“Dispiace che Chiarot intervenga senza che nessuno lo abbia direttamente interpellato semplicemente per alimentare una polemica assurda e incomprensibile. Nessuno ha chiamato in causa l’ex Sovrintendente, di cui francamente nessuno si ricordava più, neanche Pereira, che durante l’audizione in commissione ha fatto riferimento in generale alla situazione del teatro degli anni precedenti. Le parole fuori luogo di Chiarot spiacciono anche perché servono solo ad alimentare la grancassa di Fratelli d’Italia. Se non conoscessimo Chiarot verrebbe da pensare quasi che si siano messi d’accordo lui e Fratelli d’Italia per creare un polverone e un attacco totalmente fuori luogo. L’operato di Pereira sul rilancio artistico è sotto gli occhi di tutti, è riconosciuto da tutti i media europei, ha permesso di portare a Firenze i più grandi nomi internazionali della musica, basti pensare all’arrivo di Daniele Gatti come direttore principale e la conferma di Zubin Mehta come direttore emerito a vita, poi ancora tra i direttori Sir John Eliot Gardiner, Daniel Harding, Diego Fasolis, Ottavio Dantone , tra i cantanti Sonya Yoncheva, Anna Netrebko, Cecilia Bartoli, Jessica Pratt, Krassimira Stoyanova, Lise Davidsen, Nadine Sierra, Juan Diego Florez, Leo Nucci, Plàcido Domingo, Luca Salsi, Francesco Meli, Nicola Alaimo, Thomas Hampson, tra i registi Davide Livermore, Cesare Lievi, Robert Carsen, Roberto Andò, Sven Erich Bechtolf, solo per citarne alcuni, sottolineando anche il prestigioso premio Abbiati 2021 per il miglior spettacolo dell’anno con “il ritorno di Ulisse in patria” di Claudio Monteverdi andato in scena a La Pergola nella scorsa edizione del Festival. In questo sì che c’è una differenza visibile con la gestione precedente. A nostro avviso Pereira ha permesso davvero al Maggio di fare un salto di qualità rispetto al passato, lo testimoniano i numeri che ci ha portato in commissione e l’attenzione che i media nazionali e internazionali riconoscono alla programmazione che ha messo in campo”.
Così Nicola Armentano, capogruppo Pd a Palazzo Vecchio.
(sa. ca.)