Quartiere 4. Andrea Perini (Presidente Commissione Servizi al territorio): “Il progetto sulla chiesa di Ponte a Greve è stato approvato già ben due volte da tre Consigli comunali differenti”

“La discussione su una nuova chiesa a Ponte a Greve nasce alla fine degli anni ‘90 quando la piccola chiesa medievale di San Lorenzo e gli spazi della canonica cominciano a diventare troppo ristretti per le esigenze della comunità dei fedeli e per le opere sociali che vi si svolgevano (il Banco alimentare, la Caritas, ma anche semplicemente i percorsi di catechismo, dopo cresima etc.).
Nel 2007, viene proposto un primo consistente intervento di riqualificazione in via Bugiardini, all’interno del quale è individuata un’area di circa 5.000 mq da destinare ad attrezzature religiose, usando in parte alcuni terreni appartenenti alla Diocesi e ceduti alla Parrocchia di Ponte a Greve. Questa operazione – spiega il presidente della Commissione Servizi al territorio del Quartiere 4 Andrea Perini – era considerata la migliore per tenere insieme gli interessi della Diocesi, dell’Amministrazione e della cittadinanza. Purtroppo, però, i privati proprietari delle altre aree interessate non riuscirono a raggiungere un accordo e, con l’approvazione del Piano Strutturale del Comune di Firenze nel 2010, quella ipotesi di intervento si chiuse definitivamente. Persisteva dunque il problema di trovare una sistemazione adeguata per la nuova struttura.

Nel 2013, viene approvata una variante al Regolamento Urbanistico individuando una porzione del cosiddetto ‘campone’ (l’area lungo il Viuzzo delle Case Nuove, sul fianco destro dell’Ipercoop Ponte a Greve), che prevedeva la cessione di 4.843 mq di terreno dal Comune alla Parrocchia (lasciandone liberi 10.118 mq) e la permuta con due terreni, uno situato dietro la Coop stessa (3.630 mq contigui ad un’altra area verde pubblica di 2.690 mq, le cosiddette collinette) e l’altro situato in via Lunga-via Simone Martini, di 6.010 mq. per far fronte alle perplessità di alcuni cittadini, all’esito di un percorso partecipativo, vengono imposti alla parrocchia degli oneri addizionali alla permuta, stimati in circa € 110.000, più l’eventuale residuo della compensazione dei terreni. Sul punto, è bene tenere presente che la normativa vigente considera le chiese e gli altri edifici religiosi come opere di interesse pubblico (sono infatti opere di urbanizzazione secondaria) e le esenta pertanto dal contributo di costruzione.
La Chiesa fiorentina – prosegue Andrea Perini – ha pertanto chiesto di eliminare gli oneri imposti nel 2013 (che, di fatto, avevano bloccato la realizzazione della scheda). Il Comune, convenendo su tale richiesta, ha quindi deciso un investimento di € 600.000 (già stanziati e da spendere entro il 2024) per creare una ‘piazza verde’ che unisca il rione storico di San Lorenzo a Ponte a Greve (via Neri di Bicci, via Bugiardini) con l’area delle ‘case nuove’ (via Tiziano, via Caravaggio). Questo progetto prevede un aumento del 30% delle ombreggiature, l’installazione di alberi ‘mangia Co2’ e di elementi che permettano la vivibilità e la fruibilità dell’area, come panchine, tavolini, aree giochi per bambini ed anche un’area cani. Al momento, infatti, l’area verde del ‘campone’ è purtroppo anonima, poco frequentata e mal curata, usata principalmente come bagno pubblico dai proprietari dei cani e fonte di degrado, più che di qualificazione.
Con questo piano, già finanziato, l’Amministrazione fa due cose: innanzitutto, come detto, ‘ricuce’ aree urbanistiche oggi scollegate (il borgo storico di Ponte a Greve e l’area delle ‘case nuove’); ma, soprattutto, dà una nuova vita a questa area, creando un luogo di incontro e socializzazione dove adesso non c’è niente. A Ponte a Greve, infatti, non c’è nessuna piazza o luogo aperto per ritrovarsi (questa funzione è stata assorbita dal centro commerciale!). A questo si aggiunga che, a cinque minuti a piedi dall’area interessata, verrà realizzato il nuovo parco della caserma ‘Lupi di Toscana’: 8 ettari, di cui 4 da realizzare entro il 2023 e finanziati per €1.5 milioni.
Dunque, cartina alla mano, questa è l’unica proposta capace di tenere insieme gli interessi di tutte le parti in gioco. Primo, perché tra spazi privati e spazi inutilizzabili (le cosiddette ‘collinette’ non sono abbattibili se non con svariate centinaia di migliaia di euro) non vi è fisicamente lo spazio per collocare la nuova struttura. Secondo, perché, a maggior ragione, numerosi passaggi amministrativi sono già stati fatti per la realizzazione del progetto (la permuta è già stata approvata ed i € 600.00 sono già stati stanziati).
Sul metodo, poi, è bene ricordare due cose. Innanzitutto, questo progetto è stato approvato per ben due volte, da tre Consigli comunali differenti (nella precedente consiliature, con la variante del 2013 e l’approvazione del RU del 2015, e nuovamente dall’attuale consiglio del 2021 con la delibera di permuta). In secondo luogo che, in tutti questi anni, l’Amministrazione si è sempre interfacciata con i cittadini – aderenti al comitato e non – per cercare di raccogliere i timori e le preoccupazioni, ma anche le speranze e i desideri legati a questa realizzazione. Lo ha fatto con un percorso partecipativo nel 2013, ed ha continuato a farlo negli anni scorsi tramite il Quartiere, tramite gli assessorati competenti e tramite l’Ufficio del Sindaco, che più volte è stato coinvolto negli incontri sul tema. Il 2 maggio 2021 si è anche tenuta un’assemblea pubblica aperta a tutta la cittadinanza: 7 interventi su 10, per quanto il campione possa essere rappresentativo, sono stati a favore della riqualificazione.
Come Amministrazione, abbiamo sempre cercato di ascoltare le esigenze di tutti i cittadini, incontrandoli ed invitandoli nelle sedi istituzionali, contemperando gli interessi divergenti e ricercando il benessere collettivo. In questo progetto – conclude il presidente della Commissione Servizio al territorio Andrea Perini – lo facciamo in modo concreto, diretto e finanziato con un investimento di € 600.000. Cambiare le carte in tavola adesso, come ha ricordato il Sindaco Nardella all’assemblea pubblica, significa perdere i soldi stanziati e lasciare tutto com’è per gli anni a venire. Questo non possiamo permettercelo”. (s.spa.)

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