Centro Socio Educativo Il Totem. Dmitrij Palagi e Antonella Bundu (Sinistra Progetto Comune): “La necessità di ripristinare il servizio e spiegare le ragioni del ritardo”

Quanti proclami abbiamo ascoltato durante le cosiddette prime due fasi dell'emergenza Covid-19. Le istituzioni – dicono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi e Antonella Bundu – ci hanno ripetuto che la priorità era la tutela della salute della popolazione. Vorremmo che fosse davvero così, soprattutto al di fuori delle situazioni estreme, nell'ordinario. Invece prendiamo atto di come si stia velocemente tornando a una ordinarietà che colpisce i diritti delle persone, specialmente di quelle più fragili e delle classi lavoratrice.

Vale per il Centro Socio Educativo Il Totem, un centro diurno del Comune di Firenze a cui si rivolgono oltre 40 persone con disabilità di tipo medio o medio grave. È stato chiuso ma ancora non è riaperto, nonostante sia possibile dal 18 di maggio. Dovevano essere fatti dei lavori di adeguamento della struttura, che però non sono partiti prima del 26 maggio, ma che risulterebbero ultimati.

A rimetterci non è solo l'utenza e i nuclei familiari, perché è evidente che i bisogni di queste persone non possono trovare adeguata risposta in servizi svolti in modalità telematica. Ci rimettono ovviamente i lavoratori e le lavoratrici, che in modalità agile si ritrovano a orario ridotto e senza che la cooperativa gestrice abbia anticipato la FIS.

Un altro servizio essenziale del Comune di Firenze colpito dal sistema degli appalti e dei tagli...

Lunedì – concludono i consiglieri di Sinistra Progetto Comune – chiederemo alla Giunta se è vero che questo Centro riprenderà le sue attività il 6 o l'8 luglio, perché si sia registrato tutto questo ritardo, se ci sia la volontà di tutelare i livelli salariali del personale impiegato (essendo un servizio che era già stato previsto dal bilancio del Comune) e se ci sia disponibilità a confrontarsi con i nuclei familiari interessati da questa condizione di incertezza.

Occorre essere coerenti con i proclami che si fanno. O almeno pretenderemo attenzione alle persone più fragili e soprattutto a chi con il proprio tempo di vita garantisce i servizi attraverso il suo lavoro”. (s.spa.)

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