Vendita immobili, Amato (AL): “Si continua con la svendita del patrimonio comunale, fra cui 61 unità immobiliari”

“Dal piano alienazioni del bilancio 2018 di prossima approvazione vengono esclusi temporaneamente gli alloggi di via dei Pepi”

“Dagli alloggi in vendita sono stati esclusi, momentaneamente, i 14 di via dei Pepi fino al pronunciamento del Tar, ma compaiono 6 alloggi in via del Romito e 12 alloggi in via Beata Umiliana dei Cerchi”. Lo afferma la consigliera di Alternativa Libera, Miriam Amato, dopo aver esaminato il piano delle alienazioni previsto nel Bilancio di previsione 2018  di prossima approvazione in Consiglio.
“Gli appartamenti di via del Romito – continua la consigliera – appartenevano originariamente all’IPAB, che aveva fini di pubblica assistenza e beneficenza, i cui beni sono passati al Comune di Firenze con il vincolo sociale, ovvero, i proventi devono essere destinati ai fondi di bilancio iscritti per lo svolgimento di attività assistenziali del Comune”.
“Gli alloggi in via Beata Umiliana dei Cerchi sono oggi venduti ad una cifra di 900 mila euro – sottolinea Amato – mentre invece la Regione, che aveva dato il via libera alla vendita, destinando comunque i fondi  all'ERP  aveva  definito una cifra di 2.500.000,00 euro: la giustificazione della differenza nel prezzo, portata dal Comune, sarebbe data dalle aste andate deserte finora e dall’impossibilità di aumentarne la SUL, quindi di estenderne la superficie”.

”Le motivazioni sullo stato degli edifici non reggono e si tratta di una vera e propria svendita – sottolinea la consigliera – con dubbi rientri di introiti. Infatti il Comune di Firenze, vendendo ad Invimit – spiega la consigliera – ha un introito immediato di 3.400.000,00 euro, che corrisponde al 30% sul valore totale degli appartamenti, che ammonta a 13.500.000,00 ed il resto , il 70%, attraverso un fondo, che potrebbe non avere negli anni plusvalenze, quindi ulteriori utili, mentre i costi sono certi: un fondo che verrà estinto fra 20 anni e di cui come Comune spetterà solo il 3%. In sintesi, il Comune svende oggi il patrimonio senza una certezza di rientro del suo valore nel corso di 20 anni, quindi, i rimanenti 9.000.000,00 subiranno il destino del fondo, in un operazione commerciale che segue le dinamiche privatistiche a discapito del patrimonio comunale” conclude Amato. (s.spa.)

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