La passerella pedonale delle Cure intitolata a Giuseppe Rimbotti

La cerimonia giovedì alle 11 con l’assessore Martini

Sarà intitolata a Giuseppe Rimbotti la passerella pedonale sul Mugnone tra via Boccaccio e via della Palancola alle Cure. La cerimonia in programma giovedì 12 maggio alle 11 alla presenza dell’assessore alla Toponomastica e alla Cultura della Memoria Alessandro Martini e dei familiari di Rimbotti. “Intitolare la passerella nel quartiere delle Cure a Giuseppe Rimbotti è una iniziativa importante perché fa memoria viva di un uomo che nella sua vita, attraverso gran parte del secolo scorso, ha saputo essere un testimone di coraggio, di impegno, di coerenza politica e culturale - dichiara l’assessore Martini - . Rimbotti ha messo a disposizione le sue qualità umane e civiche in tutti gli ambiti della vita: nel suo impegno da combattente dalla parte giusta nella guerra, anche rischiando più volte la vita e salvandosi quasi per miracolo; nella sua professione di giornalista impegnato tra la Lombardia e la Toscana; nei suoi ideali di cattolico come persona fortemente motivata dai valori cristiani anche attraverso la sua militanza nell’Azione Cattolica. In ogni ambito si è distinto tanto da avere riconoscimenti importanti tra cui la medaglia al valore militare. Firenze quindi con questa intitolazione vuole esprimere la sua riconoscenza a Rimbotti e lo fa dedicando una passerella a un uomo che si è sempre speso per realizzare ponti ideali tra i diversi mondi, le diverse realtà e i diversi modi di intendere la vita”. Rimbotti, nato nel 1925 a Milano da una famiglia di origine toscana, visse a lungo a Firenze nella zona delle Cure e la famiglia aveva fatto richiesta di dedicargli un luogo della città. Iscritto all’Azione Cattolica fin da giovanissimo, fu giornalista e presidente dell’Associazione Nazionale Combattenti Forze Armate Regolari nella Guerra di Liberazione. Tra le onorificenze la medaglia al valor militare con la seguente motivazione: “Improvvisamente affrontato, mentre isolato cercava di raggiungere il proprio reparto impegnato in combattimento, da numerosi tedeschi che intendevano disarmarlo, ne abbatteva due a colpi di pistola. Ferito, non desisteva dal suo atteggiamento e ne abbatteva un altro. Disarmato da un colpo di fucile che gli strappava l’arma di mano veniva catturato, ferito in più parti del corpo. Condannato a morte con giudizio sommario, all’offerta dell’avversario di aver salva la vita, a condizione che si recasse dal proprio comandante di battaglione a consigliargli la resa, fermamente rifiutava, pur sapendo di mettere in tal modo a repentaglio la propria esistenza. Liberato in seguito alla resa delle truppe tedesche, partecipava con valore alla guerra di liberazione. Bell’esempio di fermezza, di sprezzo della vita e di onore militare. Passo del Prevallo (Trieste), 9 settembre 1943”. Si trasferì a Firenze nel 1955 dove fu molto attivo nel sociale e a lavorare come giornalista. Nel 1960 fu nominato cavaliere dell’ordine al merito della Repubblica dal Presidente Gronchi e nel 1969 gli fu assegnata l’onorificenza di ufficiale dello stesso ordine. Morì nel 2000 a Pozzo della Chiana.

Per la biografia: www.biografieresistenti.isacem.it (mf)    

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