Rinasce Firenze, l'intervento del sindaco Nardella

Questo il testo dell'intervento del sindaco Dario Nardella all'evento Rinasce firenze - un anno dopo:

 

Buon pomeriggio,


 

grazie in primo luogo per questa presentazione molto esaustiva e organica che ci permette di avere una visione a 360 gradi delle tematiche messe in luce dai cittadini e del lavoro che è stato avviato fin dalla presentazione del documento Rinasce Firenze.

Ringrazio di cuore tutti voi che siete presenti e coloro che ci stanno seguendo on-line, i molti cittadini e cittadine, associazioni e istituzioni che hanno inviato un contributo e chi in questi mesi ha raccolto e analizzato le tante proposte arrivate. Ringrazio il Dipartimento di Architettura DIDA dell’Università degli Studi di Firenze. Il Direttore Prof. Giuseppe De Luca, la Prof.ssa Valeria Lingua e la Dott.ssa in ricerca Raffaella Fucile. Ringrazio tutti gli assessori della giunta per aver adeguato in modo strutturale e radicale il programma di mandato, e il consiglio comunale, preziosissimo per potenziare e arricchire gli obiettivi dell’amministrazione.

Non smetterò mai di ringraziare i medici, gli infermieri e tutti coloro che si sono trovati in prima fila a combattere questo virus. Grazie ai sacrifici dei nostri concittadini e alla campagna vaccinale che sta avanzando a marce sempre più spedite, la situazione è in netto miglioramento: oggi abbiamo 36 nuovi casi a Firenze città.

Già un anno fa era visibile a tutti che alla grave emergenza sanitaria, si stavano aggiungendo un’emergenza economica e sociale senza precedenti che ancora oggi minacciano e preoccupano tutti noi.

Dal rapporto di aprile 2021 pubblicato dalla Camera di Commercio cito alcuni numeri del danno economico subito a causa della pandemia:

-16,1% export nel IV trimestre 2020 rispetto 2019; -78,8% presenze turistiche nella città metropolitana nel 2020 rispetto al 2019. Inoltre l’Irpet calcola 60.000 nuovi poveri in Toscana nel corso del 2021.

Cominciamo finalmente però ad intravedere anche piccoli segnali di ripresa, con la riapertura graduale delle attività e il processo di vaccinazione che prosegue. In Toscana siamo al 17% di immunizzati. L’Ufficio Studi della Camera di Commercio ci dice che la ripartenza del turismo è prossima con un totale di presenze stimato nel 2021 in circa 7 milioni cioè pari a circa la metà delle presenze del 2019 contro le 3,4 milioni del 2020.

Pochi giorni fa ho presentato un sondaggio svolto da Youtrend che ci ha mostrato alcuni dati significativi. Innanzitutto si intravede un’incoraggiante voglia di ripartire, una spinta che va valorizzata per guardare al futuro. Un dato emerge sugli altri: con la pandemia per i fiorentini è cambiata completamente le lista delle priorità: mentre prima trovavamo ai primi posti trasporto pubblico e mobilità, viabilità e sicurezza, oggi troviamo tutto il tema del sociale e poi ancora la scuola, la cultura, il rilancio dell'economia collegato anche al ritorno del turismo, insieme all’ambiente.

E’ evidente che il tema sociale, assieme al lavoro, ai giovani, alle donne, agli aiuti alle famiglie e alla lotta alla disoccupazione, sarà il grande tema dei prossimi mesi:

In questi giorni molto si discute dello sblocco dei licenziamenti. Non entro in questa sede nel merito dei tempi di attuazione, ma è chiaro che stiamo parlando di un futuro sempre più prossimo, al quale dobbiamo farci trovare pronti.

A questo si potrebbe aggiungere lo sblocco degli sfratti e la conseguente intensificazione delle richieste di assistenza sociale da parte dei cittadini. A Firenze nell’ultimo anno è più che raddoppiato il numero delle persone che hanno chiesto aiuto alle istituzioni pubbliche e alla rete del volontariato, aiuti alimentari e contributi agli affitti.

