La Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali ha approvato una risoluzione per mantenere l’esclusione dell’IVA per le associazioni di volontariato socio-assistenziali

La Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali, presieduta da Mimma Dardano, ha approvato, all’unanimità, la risoluzione, presentata dai consiglieri Antonio Montelatici (Gruppo Centro) e Mimma Dardano (Lista Nardella), e fatta propria dalla Commissione, che chiede modifiche alla disciplina dell’IVA per le associazioni di volontariato socio-assistenziali.

Il Governo ha emanato un Decreto Legge che reca una serie di disposizioni che includono nel nuovo regime IVA le associazioni del terzo settore. La legge prevede un passaggio dall’attuale regime di esclusione IVA, ad un regime di esenzione IVA per i servizi prestati e i beni ceduti dagli enti nei confronti dei propri soci.

“La nuova disciplina – spiega la presidente della Commissione Politiche sociali e della salute, sanità e servizi sociali Mimma Dardano – se approvata, impone alle organizzazioni di volontariato e alle associazioni di promozione sociale, con ricavi annui superiori a 65 mila euro, di applicare le disposizioni sulla partita IVA da imporre sulle attività considerate di natura commerciale, mentre al di sotto di tale limite si applica un regime IVA speciale forfetario con vari adempimenti contabili.

La nuova disciplina, in entrambe le fattispecie normative, imporrebbe la fatturazione e/o la registrazione di operazioni che attualmente non vengono contabilizzate perché inerenti attività non commerciali, con l’apertura di una partita IVA, che comporta costi con ulteriori oneri e adempimenti burocratici.

Vogliamo ricordare – continua la presidente Mimma Dardano – la reciprocità del mondo del volontariato che si avvale di personale che, in quanto volontario, non viene pagato, salvo i rimborsi per le spese affrontate nell’esercizio dell’azione di volontariato e assistenza.

La legge prevede una serie di responsabilità oggettive per gli amministratori, anch’essi, non dimentichiamolo, volontari. Le nuove disposizioni hanno una portata fortemente limitativa delle attività e degli intenti perseguiti da tali associazioni, che si basano sull’articolo 118 della Costituzione, principio di sussidiarietà fondamentale per lo svolgimento delle attività di volontariato”.

La risoluzione invita il Parlamento e il Governo a modificare l’articolo del decreto legge facendosi così portavoce delle giuste istanze della miriade di associazioni del terzo settore la cui attività è divenuta sempre più indispensabile a favore del sociale, evitando di gravare ulteriormente sulle associazioni mettendone a rischio la sopravvivenza. Sostenere il Terzo Settore e non colpirlo. (s.spa.)

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