Donata Bianchi (Presidente Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione): “Sostenere politicamente e concretamente la lotta delle donne e del popolo iraniani”

“La Commissione sette (Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione) ha incontrato una delegazione del comitato fiorentino di iraniani e iraniane da tempo in Italia, che in questi mesi si sta mobilitando a supporto delle proteste divampate in Iran contro un regime autoritario e violento. L’occasione – spiega la presidente della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione Donata Bianchi – è stata l’espressione di un parere su una risoluzione presentata da me e altri consiglieri del Pd, che poi è stata approvata all’unanimità ed è diventata di Commissione, e ringrazio per questo  tutti i consiglieri e le consigliere presenti.

Dalle prime mobilitazioni in reazione all’uccisione di Mahsa Amini, che videro in prima fila donne di ogni età riunite sotto lo sloga “Donna, Vita, Libertà” oggi l’opposizione coinvolge tutti e tutto il Paese, dalle grandi città ai piccoli villaggi, come ha ben spiegato Mahnaz del comitato. La mobilitazione in Italia ha avuto un andamento analogo, come visto anche a Firenze a partire dai primi presidi a piazza S. Ambrogio. La partecipazione di Firenze accanto alla comunità – prosegue la presidente Donata Bianchi – è stata significativa in questi mesi con associazioni, rappresentanti della giunta, singoli cittadini e cittadine che hanno dimostrato solidarietà e sostegno politico, gesti simbolici come lo striscione esposto a Palazzo Vecchio oppure i capelli tagliati che raccolti in una teca sono stati inviati per protesta all’Ambasciata italiana dall’Assessora Albanese. L’evoluzione  drammatica di ciò che sta avvenendo in queste settimane, centinaia di morti di cui decine minorenni, quasi ventimila incarcerati e una decina di condanne a morte richiedono un forte impegno politico a sostegno della richiesta di cambiamento come ben chiarito da  Aysan e Ferideh. La scorsa settimana – aggiunge Donata Bianchi – una delegazione è stata ricevuta da parlamentari italiani e una lettera aperta è stata rivolta alla Presidente del Consiglio.

L’atto della Commissione sette, nel chiedere che il Comune dia piena solidarietà al popolo iraniano in lotta e continui a mobilitarsi a tutti i livelli, per una condanna politica di ciò che sta avvenendo,  chiede che

-           la Regione Toscana si impegni a sostenere politicamente e concretamente la lotta delle donne e del popolo iraniani offrendo, se necessario, ospitalità  e accoglienza a perseguitate e perseguitati politici in fuga dal Paese per la loro incolumità e quella delle loro famiglie;

-           al Governo italiano e al Ministro degli Esteri di esprimere una ferma condanna di quanto sta accadendo in Iran, anche  nelle opportune sedi internazionali, nonché il sostegno alla lotta del popolo iraniano;

-           al Ministro degli Esteri di convocare in via di urgenza l’ambasciatore dell’Iran affinché dia conto di cosa sta accadendo nel Paese, delle violenze, uccisioni  e delle violazione dei diritti umani ormai ben documentate anche da organismi internazionali;

-           al Ministro degli Esteri di agire un sollecito intervento in sede Europea e Onu affinché sia costituita una commissione di indagine internazionale che si rechi in Iran per verificare cosa accade nelle prigioni e raccolga in forma diretta testimonianza delle repressioni in corso;

-           chiede al Governo e al Parlamento italiano di dare seguito alle richieste presentate dal Comitato delle iraniane e degli iraniani in Italia nella lettera aperta inviata alla Presidente Meloni e illustrata alla Camera il 22 novembre ad una delegazione di deputati,  lettera nella quale si sottolinea l’urgenza di sospendere le relazioni commerciali, di adottare misure diplomatiche efficaci anche in relazione all’ambasciata italiana in Iran, di impedire la vendita di armi al regime iraniano, di sospendere la condanna a morte dei prigionieri politici e degli attivisti e attiviste in prigione”. (s.spa.)

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