Publiacqua. Miriam Amato (Potere al Popolo): “Una gestione fallimentare che accumula penali e non realizza tutti gli investimenti previsti, l’acqua non può essere pubblica con una Holding”

“Tubi vetusti, bisogna partire da quelli in cemento amianto, come richiesto da associazioni e movimenti fin dal 2014”

“L’acqua tornerà pubblica solamente se gestita da un organismo di diritto pubblico e non da una holding, che né consente la speculazione col fine di lauti dividendi per i soci. Ogni anno, al Comune di Firenze – spiega la consigliera dio Potere al Popolo Miriam Amato – entrano nelle casse circa 4 milioni di euro. Inoltre, il prolungamento della concessione a Publiacqua equivale a negare che sia stata fallimentare: ha accumulato penali per ben 1.661.792 euro nel biennio 2015/2016 per non aver rispettato gli obblighi di comunicazione e non ha realizzato 3.689,938 euro di investimenti, da tariffa (netti) previsti, a cui possiamo aggiungere le perdite diffuse di rete ed i disagi denunciati dai lavoratori.

Apprezzo il tempismo del Sindaco nell'annunciare che non aumenteranno le bollette, proprio mentre stanno arrivando delle segnalazioni con un addebito maggiorato di almeno 7 mc a conguaglio, a utenza. Siamo abituati a sentir parlare di investimenti, peccato che poi non vengono mai tutti realizzati.

Per la sostituzione dei tubi vetusti, ricordiamo al Sindaco la necessità di partire da quelli in cemento amianto, visto il potenziale pericolo per la salute pubblica. Nella nostra città si tratta di 6 km di tubature, ma sono condotte principali, in altre parole tubi che portano l’acqua dagli impianti di prelievo ai rami secondari. In Toscana l’area interessata è servita da una rete idrica lunga circa 225 chilometri e realizzata interamente con tubazioni di eternit o cemento-amianto.

Dal 2014 organizzazioni, associazioni e movimenti promotori* hanno lanciato la campagna “No Amianto Publiacqua”: obiettivo, chiedere l’eliminazione dei 2000 km di tubature in amianto o cemento amianto, che fanno parte dall’acquedotto che serve Firenze, Prato, Pistoia e Medio Valdarno. Tutti insieme siamo riusciti a raccogliere più di 3.000 firme.

Un utile contributo – conclude Miriam amato di Potere al Popolo – è stato dato anche dal libro “Amianto dal rubinetto può bastare una fibra” di David Mattacchioni e Maurizio Marchi, entrambi militanti di Medicina democratica. E’ una raccolta sistematica di documenti, spesso sconosciuti agli stessi attivisti dell’ambiente e della salute, di valenza generale, con un occhio particolare al problema dei tubi di cemento amianto negli acquedotti della Toscana”. (s.spa.)

*I Promotori sono stati : ABC Pistoia, Associazione Acqua Bene Comune Pistoia e Valdinievole, Associazione Esposti Amianto, Associazione Rifiuti Zero Firenze, Ateneo Libertario Firenze, Attac Chianti Val D’Elsa, Attac Firenze, Cantiere Sociale Camilo Cienfuegos, Cobas Toscana, Collettivo Fondo Comunista, Comitato 21 Marzo Gavinana, Comitato Acqua Bene Comune Prato, Comitato Acqua Bene Comune Valdarno, Comitato fiorentino Acqua Bene Comune, Comitato H20 Montevarchi, Comunità delle Piagge, CPA Firenze-Sud, Csa Next Emerson, Cub Sanità Firenze, Forum Toscano dei Movimenti per l’Acqua, l’Altracitta – giornale della periferia, Medicina Democratica, PerUnaltracittà – La Città invisibile.

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