di quartiere. Saluto ai rappresentanti di tutte le confessioni religiose presenti.

Un abbraccio forte di sentito ringraziamento per il vostro lavoro sul territorio alle 80 associazioni, partiti, Fondazioni, enti oltre a singoli cittadini che hanno sottoscritto l’appello “Pace e Giustizia in Medio Oriente” e chiesto al Consiglio comunale di promuovere insieme percorsi di pace, per chiedere il cessate il fuoco immediato, la liberazione degli ostaggi, l’arrivo dei soccorsi umanitari e per interrompere questa assuefazione ad accettare la guerra come soluzione.

Oggi 24 febbraio di due anni fa iniziava l'offensiva dell’esercito russo in Ucraina, alle ore 16, una manifestazione promossa dai cittadini ucraini che vivono a Firenze vuole ricordare questa guerra giunta ad una fase di stallo che sembra destinata a proseguire per anni, con tutto il carico di dolore e di sofferenza che ben conosciamo. Questa mattina una bella manifestazione promossa dalla Coalizione Assisi Pace Giusta e Europe for Peace - per chiedere di fermare tutte le guerre, la corsa al riarmo e la distruzione del pianeta.

Purtroppo, non sono andate allo stesso modo le manifestazioni di ieri organizzate in favore della Palestina. È un fatto molto grave - la reazione delle forze dell’ordine verso i manifestanti, anche molto giovani; evidentemente sproporzionata, questo non va bene, non c’è bisogno di repressione e le immagini giunte specialmente dalla manifestazione di Pisa lasciano sgomenti. È bene che il Governo chiarisca.

Così come dovrebbe chiarire, le responsabilità, nel mancato soccorso nel naufragio di Cutro, dello scorso anno, con 94 migranti morti tra cui 35 minori; una delle pagine più vergognose della nostra Repubblica.

A nord e a sud dell’Europa le stesse scene raccapriccianti:

uomini, donne, bambini, disperati che piangono e patiscono le pene della guerra:

In Medio Oriente

-la pena degli ostaggi e dei familiari delle vittime uccise, a sangue freddo, mutilate e violentate;

-la pena dei civili, uccisi, bombardati, evacuati da città distrutte, diventate cumuli di macerie, fuggiti da ospedali, scuole, palazzi, senza un luogo sicuro dove andare.

Tutto ciò deve o non deve scuotere la nostra coscienza, abbiamo acquisito una volta per tutte che la guerra e i suoi perversi propositi, segnano la sconfitta, ancora una volta dell’umanità, o siamo spettatori inermi di questo progressivo squalificarsi del rispetto della vita umana?

Non sono bastate due guerre mondiali e 70 milioni di morti per farci capire! Da quell’orrore nel 1948 è nata però, la Dichiarazione Universale dei Diritti Umani per dire basta a tutti gli atti di barbarie e spingere l’umanità sulla via della pace.

Tutti abbiamo il dovere di riconoscere agli altri gli stessi diritti fondamentali e rispettarli.

I diritti umani sono i nostri diritti.

Quando parliamo dei diritti umani parliamo del diritto al cibo, all’acqua, alla salute, all’educazione, alla casa, al lavoro! Giustamente retribuito e sicuro, al riposo, al divertimento, all’ambiente, alla felicità... alla pace!

I diritti umani sono la vita e la dignità di tutti. Essi costituiscono il nucleo centrale della legalità e sono la bussola politica, e morale per fronteggiare la grande crisi planetaria che sta colpendo milioni di persone e che minaccia con la drammaticità dei conflitti armati la sopravvivenza dell’intera umanità!

A questo rischio credo siamo arrivati.

Ciascun essere umano nasce con lo stesso corredo di diritti fondamentali. Per questo si dice che i diritti umani sono innati, universali, interdipendenti ed indivisibili.

La dignità umana è valore fondativo dell’ordinamento mondiale e di qualsiasi altro ordinamento, ed è posta al di sopra della sovranità dei singoli Stati.

Nel Preambolo della Dichiarazione si afferma che “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti eguali e inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”!

Ovviamente non tutto è un diritto, il diritto di dire e fare quello che ci pare non esiste.

Come non esiste il diritto di odiare, di maltrattare, di uccidere..., il diritto di fomentare e sfruttare le paure dei più deboli, il diritto di discriminare, il diritto di respingere chi fugge dalla guerra, dalla miseria e dalle persecuzioni, di farsi strada con ogni mezzo, di pensare solo ai propri interessi, il diritto di scatenare una guerra. Sono falsi diritti che impediscono il riconoscimento dei VERI diritti fondamentali e ci mettono gli uni contro gli altri.

A cosa stiamo assistendo in questo periodo: interi popoli prigionieri della guerra, atti barbarici compiuti su persone indifese, mucchi di cadaveri, bambini mutilati, orfani sfigurati dalla fame e dalle sofferenze, marchiati per il resto della vita.

Civili uccisi, torturati, in fuga. Donne violentate, città distrutte, famiglie disgregate, persone che non riescono ad essere curate, giornalisti ammazzati, volontari delle ONG uccisi, terra, aria, acqua e cibo devastati.

Le più importanti conquiste sociali dell’umanità rischiano di essere cancellate:

l’universalità dei diritti umani, il diritto alla dignità, il principio di uguaglianza e di giustizia - la stessa democrazia e le sue istituzioni fondamentali stanno rischiando di essere cancellate!

A fianco di questi diritti parliamo anche di doveri. Anzi di responsabilità.

Responsabilità è un termine molto più ampio di “dovere”. Il dovere è un obbligo: è la legalità subita. La “responsabilità” è la legalità agita.

La responsabilità è la volontà e la capacità di agire in prima persona per l’attuazione dei principi costituzionali e universali di solidarietà, giustizia e uguaglianza.

Dobbiamo fare i conti con le nostre responsabilità personali e collettive. Ciascuno ha un pizzico di responsabilità quando questi diritti sono violati.

Responsabilità contro l’indifferenza, l’ipocrisia, la rassegnazione, l’appoggio a chi opera nella violazione dei diritti umani.

È per questo che oggi siamo qui, per dire che stiamo dalla parte delle vittime, sempre, degli uomini e delle donne perseguitati, rapiti, cacciati, uccisi, siamo qui per riprenderci il diritto di mettere l’umanità, la giustizia, la compassione, il perdono ai primi posti della scala dei valori.

Siamo qui per cercare di trovare delle risposte per il dopo..., dopo la guerra, dopo la morte, dopo la paura, dopo il pianto... dopo tutto questo orrore, questi popoli come potranno trovare un punto dal quale ricominciare?

Ormai si è imposto un modello culturale che vede l’idea di “noi contro gli altri” che invece dovrebbe essere trasformato in “noi E gli altri”.

In Israele e Palestina, gli estremisti, non vogliono la pace, non sono interessati al compromesso, al perdono, loro amano la morte e non la vita; invece, tante parsone con coraggio stanno manifestando, da entrambe le parti, contro i rispettivi governi per chiedere la fine della guerra, la pace, la giustizia.

Non c’è altra soluzione che la coesistenza, il rispetto, il riconoscimento reciproco...

per far ciò occorrono leader nuovi, coraggiosi, liberi, compassionevoli.

Non la Palestina a spese di Israele, non Israele a spese della Palestina; se non ora quando?

Pace in Medio Oriente.

Pace in Ucraina

Pace tra i popoli!”.

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