Nel mio intervento dello scorso anno citai l’Alluvione di Firenze, forse il primo fenomeno di solidarietà globale, e feci un riferimento alle parole di grande forza e di riscatto del Sindaco Bargellini.

Oggi vorrei citare il Sindaco, Giorgio La Pira. Lui diceva: “Gli stati passano, le città restano”. Queste parole non potrebbero essere più attuali. Ed è proprio così: in questi lunghi mesi abbiamo visto la nostra Firenze vuota e spenta come mai prima d’ora. Ma le città, quando vengono colpite e ferite, si trovano sempre di fronte alla sfida della ripartenza.

Una ripartenza che si traduce in ricostruzione, quando il nemico è visibile e i danni sono materiali, come nel caso dell’Alluvione del ’66.

Una ripartenza che ha la forza di una rinascita quando il nemico è ancora più subdolo ed invisibile e non si tratta “solo” rimettere insieme i pezzi di una città travolta dal fango; ma si tratta di ripensare il modello di sviluppo che ci ha accompagnato fino ad oggi.

Solo poche settimane fa all’appuntamento annuale di “State of The Union” la Presidente della Commissione Europea Ursula Von Der Leyen ha ricordato, citando il Rinascimento fiorentino, come "La storia d'Europa è una storia di rinascite”. E come dopo ogni crisi, l’Europa sia rinata.

Non vi nego poi la grande emozione che ho provato, dopo questi lunghi mesi, quando la Presidente ha fatto riferimento al motto di Don Lorenzo Milani “I care”: mi importa, ho a cuore. Ed è proprio questo il senso del Rinascimento Europeo, evocato dalla Von Der Leyen: we care, noi ci assumiamo la responsabilità.

E proprio da questa assunzione di responsabilità eravamo partiti lo scorso anno: utilizzare quel tempo sospeso, non lasciare che passasse invano ma al contrario sfruttare la pausa impostaci per avviare una riflessione sulla trasformazione della città e della sua ri-nascita, integrando le nostre strategie con nuove ispirazioni derivanti dalle nuove dinamiche dettate dalla crisi pandemica o accelerando quelle che avevamo già previsto ma che necessitavano di maggiore rapidità.

Con Rinasce Firenze tre condizioni per ripartire rivestivano un ruolo centrale: la valorizzazione del capitale umano,una forte semplificazione amministrativa, l’agire con una visione complessiva ed il concorso di tutte le forze dell’area fiorentina.

Oggi non posso fare a meno di pensare all’occasione irripetibile che abbiamo davanti a noi grazie al PNRR - Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza per far sì che queste condizioni diventino elementi strutturali per lo sviluppo di Firenze e del nostro Paese. E di come proprio le risorse racchiuse in ognuna delle sei Missioni (digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute) saranno determinanti per realizzare i tanti progetti che abbiamo in cantiere.

Pochi giorni fa abbiamo deliberato in Giunta un pacchetto di progetti per 75 milioni di euro da candidare ai fondi del PNRR su ambiente, scuola e mobilità.

Parlavo delle tre condizioni che ci eravamo posti:

Il capitale umano: anche nel PNRR il valore delle competenze viene elevato a pilastro determinante dei processi di sviluppo: le classi dirigenti pubbliche e private si dovranno fare carico del rilancio del territorio e del Paese. Infatti si tornerà a crescere davvero se la valorizzazione del capitale umano e della ricerca sarà messa al centro dell’azione, attraverso innovazione e formazione continua.

Rispetto al tema della semplificazione amministrativa, io stesso, in qualità di Sindaco e Coordinatore dei Sindaci delle Città Metropolitane ANCI, nel corso di questi mesi mi sono fortemente battuto in tutti i tavoli con il Governo per chiedere di procedere velocemente con una forte semplificazione normativa, anche attraverso la riforma della giustizia civile e della PA: operazioni indispensabili per comprimere i tempi di realizzazione delle opere. All’interno del PNRR questo impegno è inserito nelle c.d. “riforme abilitanti”, ovvero quelle misure funzionali a garantire l’attuazione del Piano e più in generale a rimuovere gli ostacoli amministrativi, regolatori e procedurali che condizionano le attività economiche e la qualità dei servizi erogati.

