Reparto psichiatrico S. M. Nuova, Amato (Gruppo Misto): “Un tavolo di confronto per evitare la chiusura e il trasferimento a Careggi”

“Siamo totalmente contrari alla chiusura del Servizio psichiatrico Diagnosi e Cura di Santa Maria Nuova col suo trasferimento a Villa Ulivella, a Careggi, in una struttura privata, ben venga perciò un tavolo di confronto per trovare altre soluzioni magari interni all'Ospedale stesso”. Lo ha detto Miriam Amato, consigliera del gruppo Misto aderente a Potere al Popolo, dopo la risposta dell'assessore Funaro al suo question time in Consiglio. “C'è voluta la mobilitazione spontanea ed immediata – ha aggiunto la consigliera – infatti medici, infermieri, delegati sindacali, parenti di malati hanno protestato lunedì scorso con un presidio contro la chiusura del reparto di psichiatria di S. M. Nuova, così che anche in Consiglio Regionale hanno preso posizione contro la chiusura del reparto”.
“L'assessore Funaro – sottolinea la consigliera – parteciperà al tavolo e ha specificato la necessità di ristrutturare il reparto dell'SPDC, dimenticando che sempre a causa della riorganizzazione è già stato ridotto nel corso della stessa, ma che, per la funzione fondamentale che assolve, questo servizio è rimasto a Santa Maria Nuova, nonostante i disagi”. “Un SPDC necessita di un pronto soccorso – spiega Amato – e quello di Santa Maria Nuova, oltre ad essere fruibile per casi psichiatrici, affronta pluripatologie, come quelle da alcool correlate, doppie diagnosi, situazioni in acuzie a volte molto complesse e questo ha consentito di salvare molte vite ed è fruibile da chi risiede nei quartieri 1, 2 e 3, oltre ai turisti e agli studenti fuori sede”. “Non c'è pace per chi ha problemi di salute mentale – è sconcertata la consigliera Amato – infatti l'ASL intende anche ridimensionare e tagliare le funzioni del presidio sanitario del lungarno Santa Rosa, nonostante le ripetute e vibranti proteste della popolazione, e trasferire in altri luoghi i servizi di salute mentale attualmente presenti, per far posto agli uffici dell'assessorato alla salute della Regione Toscana” conclude Amato. (s.spa.)

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