Firenze ricorda il magistrato Gabriele Chelazzi

É il pm che individuò e fece condannare mandanti ed esecutori delle stragi ’93-‘94. L'iniziativa sabato mattina in diretta streaming, sul canale YouTube del Comune

Tra il 27 maggio e il 27 luglio 1993 l’Italia pianse dieci innocenti, decine di feriti e danni irreparabili al patrimonio artistico. A 28 anni di distanza le oscure ragioni di quella strategia terroristica, che oltre Firenze colpì Roma e Milano, sono state quasi del tutto individuate: gli uomini che azionarono le autobombe in nome e per conto  
di Cosa Nostra, e chissà per quali altri mandanti, volevano costringere lo Stato a far marcia indietro sul ‘carcere duro’ per i boss mafiosi e sulla legge sui collaboratori di giustizia. Sabato prossimo, a 18 anni dalla scomparsa, il Comune di Firenze ricorderà Gabriele Chelazzi, il pubblico ministero che ha coordinato le indagini sulle autobombe del ’93-‘94: l’attentato a Maurizio Costanzo (a Roma), la strage di via dei Georgofili a Firenze e quelle di via Palestro a Milano e le due di Roma, a San Giovanni in Laterano e a San Giorgio al Velabro (oltre al fallito attentato allo stadio Olimpico del 31 gennaio 1994 e al collaboratore di giustizia Salvatore Contorno nell’aprile di quello stesso anno).  
Appuntamento sabato 17 aprile, dalle 10 alle 12 in diretta streaming, sul canale YouTube del Comune di Firenze, per l'incontro dal titolo “L'eredità di Gabriele Chelazzi nel contrasto al crimine organizzato. Prevenzione e repressione delle attività predatorie delle mafie durante l'emergenza sanitaria”. 
L'iniziativa si aprirà con i saluti del sindaco Dario Nardella, del presidente della corte d'appello Alessandro Nencini, della presidente del tribunale Marilena Rizzo e dell'assessore regionale Stefano Ciuoffo. Subito dopo interverranno il procuratore generale Marcello Viola, il procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo, il procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi, il procuratore di Pisa Alessandro Crini, il consigliere speciale del sindaco per la legalità Giuseppe Quattrocchi, Luigi Dainelli, presidente dell’associazione tra i familiari delle vittime della strage di via dei Georgofili e Caterina Chelazzi.  
Le conclusioni sono affidate alla cultura della legalità e della memoria Alessandro Martini. 
Grazie al lavoro di questo investigatore scrupoloso, magistrato di grande rigore morale e professionale, e a quello dei colleghi Piero Luigi Vigna, Francesco Fleury, Giuseppe Nicolosi e Alessandro Crini, boss e gregari di Cosa Nostra sono stati condannati definitivamente quali mandanti ed esecutori di quella stagione di terrore.  
Tra questi i capi della mafia siciliana: Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Leoluca Bagarella, i fratelli Graviano, Matteo Messina Denaro. 
Il processo si aprì davanti alla corte d'assise di Firenze il 12 novembre 1996 e si è chiuso in Cassazione il 6 maggio 2002: un ‘record’ nell’Italia delle stragi impunite. 
Negli ultimi anni Chelazzi era entrato a far parte della direzione nazionale antimafia ed era stato distaccato nel capoluogo toscano per seguire ulteriori indagini sulle stragi mafiose: i cosiddetti ‘mandanti a volto coperto’ come li definì l’allora procuratore di Firenze Vigna.  
Gabriele Chelazzi è morto per infarto, a Roma, nella notte fra il 16 e il 17 aprile 2003, ed è stato insignito del Fiorino d’Oro. 
“Ricordare un grande magistrato ed un uomo esemplare come Gabriele Chelazzi  - ha dichiarato l'assessore Martini – è per noi occasione utile a rinnovare un doveroso approfondimento di passione e di valori da lui vissuti e trasmessi. E’ un’opportunità inoltre che ci viene preziosa anche  per leggere ed interpretare il grande patrimonio da lui lasciato come positiva fonte di illuminazione per il necessario discernimento che ci è richiesto nell’espletamento quotidiano dei nostri compiti professionali e di responsabilità civile in quest’oggi così complicato e faticoso”. (fn)

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