Vengo infine, all’ultima delle condizioni che ci eravamo posti, ovvero l’agire d’insieme, con una visione complessiva ed il concorso di tutte le forze del “Sistema-Firenze”.

La pandemia ci ha permesso di comprendere una volta di più l’importanza di creare sinergie, di riunire tutte le forze. E’ infatti fondamentale oggi più che mai avere una visione d’insieme e agire collettivamente verso la fase post pandemica per ridare slancio allo sviluppo del nostro territorio, potenziando i punti di forza e le sue vocazioni.

Fin dalla presentazione di Rinasce Firenze abbiamo voluto avviare un dialogo continuo su tante tematiche con gli attori fondamentali del nostro territorio: categorie economiche, rappresentanze sindacali, istituzioni, associazioni e cittadini, Università, Camera di Commercio, Fondazione CR Firenze. Un dialogo costante e costruttivo, caratterizzato da moltissimi momenti di condivisione e ascolto che ci sta conducendo a definire il “Patto per il lavoro e lo sviluppo dell’area metropolitana fiorentina”.

Il Patto, che sottoscriveremo nelle prossime settimane, rappresenterà una piattaforma ideale e programmatica con la quale puntiamo ad avere una visione completa sul futuro dell’economia metropolitana, un’azione decisa per ridare slancio allo sviluppo del nostro territorio valorizzando adeguatamente i suoi punti di forza e le sue vocazioni, coerentemente con gli strumenti strategici metropolitani. Sono molto orgoglioso di questo lavoro che rappresenta un contributo fondamentale, sia per il metodo con cui è stato affrontato, sia nel merito delle tematiche oggetto di accordo.

In quest’ottica prosegue il nostro lavoro sugli strumenti di programmazione cittadini, con i quali costruiremo la nuova cornice urbanistica attraverso il Nuovo Piano Operativo Comunale che ridisegnerà la città di domani.

Continueremo inoltre il nostro forte impegno nel tornare ad essere centro dei grandi eventi internazionali.

Ricordo, subito dopo la scorsa estate, quando portammo nel nostro territorio in pochi giorni l’evento di Dolce e Gabbana e il Gran Premio F1 del Mugello con la grande festa Ferrari. Furono una grande opportunità per far tornare i riflettori internazionali sulla Città e le sue eccellenze riattivando subito il motore dello sviluppo economico.

Ma il nostro lavoro sta andando avanti: penso ai grandi eventi sportivi, quelli appena passati, come il Giro d’Italia e quelli prossimi, come il Golden Gala di atletica che si terrà il 10 giugno prossimo.

Penso anche ad altri grandi eventi istituzionali e programmatici, alcuni già in calendario, di alto prestigio: Pitti Immagine dal 30 giugno, il primo evento fieristico in presenza, il G20 dell’Agricoltura il prossimo settembre, nel 2022 il 50/esimo anniversario della firma della Convenzione di Parigi sulla protezione del Patrimonio Mondiale Unesco per cui ringrazio i Ministri Dario Franceschini e Luigi Di Maio e la Direttrice Generale dell’Unesco Audrey Azoulay e l’impegno a portare nelle città di Firenze e Assisi il World Water Forum nel 2024, il più grande evento al mondo sulle tematiche dell’acqua.

Continua inoltre il nostro impegno per conquistare la candidatura ad ospitare la prima tappa del Tour de France nel 2024 ed il sogno delle Olimpiadi del 2032 assieme all’Emilia Romagna.

Sono molto orgoglioso di annunciare infine che nei primi mesi del prossimo anno ospiteremo a Firenze i Vescovi della Conferenza episcopale italiana per un incontro internazionale di tutta l’area del mediterraneo. Questo evento coinvolgerà le comunità ecclesiali e civili del Mare Nostrum. Inviteremo anche 100 sindaci di religioni e culture diverse delle città che si affacciano su questo mare. 

