Commemorata la strage dei bambini e delle bambine di Beslan

Queste le dichiarazioni della presidente della commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi, che oggi ha rappresentato l'amministrazione comunale nella commemorazione della strage dei bambini e delle bambine di Beslan

"Oggi abbiamo ricordato la strage dei bambini e delle bambine di Beslan che avvenne tra il 1 e il 3 settembre 2004  nella scuola Numero 1 di Beslan, nell'Ossezia del Nord, una repubblica autonoma nella regione del Caucaso nella Federazione Russa. Qui, un gruppo di 32 terroristi, fondamentalisti islamici e separatisti ceceni occupò l'edificio scolastico sequestrando circa 1.200 persone fra adulti e bambini. Dopo due giorni, le  forze speciali russe fecero un'irruzione che, per le modalità di gestione e la reazione da parte dei sequestratori , innescò una strage. Gli ostaggi vennero ammassati nella palestra per tre giorni e costretti ad assistere alle esecuzioni di molti tra loro. Morirono complessivamente 330 persone di cui 186 bambine e bambini. Altri 700 furono feriti. Firenze ha dedicato loro un piazzale davanti alla Fortezza da basso e una piccola targa ricorda cosa accadde. Ogni anno spero sempre che sia un monito, ma ogni anno sono migliaia i bambini e le bambine che muoiono vittime delle guerre, delle persecuzioni o della fuga dalla fame.

A loro dedicò una canzone De Gregori, che ricorda gli orrori di tutte le guerre:

"Era il vestito del violinista che vedevamo sventolare il giorno che passò la guerra sulle rovine della Cattedrale/Dietro le ombre e la polvere fino al sonno e alla fame fino all'Albergo dei Poveri sull'asfalto e il catrame/Così che il vento lo muoveva come si muove una bandiera come un angelo in mezzo al cielo come una fiaccola nella sera/E vedevamo con i nostri occhi alla fine della preghiera fucilare i feriti sul portone della galera/Ed era quello l'unico suono ed a quel suono marciavamo nell'acqua nera delle risaie ed in mezzo ai campi senza più grano/Dove il vestito del violinista stava seduto ad aspettare che ritornassero i prigionieri come onde dal mare/Ma poi l'esercito si fece avanti e gridavamo "Assassini! Fermatevi! Non vedete! Noi siamo i bambini!"/ Fino a che tutto diventa rosso e non si può più guardare tutto diventa rosso e non si deve guardare...".
 

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