Nicola Armentano (Presidente della Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali): “Carlo Levi e Anna Maria Ichino, due “grandi”, due città, due piazze: Firenze li abbraccia per sempre”

“Da venerdì 9 marzo Firenze ha due nuove piazze. Proprio ai lati di Palazzo Pitti. Una – spiega il Presidente della Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali Nicola Armentano – è dedicata a Carlo Levi, medico, pittore, scrittore, ebreo, membro del Comitato Toscano di Liberazione, e l’altra ad Anna Maria Ichino, fiorentina, che dal 1938 al 1944, ha ospitato nella sua casa di piazza Pitti decine e decine di antifascisti, ebrei, studenti, insegnanti, senza mai chiedere nulla per se stessa, ma rischiando la sua vita ogni giorno.

Questa iniziativa che onora la nostra città, Medaglia d’oro della Resistenza, parte da una mozione presentata nel 2016 che chiedeva di intitolare una strada a Carlo Levi. La mozione, di cui sono primo firmatario, era stata poi approvata dal Consiglio Comunale. Poi, quest'anno, il sindaco Dario Nardella, al quale va il mio grazie sincero, e il direttore degli Uffizi, Eike Schmidt, lo avevano ribadito il Giorno della Memoria. Non un annuncio, ma una decisione che aveva già una data e luogo.

La data: l’8 marzo, giorno in cui, nel 1944, gli ebrei fiorentini, con un treno partito dal binario 16 della stazione di Santa Maria Novella, vennero deportati nei campi di concentramento tedeschi. E i luoghi non sono casuali.

Già, perché in piazza Pitti 14, in casa di Anna Maria Ichino, Carlo Levi ha scritto il suo capolavoro: “Cristo si è fermato a Eboli” che è il diario del confino a Grassano e Aliano, in Basilicata. Ma anche perché in quella stessa casa vi era anche una delle sedi del nostro Comitato di Liberazione. Lì si riuniva la Commissione stampa della quale facevano parte oltre a Carlo Levi, azionista; Bruno Sanguinetti, comunista; Vittorio Santoli, liberale; Amerigo Gomez, socialista e Vittore Branca, democristiano, al quale il Consiglio Comunale conferì la cittadinanza onoraria. In quella casa è stata preparata “La Nazione del Popolo”, organo del Comitato Toscano di Liberazione. Levi, che era arrivato a Firenze nella primavera del 1941, pensava di rimanere nella nostra città. Nel novembre del 1944, infatti, uscendo dalla clandestinità, si presentò in Comune. Chiese e ottenne la residenza in Piazza Pitti, 14.

Lì, dove trovò rifugio e ospitalità come tanti altri.

Sì, in casa di Anna Maria Ichino, una donna coraggiosa che come altre centinaia e centinaia di donne fiorentine che hanno lottato, senza armi, contro il regine di Mussolini. Pur avendo aiutato decine e decine di antifascisti, è morta nel 1970, praticamente sola, dimenticata dalla cronaca e dalla storia. La piazzetta a lei dedicata – aggiunge il presidente Nicola Armentano – è il giusto riconoscimento che da venerdì la rende immortale.

Quella donna che aveva battuto a macchina “Cristo si è fermato ad Eboli” come racconta nel suo libro il cronista fiorentino, Nicola Coccia: “L’arse argille consolerai: Carlo Levi dal confino alla Liberazione di Firenze”, al quale è stato assegnato il Premio Carlo Levi.

Quel libro che, a parer mio, ancora oggi è più che attuale.

La matematica di questi giorni pare indicarlo chiaramente e, purtroppo, amaramente”. (s.spa.)

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