La sfida che avevamo lanciato era quella di riuscire a vivere il momento attuale come un’occasione attraverso la quale pensare ad un nuovo modello di sviluppo sociale ed economico della città che tenesse insieme le vocazioni più tipicamente culturali, artistiche, turistiche, industriali e manifatturiere con nuove o rinnovate funzioni verso un profilo marcato di smart city, all’interno del quale botteghe artigiane, moderna capacità imprenditoriale, infrastrutture di collegamento e di sostegno alle imprese, spazi per formazione professionale, universitaria e post universitaria, turismo sostenibile e alta tecnologia potessero convivere ed alimentarsi gli uni con gli altri.

Partendo da queste considerazioni vorrei adesso soffermarmi su quelle che ritengo essere tre grandi direttrici dalle quali non possiamo prescindere per tracciare lo sviluppo della Città dei prossimi anni, ovvero: la conoscenza, la sostenibilità, il welfare.

CONOSCENZA:

La Città non è ferma e non lo è mai stata, ma forse solo adesso è evidente ancora di più che la chiave di volta di qualsiasi successo e di ripresa economica sarà la conoscenza.

Ho già parlato del valore del capitale umano, ma permettetemi di insistere sull’importanza di creare le condizioni per formarlo, mantenerlo e valorizzarlo.

In questo devo sottolineare che molto è già stato fatto: sempre più sta prendendo forma quel concetto di Firenze Città della Conoscenza e dei Saperi su cui siamo al lavoro da molti mesi.

E’ chiaro che la nostra città già ora ha una naturale vocazione all’alta formazione e alla ricerca, oltre ovviamente all’Università di Firenze penso all’Istituto Universitario Europeo, alle oltre quaranta Università americane, Istituti stranieri, l’Accademia delle Belle Arti, l’Opificio delle Pietre Dure, il Polimoda, la Scuola Militare Aeronautica “Giulio Douhet” e potrei andare avanti ancora.

Noi dobbiamo incentivare questa vocazione con interventi trasversali che permettano il recupero di aree dismesse e inutilizzate per nuove università, start up, centri di eccellenza, spin off della ricerca, anche biomedica, oltre che ad acceleratori di innovazione nel centro storico così come in periferia, sull’esperienza del nuovo spazio del “Granaio dell’abbondanza”, attraverso la riqualificazione della ex Caserma Cavalli in Oltrarno, che è diventato un vero e proprio centro di formazione per le competenze digitali.

Ma il tema conduttore del nostro impegno sarà proprio la contaminazione di funzioni e attività: dare vita a spazi dove possano convivere la residenza, il coworking e alta formazione. Penso al recupero del complesso di SMN ma anche al grande progetto dell’ex Convento di  S. Orsola, che potrebbe diventare il punto di riferimento per un “Borgo delle eccellenze artigiane” e sede di una scuola di formazione di eccellenza per Hotellerie. Sempre sul piano della formazione internazionale voglio anche citare la Scuola di Governance Transnazionale dell’Istituto Universitario Europeo che aprirà nella zona di San Marco e che, assieme a Sant’Orsola, sarà un tassello fondamentale di riqualificazione dell’intera zona.

Nell’ottica della città policentrica voglio ricordare un altro intervento importante che sarà realizzato a Rifredi nell’area della ex Galileo, un luogo che evoca una parte importante della storia economica ed industriale della nostra città. Negli spazi di via Barsanti nascerà un nuovo modello di Istituto Tecnico Superiore: un polo tecnologico e formativo con la nuova sede della ITS Prime che sarà ospitata dall’Azienda Leonardo, socia della Fondazione insieme a Comune di Firenze e Città Metropolitana. 

Per essere di stimolo ed incentivare questo sviluppo, ho in mente un pacchetto per il 2022 che ho chiamato OPERAZIONE IMPRESE LAVORO: zero tasse comunali per i primi anni (IMU, TARI, COSAP, CIMP) per le nuove imprese che arrivano a Firenze e assumono almeno 10 nuovi dipendenti.

SOSTENIBILITA’

In questi mesi abbiamo familiarizzato con termini nuovi come resilienza ed abbiamo riscontrato una importante assonanza con la nostra idea di sostenibilità. Sostenibile è la Città che non consuma risorse, ma adotta strategie ecologiche e sempre più intelligenti.

Credo che la concretizzazione del concetto di sostenibilità possa passare attraverso la realizzazione di una città policentrica e sempre più prossima.

