Giornata nazionale contro il bullismo. Laura Sparavigna (Presidente Commissione Istruzione, formazione e lavoro): “Si risponde con l'educazione e con progetti che coinvolgono tutto il nostro territorio”

“Il 7 febbraio 2020 abbiamo celebrato la quarta giornata nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo, istituita nel febbraio 2017 poco prima dell'emanazione della legge 71 del 29 maggio “contro il cyberbullismo” con cui si è riconosciuto il fenomeno, se ne è permessa la denuncia – ha ricordato la presidente della Commissione Istruzione, formazione e lavoro Laura Sparavigna – e si è dato il via a una rivoluzione gentile nell'istruzione per la prevenzione e il contrasto di questa subdola violenza.
Il bullismo è una pratica di micro azioni che ripetute nel tempo screditano e umiliano una persona. Ne minano l'autostima, ne oscurano l'immagine che ha di sé sino a rovinarne il rapporto con gli altri.
Il bullismo – ha aggiunto la presidente Laura Sparavigna – passa attraverso piccolissimi gesti, poche parole, l'uso di certi toni di voce. Ma questo insieme di azioni rivolte contro un singolo, ripetute giorno dopo giorno, produce effetti devastanti. Può essere un “vergogna” urlato, una spinta mentre si cammina, un fischio mentre si parla, o un commento sotto un post.
Bullismo è tutto ciò che scredita in maniera continuata e costante il valore del lavoro, delle azioni, del pensiero, fino ad annullare il valore della persona stessa. Un insieme di ferite che si sommano giorno dopo giorno e come una goccia d'acqua può erodere una roccia, così la cattiveria centellinata arriva a distruggere una persona.
Il 60/80% dei casi di bullismo sfociano in forme autodistruttive, come l'autolesionismo, l'ansia, la depressione sino al suicidio. Le indagini statistiche riportano percentuali allarmanti: un ragazzo su due sarebbe oggetto di vessazioni da parte di adolescenti.
Beh, alla violenza si risponde con l'educazione!
Con progetti che coinvolgono tutto il nostro territorio come “Bulli Citrulli” o “Progetto Gaia” o “Differenza tra me e te” o “Abbasso la violenza” o “Star bene in classe” o “Alle radici delle violenze” o “Ragazzi in guardia”. Con il protocollo tra USR, Regione Toscana e Unifi per continuare la ricerca su piano scientifico e metodologico per il contrasto nelle realtà scolastiche, con la campagna “Riempiamo la rete di gentilezza” del Miur, o con quella lanciata dalla Polizia di Stato in questi giorni.
Il bullismo – ha concluso la presidente della Commissione Istruzione, formazione e lavoro – porta violenza, dolore, umiliazioni. Fisico, verbale o virtuale il bullismo non va ignorato. Non c'è un'età in cui si smette di essere bulli ma c'è una società che può decidere di unirsi e opporsi”. (s.spa.)

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