Nicola Armentano (Capogruppo Partito Democratico): “Giornata mondiale della salute: perché investirci e non lo si fa”

“Lo scorso 7 aprile l’Organizzazione mondiale della salute ha celebrato, come accade tutti gli anni, la giornata che ci invita ad occuparci di questo diritto fondamentale che è la salute. Lo slogan del 7 aprile 2024 era “La salute, che sia un diritto per tutti”. Quanto sta accadendo nel nostro Paese – sottolinea il capogruppo del Partito Democratico Nicola Armentano – va, esattamente, in una direzione un po’ diversa. L’autonomia differenziata sappiamo a chi garantirà questo diritto per tutti. Sicuramente lo garantirà alle cittadine ed ai cittadini che vivono nelle regioni del Nord, meno probabile che questo diritto alla salute, che come ricorda l’articolo 32 della Costituzione dovrebbe essere garantito a tutti, venga garantito alle cittadine ed ai cittadini del Sud.

Oggi abbiamo bisogno di dare una risposta ai tanti professionisti della sanità che, nonostante il grande impegno ed il grande sacrificio, ricevono una scarsa retribuzione da parte del Servizio Sanitario Nazionale e fanno fatica a garantire i servizi essenziali. Oggi mancano all’appello almeno centomila operatori tra medici e infermieri: sono almeno trentamila i medici, che devono essere assunti tra medici specialisti nelle strutture ospedaliere, nei pronto soccorso o come medici di famiglia oggi sempre più introvabili, e dai 60 ai 70 mila gli infermieri; è necessario ormai abolire l’obsoleto tetto alla spesa per il personale, introdotto nel 2009, che obbliga a spendere per le assunzioni non più di quanto si spendeva nel 2004 diminuito dell’1,4 per cento, e promuovere un piano straordinario triennale di assunzioni di professionalità che mancano, sia nelle strutture territoriali che in quelle ospedaliere.
Non è più possibile colmare la carenza di personale con la proroga di misure volte all’assunzione di personale con contratti a termine (introdotte durante il periodo pandemico) o con l’impiego dei cosiddetti gettonisti, ovvero medici pagati a ore per tamponare le carenze di personale negli ospedali, in particolare nei pronto soccorso.
Si tratta di una deriva che, negli ultimi anni, è talmente cresciuta che oggi capita di trovare strutture ospedaliere dove interi reparti sono gestiti con queste modalità, con grande impatto economico sulla spesa pubblica, per gli elevati costi sostenuti dalle aziende sanitarie.
Le gravi carenze di organico e le conseguenti lunghe liste di attesa mettono in crisi i principi fondanti del Sistema sanitario nazionale, universalità, uguaglianza ed equita, in particolare per le fasce più deboli della popolazione che non hanno le risorse per rivolgersi alla sanità privata e rinunciano così a curarsi. Abbiamo bisogno di investire nella ricerca; abbiamo bisogno di evitare di non privare i territori di quelle risorse che, grazie al Pnrr, erano state messe a disposizione della sanità territoriale e quindi bisogna invertire un trend che questo governo fa ancora fatica a mettere in atto. Anche alla luce di quanto dichiarato, qualche anno fa, dal presidente della Repubblica Mattarella. Lo dobbiamo – conclude il capogruppo PD Nicola Armentano – anche a quelle donne ed a quegli uomini che, durante la pandemia, mettendo a disposizione la loro professionalità, l’hanno pagata con la propria vita”. (s.spa.)

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