Questo forse ci porterà a circoscrivere i nostri spostamenti, a vivere maggiormente gli spazi a noi più prossimi, i Quartieri, i rioni, una città dove i servizi di vicinato e di prossimità consentano di non perdere la dimensione di comunità, ritrovata anche grazie alle limitazioni imposte dalla pandemia.

Una città che rinasce intorno ai piccoli centri storici fiorentini, promuovendo il reinserimento di tutte quelle funzioni che rendono quasi autonoma la vita del “borgo urbano di città”, puntando sul “Progetto 1500 metri” e la valorizzazione delle botteghe, negozi e servizi di vicinato tipici della nostra città che possono trovare il loro compimento nei Centri Commerciali Naturali. E viene spontaneo immaginare che ogni centro abbia il suo fulcro nella propria piazza, magari una di quelle appena restituita alla città nel suo ruolo naturale come le Cure; l’Isolotto; Pier Vettori, Indipendenza e Vittoria.

Sul Centro storico la sua vocazione turistica è un elemento dal quale non possiamo né vogliamo prescindere, ma occorre valorizzare tutti quei fattori che permettono di dargli una connotazione ed una identità che riportino alla tradizione locale fatta di artigianato di qualità, di mix sociale e funzionale. Stiamo lavorando per una nuova residenza e nuovi abitanti (studenti, lavoratori, ricercatori) nella convinzione che anche da questo passi la sua rinascita.

In questo senso ci tengo ancora a ricordare che i dati reali ci dicono che non c’è nessuna fuga da Firenze. Dal 2000 ad oggi abbiamo avuto  95 mila morti e 60 mila nati: il peggior saldo dal dopoguerra. Ma questo non si è tradotto in un pari calo dei residenti, che anzi sono calati solo di 10 mila unità. Ciò significa che Firenze attrae oltre mille nuovi residenti l’anno in media.

In questa logica valorizzeremo comunque percorsi come “Be-Long” che incoraggiano forme di locazione per il medio lungo termine e dunque rispondere alla domanda proveniente da studenti, startupper, smart worker, ma anche dalle scuole e università presenti sul territorio e dagli incubatori di impresa.

La cultura è stato senza dubbio uno dei settori più colpiti. Ma proprio da qui arrivano segnali potenti: la riapertura degli Uffizi è da record con oltre 21 mila visitatori nella prima settimana. Sono ripartiti, teatri, musei e biblioteche. E ripartiamo anche con il grande festival dell’Estate Fiorentina: tantissimi appuntamenti per una Cultura sempre più diffusa in ogni parte della città da giugno a settembre per un investimento  di circa 1 milione di euro.

Anche la mobilità è sostenibilità. Stiamo portando avanti con impegno il completamento del sistema tramviario con le direttrici verso Ovest e Sud della città, con un sistema di parcheggi a servizio che consenta uno scambio semplice tra mezzo privato-mezzo pubblico, e stiamo rafforzando le piste ciclabili con il completamento del Piano Bartali e il Bike sharing già attivo per valorizzare l’intero sistema di mobilità ciclabile.

In questo ambito voglio ricordare che entro la fine dell’anno avremo a disposizione una Smart City Control Room.

Parliamo di sostenibilità e allora necessariamente dobbiamo parlare di cura degli spazi urbani e di recupero degli spazi vuoti puntando e valorizzando, come stiamo facendo, importanti interventi di riqualificazione urbana. E dovremo continuare a farlo tutelando l’ambiente.

La questione ambientale, la nostra idea di Firenze eco-sostenibile, ha assunto una centralità ancora maggiore nel nostro programma di mandato.

Abbiamo visto come la pandemia ha stimolato ed accresciuto in ognuno la voglia di fruire degli spazi pubblici all’aperto, come stia passando il concetto che vivere in una città più ecologica e resiliente dia un valore aggiunto alla qualità delle nostre vite.

In questo senso stiamo portando avanti i progetti di Forestazione Urbana così come  Dona un albero. Dall’inizio del mandato ne abbiamo messi a dimora oltre 5.000 per contrastare il cambiamento climatico.

