Stefano Di Puccio (PD): “Giglio d’oro per Toomaj Salehi, potrebbe salvargli la vita”

“Faccio appello ai colleghi consiglieri, e soprattutto al Sindaco Dario Nardella, a rendere possibile questo atto, anche in deroga al regolamento”

“Sabato scorso, proprio qui davanti a Palazzo Vecchio, si è tenuto una manifestazione di protesta del popolo iraniano che vive a Firenze e si riconosce nel movimento Donna vita libertà.
Sono tantissimi gli iraniani che vivono nella nostra città – spiega il consigliere del Partito Democratico Stefano Di Puccio – una vera e propria comunità, ex studenti dell’università che poi hanno scelto Firenze per vivere e lavorare e qui hanno fatto famiglia, ma restano naturalmente attaccati alle proprio origini.
Durante il flashmob di protesta sono state esposte le foto dei giovani che sono stati arrestati e giustiziati, e di quelli che lo saranno a breve.
Decine di foto, volti di giovani che potrebbero essere i nostri figli, fratelli o sorelle.
Fra questi Toomaj Salehi il musicista iraniano arrestato nello scorso ottobre per aver sostenuto le proteste per la morte di Mahsa Amini, da cui è nata la protesta che sta incendiando l’Iran.
Toomaj Salehi, il giovane rapper, rischia la pena di morte imminente se l’opinione pubblica internazionale non fa qualcosa.
La nostra Commissione pace e diritti umani ha proposto, con parere unanime, il conferimento del Giglio d’oro per il 2023 a Toomaj Salehi, ma i tempi necessari per l’assegnazione – ricorda il consigliere PD Stefano Di Puccio – sono molto lunghi e rischieremmo di doverlo fare alla sua memoria, mentre potrebbe essere determinante per salvargli la vita dall’esecuzione. Risolutiva sarebbe la cittadinanza onoraria.
Faccio appello dunque ai colleghi consiglieri, e soprattutto al Sindaco Dario Nardella, a rendere possibile questo atto, anche in deroga al regolamento che prevede un solo conferimento l’anno.
Proprio oggi è stato conferito conferito il Giglio d'oro, alla memoria di Evrin Khalaf, politica e attivista curda, uccisa durante l’offensiva turca contro le forze curde, da una fazione dell’esercito siriano cooptato da Ankara per combattere al suo fianco”. (s.spa.)

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