Giglio d’oro a Mario Primicerio. Cosimo Guccione (Presidente Consiglio comunale): “Ha rivendicato l’importanza delle città nel governo del mondo”

Queste le dichiarazioni del presidente del Consiglio comunale Cosimo Guccione

“La delibera che ho il piacere, e il privilegio di presentare ora riguarda il riconoscimento del Giglio d’oro a Mario Primicerio, così come proposto dalla Commissione Consiliare Commissione 7: Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali e immigrazione nel febbraio scorso.

Già sindaco di Firenze dal 1995 al 1999, presidente della Fondazione La Pira, professore universitario che ha presieduto e diretto prestigiose istituzioni scientifiche nazionali e internazionali, sempre impegnato per la pace e per la solidarietà fra i popoli, impegno che ha caratterizzato ininterrottamente la sua attività per più di sessanta anni.

Appena ventiduenne, come promotore e presidente della Associazione per l’incontro fra i popoli, Primicerio entrò in contatto con Giorgio La Pira, allora Sindaco, che lo chiamò a collaborare alle sue iniziative di cooperazione e di scambi culturali e politici con personalità e gruppi delle più varie parti del mondo, per stabilire con tutti rapporti di pace e di fraternità. Con La Pira visitò e si fece promotore di pace in svariate città del mondo.

Già nel 1964 Mario Primicerio aveva fondato, con Gianni e Giorgio Giovannoni, Enrico Bougleux ed Emilio Bianchi, la rivista “Note di Cultura”; periodico che voleva far fronte alle esigenze di tante realtà giovanili degli anni ‘60, e che per un decennio seppe servire come mezzo qualificato di informazione, collegamento e riflessione in un orizzonte mondiale

Vent’anni dopo, di fronte alla sempre maggiore complessità e instabilità della situazione internazionale, che richiedeva un approccio sempre più articolato, e approfondito, con padre Ernesto Balducci e altri docenti e operatori Primicerio promosse la fondazione del “Forum per i problemi della pace e della guerra”, riconosciuto dall’ONU e dal Ministero degli Esteri, composto da studiosi di diverso orientamento interessati all’analisi dei fenomeni della guerra e delle sue conseguenze.

A partire dal 1995 poi, come sindaco, Primicerio, operò in vista di obiettivi precisi ispirati ai principi del bene comune e fissati attraverso l’ascolto dei bisogni della cittadinanza e dimostrando di aver compreso e di rivendicare l’importanza delle città nel governo del mondo, convinto che la pace sia cosa troppo seria per lasciarla solo alle cancellerie e alla diplomazia, indispensabili, ma a cui devono affiancarsi iniziative che partano dalla base, dalla rete degli attori istituzionali più vicini alla vita delle persone.

Finita l’esperienza di sindaco, Primicerio si è dedicato alla “Fondazione Giorgio La Pira”, che ha presieduto per più di un ventennio dando forte impulso alle finalità non solo di conservazione e studio del patrimonio costituito dal pensiero e dell’opera di La Pira, ma anche di sviluppo e approfondimento di proposte e iniziative rivolte alla costruzione del bene comune, di fronte ai drammatici problemi emergenti nel mondo.

È impossibile racchiudere in poche righe, in un intervento di pochi minuti, una vita così densa, ricca di impegno, di azioni, di studio, di esperienze e di condivisione umana, ma non posso che dirmi felice di presentare questa delibera e di farmi promotore, insieme al Consiglio comunale in rappresentanza della comunità cittadina tutta, del conferimento del Giglio d’oro a Mario Primicerio.

Un uomo che in ogni veste – di cittadino, di intellettuale, di uomo politico, ha testimoniato, col suo operato, di quanto è possibile fare concretamente per il bene comune, per creare legami, per costruire la pace, un concittadino dalle qualità indiscusse, un uomo generoso per il quale impiegherei, impiegherò una definizione caduta ormai quasi i disuso: un uomo “retto, la cui storia ci ricorda che nessun uomo è un’isola, che solo spendendoci senza risparmiarci, e insieme, possiamo continuare a ripensare il presente – nessuna società ‘sana’, si accontenta dello status quo – e a costruire il mondo per chi verrà”. (s.spa.)

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