Prosegue il nostro impegno sui parchi cittadini come il Parco del Mensola. Il risultato più grande cui stiamo lavorando è la realizzazione del nuovo Parco Florentia che prevede interventi che porteranno il Parco delle Cascine fino all’Argingrosso, creando un unico grande polmone verde cittadino.

In questo ambito voglio anche ricordare uno dei più importati interventi di rigenerazione urbana che stiamo perseguendo: la realizzazione della Cittadella dello sport a Campo di Marte, con importanti interventi su tutta l’area a cominciare dalla riqualificazione dello Stadio Franchi, dalla pedonalizzazione di Viale Paoli, all’arrivo della tramvia, ai nuovi giardini e parcheggi. E’ prevista nelle prossime settimane la pubblicazione del bando per il concorso internazionale di progettazione.

Una strategia green a 360° che vorremmo realizzare anche attraverso la redazione del primo Piano del Verde e degli spazi aperti della città, per tradurre in prescrizioni concrete le crescenti domande di resilienza urbana, sostenibilità ambientale (dalle misure sulla mobilità alla mitigazione delle isole di calore alla riqualificazione energetica degli edifici).

 

Quella di fronte a noi sarà la più grande occasione di trasformazione ambientale dei nostri spazi urbani, con un’accelerazione senza precedenti della transizione energetica e digitale, dell’introduzione di modelli di lavoro e produttivi sostenibili e della creazione di nuove professioni legate all’ecologia e all’inclusione anche per i più vulnerabili.

 

WELFARE

 

I temi e gli argomenti affrontati finora sono tutti tra loro legati e interdipendenti. Ma soprattutto devono avere tutti al centro l’elemento umano.

Mettere il mondo del sociale e le famiglie al centro del nostro progetto di rinascita significa essere consapevoli di quanto la pandemia le abbia colpite. Intorno a questo dobbiamo costruire la rete dei nostri interventi attraverso il sostegno al mondo dell’educazione ed alla comunità educante che in esso opera investendo innanzitutto sulle strutture scolastiche e sui servizi educativi. Abbiamo bisogno di far crescere una futura comunità di cittadini colti, consapevoli, solidali, responsabili anche nei confronti della città e del suo patrimonio. Educare alla cittadinanza e migliorare la scuola nella sua integrazione sociale e nelle sue strutture. Perché dobbiamo ribadire che la prima forma di sostegno alle famiglie passa da un sistema educativo solido.

La fascia di fragilità economico sociale si è purtroppo molto allargata a causa spesso della perdita di lavoro e venir meno delle fonti di reddito, trasformandosi in molti casi anche in emergenza abitativa.

Durante questo anno abbiamo cercato di non arretrare minimamente il livello e la qualità dei servizi offerti per garantire il mantenimento del massimo livello possibile dei servizi stessi.

Ma anche su questo fronte è il momento e l’occasione di rilanciare spingendo verso un rinnovato ruolo dei comuni, più partecipi e più vicini al cittadino, nella gestione della sanità e più in generale del sociale innanzitutto dando ancora maggiore forza alla “Cabina di regia per la salute cittadina” recentemente costituita al fine di condividere le strategie e poter integrare maggiormente i livelli socio-sanitario e socio- assistenziale facilitando l’integrazione funzionale dei diversi servizi, così da migliorarne la qualità, l’accessibilità e la continuità.

In questo senso l'obiettivo che ci poniamo è quello di realizzare 18 Case della salute o Case di Comunità per avere a Firenze un vero e proprio sistema socio-sanitario di prossimità recuperando luoghi presenti e farne dei presidi territoriali per esami, centri per la diagnostica e servizi di prima necessità vicini ai cittadini.

Il Progetto POLIS è diventato ALISEO. Valorizzeremo ancora di più interventi come questo  con il quale abbiamo esteso alle persone che hanno perso il lavoro a causa del Covid il sostegno verso l’inclusione attiva e di promozione dell'autonomia socio-lavorativa con l’obiettivo di rafforzare ancora di più l’aiuto per ricollocare chi si è ritrovato disoccupato a causa della pandemia.

