Draghi (Fratelli d'Italia): "Nardella sbeffeggiato dal suo omologo di Ravenna per le spoglie di Dante"

"Fratelli d'Italia sostiene che la titolarità delle celebrazioni del settecentenario dalla morte del Sommo Poeta spettino a Firenze e a tutta Italia, non solo a Ravenna"

Questo l'intervento del capogruppo di Fratelli d'Italia Alessandro Draghi

"Ingrata patria ne ossa quidem mea habes", così una famosa locuzione latina si riferisce a coloro che esiliati diffidano i posteri a riportare le proprie spoglie nella città natia. Infatti contro questo destino nemmeno il sindaco Dario Nardella ha potuto farci niente, sebbene per qualche tempo ci abbia sperato, come del resto anche il presidente della società dantesca Eugenio Giani. Non sarà così quindi, la querelle fra i due sindaci (Pd entrambi) non farà in modo che Firenze riveda le spoglie di Dante nemmeno temporaneamente" sostiene Draghi, che chiederà una seduta apposita in commissione Cultura a ripresa dei lavori.

"Un vero peccato per Firenze e i fiorentini, che non rivedranno il "ghibellin fuggiasco", tornare nel 2021 a 700 anni dalla sua morte. Epilogo peggiore della vicenda, improntata al peggior campanilismo, è che nessuno dei due amministratori abbia pensato che la vera patria di Dante nel XXI secolo sia la nazione italiana e tutti coloro, italiani e non, che nel mondo amano e studiano questa lingua, non fra le più parlate ma senza dubbio fra le più amate. Proprio per questo - conclude Draghi - le celebrazioni del settecentenario dalla morte del padre della lingua italiana non dovrebbero solo riguardare Ravenna ma tutte le maggiori città italiane in patria, oltralpe e oltremare". (fdr)

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