Una celebrazione simbolica dal vivo per i laureati durante il lockdown, approvata mozione Pd

L’atto proposto dal capogruppo Pd e dalla consigliera Sparavigna

Proporre alla rettrice dell'Ateneo fiorentino di organizzare una celebrazione simbolica in presenza per tutte e tutti gli studenti che durante il periodo dell’emergenza sanitaria hanno conseguito la laurea con modalità online, valutare di utilizzare gli spazi comunali come ad esempio il salone dei Cinquecento di Palazzo Vecchio. È l’impegno contenuto in una mozione proposta dal capogruppo Pd a Palazzo Vecchio Nicola Armentano e dalla consigliera, presidente commissione Istruzione Laura Sparavigna e approvata dal consiglio comunale.


“C’è una grande differenza tra coloro che si sono laureati dietro un video e coloro che invece hanno concluso il loro percorso universitario in presenza. - ha detto il capogruppo Armentano - Per questo abbiamo pensato anche a distanza di tempo di proporre un momento celebrativo per tutti coloro che hanno perso quest’opportunità. Lo riteniamo giusto nei confronti di quei giovani che hanno dovuto rinunciare a un evento particolare che resta all’interno del percorso non soltanto didattico e formativo delle persone ma anche del percorso umano. Così abbiamo pensato di proporre anche il salone più bello della nostra città, nella casa dei fiorentini. Pensiamo che per mitigare il senso di solitudine e di privazione vissuto durante il periodo di lockdown anche a distanza questa sia una soluzione da prendere in considerazione”.

“Con questo atto proponiamo un momento in cui anche a distanza di tempo la comunità studentesca e la comunità docente, tutti coloro che concorrono a costituire la comunità educante post diploma, possa ritrovarsi e celebrare i titoli universitari conseguiti durante il lockdown; chiediamo anche al Comune di mettere a disposizione i propri spazi ad esempio, il salone dei Cinquecento, per una giornata dedicata a questo. - ha evidenziato Laura Sparavigna - Si tratta di una dimostrazione di empatia verso studenti che hanno perso questa possibilità, che va letta non solo e non tanto come un momento di socialità ma di celebrazione di una fine di un percorso assieme ai propri affetti e punti di riferimento, un  rito di passaggio dalla fase di formazione alla fase ‘adulta’, diciamo. E considerando le difficoltà anche umane e psicologiche attraversate durante i mesi di lockdown ci pare una restituzione importante”.


(sa. ca.)

Scroll to top of the page