E molto dovremo investire per l’accesso all’abitazione su strumenti anche nuovi come il co-housing e più in generale verso l’housing sociale. Questo perché per noi il mix di funzioni nei progetti di riqualificazione come Lupi di Toscana rappresenta una priorità perché i soli alloggi ERP non sono più una risposta sufficiente al crescente e differenziato bisogno che anche la pandemia ha evidenziato.

Stiamo proseguendo con la realizzazione di un grande “Piano casa” da 1360 alloggi tra riqualificazione di esistenti e nuova edilizia sociale e case popolari con l’obiettivo di mettere a disposizione appartamenti a favore di giovani coppie e famiglie bisognose, valorizzando nuovi spazi abitativi nel centro storico (4000 metri quadri a Santa Maria Novella) e riqualificando aree inutilizzate come il grande intervento alla Caserma Lupi di Toscana con 15000 metri quadri di spazio pubblico all’aperto, 2.400 di edilizia residenziale oltre ad un centro educativo integrato 0-6 e a nuovi servizi sociosanitari. Vorremmo offrire già con il Programma Pinqua a cui ci siamo candidati una risposta importante per le politiche abitative cittadine e metropolitane e anche per questo abbiamo chiesto al Governo di riproporlo.

Tutti questi elementi, cari amici, dovranno tra loro integrarsi perché Firenze sia anche sinonimo di inclusione, una Città dove nessuno si senta lasciato indietro e dove ciascuno si senta parte importante di questa Comunità il cui senso è stato riscoperto anche grazie alla pandemia.

Mi avvio a concludere questo mio intervento.

Questo anno di sacrificio e lavoro comune, è stato animato da uno spirito importante. Che ha dimostrato quanto il nostro sistema sociale economico e amministrativo sia vivo e vitale, non siamo stati mai fermi e i risultati che tutti insieme stiamo raggiungendo e i segnali di ripresa univoci che stanno arrivando ne sono la prova. Sono la testimonianza più significativa di un tessuto che ha reagito ed ha trovato la forza di invertire l’inerzia di una situazione economico-sociale drammatica.

Alla luce di tutto questo penso anche che sia arrivato il momento di rilanciare una riflessione seria sulla Grande Firenze affinché le forze di tutto il territorio possano essere indirizzate nella stessa direzione. Come già anticipato ho chiesto ai Sindaci degli 11 Comuni della prima cintura di incontrarci per confrontarci insieme sui passi da fare per arrivare ad una pianificazione di area condivisa a partire dalla gestione di alcuni servizi credendo che solo insieme e a questo livello di governo si possano realmente gestire le complessità del territorio.

Dobbiamo accelerare sulle riforme che dipendono solo da noi e spingere su tutto il resto perché di tempo a disposizione ne abbiamo sempre meno e dobbiamo mettere la città in prima fila per cogliere tutte le opportunità e risorse che ci si presentano.

Oggi più che mai, occorrerà a tutti noi indicare e adottare strategie chiare e condivise; parlare con lo stesso linguaggio, offrire l’immagine e la sostanza di una classe dirigente coesa, concreta e determinata nello spirito che ha sempre contraddistinto la nostra Città.

La prima cosa da fare sarà non dimenticare gli insegnamenti che la pandemia ci ha dato. Riprendo volentieri quanto detto da Papa Francesco: “Peggio di questa crisi c'è solo il dramma di sprecarla”. La struttura organizzativa che abbiamo messo in moto per contrastare la pandemia e che oggi ci permette di monitorare, verificare, curare, sostenere e quindi prevenire, deve essere mantenuta in efficienza. Dobbiamo dedicare tempo, energie e risorse per migliorarla.

Siamo consapevoli delle difficoltà, delle criticità che abbiamo di fronte a partire proprio dal tessuto sociale, dalla tenuta delle famiglie, e dal tema dell'occupazione e del lavoro. Ma questo è anche il nostro punto di forza, la consapevolezza delle nostre priorità ci deve guidare nelle scelte.

Con queste convinzioni mi auguro di poter proseguire il lavoro che abbiamo impostato insieme più uniti che mai e avviare una stagione di vera rinascita per il bene comune e soprattutto per il futuro delle generazioni alle quali lasceremo Firenze, la città più bella del mondo.

Grazie a tutti.

 

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