Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, intervento di Armentano

L'intervento del capogruppo Pd nel consiglio comunale di ieri

 

Questo l’intervento del capogruppo Pd a Palazzo Vecchio Nicola Armentano, ieri nel Consiglio comunale dedicato alla Giornata internazionale contro la violenza sulle donne:

“Non è una celebrazione né una ricorrenza, tanto più in questo momento, ma l’occasione per un impegno comune per la difesa dei diritti e per la promozione della parità, combattendo ogni rischio di arretramento culturale. Il 25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, è per noi la data in cui rinnovare il patto di alleanza contro ogni forma di violenza e di discriminazione. Oggi ancora di più, nel contesto di emergenza sanitaria ed economica, la violenza diventa l’esito estremo di diseguaglianze e di discriminazioni di genere che il COVID può alimentare. Secondo i dati Istat durante il lockdown della scorsa primavera   le telefonate valide per denunciare violenza sono state  il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. È importante ricordarci di questo mentre stiamo vivendo la seconda ondata della pandemia che ancora una volta o impone un lavoro da casa in convivenze forzate dalla necessità, o genera nuova disoccupazione femminile poiché sconvolge dal punto di vista occupazionale settori prevalentemente occupati da donne: ricezione, commercio, turismo, attività di assistenza e di cura della persona. Molte donne perdono il lavoro e la mancanza di sicurezza economica e di una rete di relazioni le espone ancora di più al rischio della violenza. In altri casi il lavoro che continua vede compromesse le tutele mentre rischiano di crescere le discriminazioni. Le donne che lavorano in settori come quello sanitario e socio-sanitario sono, per esempio, spesso le più esposte a carichi di lavoro massacranti e al rischio di infezione.  Come certificano i dati INAIL, riferiti alla prima ondata di pandemia, la maggior parte delle denunce di infortunio da COVID-19 attiene alle donne.  In questo contesto ci appaiono ancor più inaccettabili episodi di violenza e discriminazione che la cronaca ci sbatte in faccia e che ci dimostrano che il problema non è tanto  del singolo ma è un fenomeno strutturale che ha radici culturali profonde e pervasive e, in quanto tale, necessita di interventi strutturali, continui e integrati tra vari soggetti.  Ho quindi molto apprezzato quando, di fronte ad affermazioni di carattere sessista e discriminatorie pronunciate durante una lezione da un docente, il rettore dell’Università di Bari non solo lo abbia sospeso da ogni attività didattica, ma in quanto legale rappresentante abbia chiesto pubblicamente scusa, assumendosi una responsabilità che coinvolge e deve far riflettere l’intera istituzione. Riflettere, quindi, ma anche lavorare ed impegnarsi  in iniziative concrete per arginare la violenza di genere, adesso è più urgente che mai. E garantire  quei principi di uguaglianza pilastri della nostra Costituzione combattendo l’indifferenza e ogni forma di prevaricazione, Ma anche avere il coraggio di chiedere scusa, come ha fatto il rettore dell’università di Bari. Un gesto semplice che può significare molto”.

 

 

Scroll to top of the page