Stefano Di Puccio (Consigliere speciale del sindaco per il carcere): “Solliccciano, a che punto siamo?”

“Dal Corriere Fiorentino di sabato 2 dicembre è arrivata la notizia di una visita del sindaco Dario Nardella e dell’assessora Sara Funaro al Carcere di Sollicciano, con i parlamentari PD Michela Di Biase e Federico Gianassi.

E se qualcuno si interessa a Sollicciano è sempre una buona notizia.

Come sempre – spiega il consigliere speciale del sindaco per il carcere Stefano Di Puccio – il resoconto è tragico, doloroso per chi lo vive, detenuti e personale di servizio, agenti, volontari, personale medico e di supporto.

Infiltrazioni di acqua nelle celle, precarie condizioni igienico sanitarie, riferiscono, ai limiti della sostenibilità, ma posso affermare che i limiti erano già superati da tempo e niente è cambiato.

E la cronica carenza di organico. Anche per i motivi di cui sopra. Nessuno sceglie di lavorare in un luogo dove si vive male!

Da delegato del Sindaco al carcere – continua Stefano Di Puccio – mi corre l’obbligo di riportare in questo consesso tale situazione, purtroppo; per motivi non dipendenti dalla mia volontà non ero presente alla visita di venerdì scorso, ma posso capire benissimo la situazione perché la conosco.

Del resto come referente al carcere ho le armi spuntate, poco riesco a fare, se non presenziare a qualche evento, come la scopertura di una targa, un concerto di musica classica, qualche rappresentazione teatrale e poco più. Tutte cose belle e utilissime che portano un po’ di novità nella monotona e triste vita di un carcere che non riesce ad aprirsi alla città. Una città che peraltro non pare essere interessata a questi temi. Un circolo vizioso.

In questa e nelle precedenti legislature tanti atti sono stati prodotti da questo Consiglio comunale per provare a risolvere, o a migliorare queste problematiche, ma pochi sono stati quelli realizzati.

Non si sa niente per esempio, della casa per i semiliberi, un edificio da recuperare fra i tanti in disuso del patrimonio Comunale, per accogliere quei detenuti che hanno raggiunto i requisiti per essere inseriti nel mondo del lavoro e dare loro la possibilità di tornare dopo il lavoro, non a Sollicciano, al confine dei confini, ma possibilmente in città, in una struttura a sorveglianza attenuata.

Lo stesso dicasi per i detenuti in attesa di giudizio, o di quelli che potrebbero usufruire degli arresti domiciliari, ma che non avendo di fatto un domicilio contribuiscono a creare quel sovraffollamento che è fra i mali peggiori del carcere.

Più e più volte – conclude il consigliere speciale del sindaco per il carcere Stefano Di Puccio – ho sollecitato questa richiesta. Si tratta di attuare quanto approvato da diversi atti approvati dal Consiglio Comunale. Ben vengano le visite e le dichiarazioni, ma proviamo a fare qualcosa”. (s.spa.)

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