Donata Bianchi (Presidente Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali) “Ricordato l’assassinio di Idy Diene”

“Idy Diene, un cittadino di Firenze proveniente dal Senegal, fu ucciso il 5 marzo 2018 sul ponte Vespucci; il tipografo Roberto Pirrone lo ferì con sei colpi di pistola, finendolo con un colpo di grazia alla testa. Aveva 53 anni e da almeno 20 era in Italia. Viveva a Pontedera – ha ricordato la presidente della Commissione pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali Donata Bianchi – e ogni giorno veniva a Firenze in treno, dove faceva l’ambulante in Oltrarno.
Idy proveniva dallo stesso villaggio di Samb Modou, ucciso dall’estremista di destra, Gianluca Casseri, in piazza Dalmazia il 13 dicembre 2011.
Pirrone in appello fu condannato a 30 anni, con l’aggravante dei futili motivi. Uscì da casa, si dice depresso, scelse un uomo a caso, guarda un po’ un uomo di origine senegalese, e l’uccise.
Idy Diene era considerato uno dei decani della comunità senegalese a Firenze. Alla manifestazione che fu indetta a 24 ore dalla sua uccisione, una donna ci ricordò “Il sangue non è bianco e nero. È uguale per tutti, è sempre rosso. Il nostro è stato versato troppe volte”.

Il 12 marzo del 2018 il Consiglio comunale di Firenze decise all’unanimità di apporre una targa istituzionale su Ponte Vespucci per ricordare Idy Diene, ad oggi, tuttavia, l’unica targa esistente è quella messa dalla rete antirazzista e antifascista. Nel 2019 il Consiglio comunale votò nuovamente una mozione con la richiesta alla Giunta e al Sindaco di procedere con l’apposizione di un’insegna ufficiale. La rete antifascista e antirazzista – ha concluso la presidente Donata Bianchi – raccolse anche più di un migliaio di firme e ci fu un’interlocuzione con la Prefettura, purtroppo siamo ancora in attesa. Chiedo che questa Consiliatura possa concludersi con l’apposizione della targa ufficiale, come spero che si proceda alla ristrutturazione del giardino dei Giusti, di cui oggi si celebra la giornata internazionale, e alla piena valorizzazione del Memoriale di Auschwitz.
Anche questi atti simbolici contano, e sono necessari per non essere indifferenti”. (s.spa.)

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