Destination Italia/Destination Firenze, al Vieusseux cinque eventi sullo studio all’estero con i direttori di università americane

Da lunedì 20 novembre il progetto ideato dal presidente del Gabinetto Scientifico letterario Riccardo Nencini e dal presidente Aacupi Fabrizio Ricciardelli

Perché decine di migliaia di studenti americani continuano a venire a studiare a Firenze? Quali sono i motivi che ancora oggi fanno dello Study Abroad un asset economico e culturale per l’Italia? A queste e altre domande risponderanno cinque direttori di università americane con una serie di lezioni dal titolo ‘Destination Italia/Destination Firenze’ in programma dal 20 novembre dalle 18 alle 19 nella Sala Lettura del Vieusseux in piazza Strozzi. Il progetto è ideato dal presidente del Gabinetto Vieusseux Riccardo Nencini e dal presidente di Aacupi (Association of American College and University Programs in Italy) Fabrizio Ricciardelli, che saranno anche i moderatori dei dibattiti con specialisti internazionali della Global Education.

Al centro degli incontri anche i diversi fattori che entrano in gioco nella scelta del percorso di studi all’estero, come l’immagine dell’Italia nel cinema americano, l’immagine dell’americano nel cinema italiano, la storia dello Study Abroad americano come discendente del Grand Tour e le differenze culturali che gli studenti americani riconoscono nelle proprie esperienze in Italia. Gli incontri si concluderanno con una discussione aperta al pubblico presente.

"Firenze città del mondo si confronta con storie e passioni provenienti da altri continenti, il modo migliore per crescere,  creare, conoscere.  Senza paura delle diversità”, ha detto il presidente Nencini.

“Il fenomeno dello Study Abroad porta diverse decine di migliaia di studenti americani in Italia e la presenza degli studenti americani è ormai una realtà economica e culturale significativa per il nostro territorio”, ha detto il presidente Ricciardelli. (sc)

 

Il programma 

20 novembre 2023

Ermelinda Campani (Stanford University)

 

Gli Stanford a Firenze e Stanford University

 

La fondazione di Stanford University è intimamente legata al viaggio (il Grand Tour), alla modernizzazione (la ferrovia), e a Firenze. Uno snodo importante della sua storia è rappresentato dagli anni in cui l’università è diventata l’incubatrice della Silicon Valley tanto che si può affermare che non esisterebbe la Silicon Valley se non fosse per Stanford, e Stanford non sarebbe com’è oggi se non fosse per la Silicon Valley. Nella sua vocazione odierna, il modello educativo di Stanford nasce da un approccio alla conoscenza di tipo rinascimentale. Attraverso un’analisi del passato e del presente di questo ateneo, discuteremo il modello educativo statunitense, i suoi punti di forza e le sue differenze rispetto al modello italiano.

 

Ermelinda M. Campani è Spogli Family Director del Breyer Center for Overseas Studies di Stanford University in Italia, con sede a Firenze. Si è laureata presso l’Università di Bologna sotto la guida dei compianti professori Franco La Polla e Guido Fink. Ha conseguito un master in letteratura italiana nonché un dottorato di ricerca con un’enfasi in studi cinematografici presso la Brown University (lavorando con il compianto Michael Silverman, e con Tony Oldcorn). Ha insegnato sia a Brown University che a Rhode Island School of Design ed è stata direttrice ad interim del Brown University Program di Bologna. Insegna storia e critica del cinema agli studenti di Stanford University dal 1993. Ha pubblicato una monografia su Bernardo Bertolucci (L’Anti-Conformista: Bernardo Bertolucci e il suo cinema), un volume sul cinema e il sacro (tradotto in francese nel 2007), e un libro sulle rappresentazioni cinematografiche del corpo umano (Il corpo sconvolto). Ha scritto articoli su riviste specialistiche europee e statunitensi, ha contribuito all’enciclopedia del cinema Treccani e ha tenuto numerose conferenze. Ha inoltre tenuto corsi e seminari presso Yale University, l’Università di Perugia, Florida State University, New York University di Firenze e l’Università di Firenze. Sta lavorando su un volume dedicato al cinema e il cibo.

 

27 novembre 2023

Fulvio S. Orsitto (Georgetown University)

 

Lo Study Abroad “trasparente”. Istruzioni per l’uso (e come evitarne l’abuso)

 

Il numero sempre maggiore di studenti stranieri che vengono in Italia per un periodo di studio all’estero (Study Abroad) pone interrogativi e sfide sempre nuovi a chi dirige e coordina questi programmi. Con il recente aumento esponenziale di programmi la cui lingua franca è solo ed esclusivamente l’inglese (e la conseguente implosione dell’insegnamento obbligatorio della lingua italiana) si sta affermando un nuovo tipo di popolazione studentesca, interessata quasi esclusivamente all’elemento culturale (in senso americano!) e quasi per nulla a quello linguistico – senza considerare però che, in Italia, lingua e cultura si intersecano in una maniera tale da renderle difficilmente separabili. Come conseguenza, a chi dirige e coordina questi programmi viene chiesto di soddisfare le richieste di questo nuovo tipo di clientela cercando, allo stesso tempo, di mantenere il maggior grado possibile di autenticità esperienziale. In questo intervento, Fulvio S. Orsitto si soffermerà sul rischio che agli studenti venga proposta una esperienza “trasparente”, ossia superficiale, durante la quale a questi ultimi venga data solo l’impressione di interagire con il luogo e la cultura nel quale trascorrono il loro periodo di studio all’estero (condannandoli ad essere poco più che turisti di medio soggiorno). L’uso dell’aggettivo trasparente in questo contesto si ispira simbolicamente alla pratica cinematografica del cosiddetto “trasparente”, un trucco visivo – assai in voga sino alla diffusione della computer grafica – che permette di fondere una scena con degli attori dal vivo con un’altra (filmata in precedenza) che fungeva da sfondo e veniva proiettata dalla parte posteriore su uno schermo trasparente. Così facendo, agli spettatori viene data l’illusione che gli attori (filmati in uno studio cinematografico) siano davvero nel luogo che viene proiettato alle loro spalle. Pur riconoscendo come un minimo grado di “trasparenza” sia necessario (se non addirittura auspicabile), in questo intervento si condivideranno anche una serie di pratiche di apprendimento esperienziale che contribuiscono a mitigare certi rischi ed a de-turistizzare efficacemente gli studenti stranieri, favorendo la creazione di un legame con il territorio in cui vivono il loro periodo di Study Abroad.

 

Fulvio S. Orsitto è Direttore di Villa Le Balze, Centro Studi della Georgetown University in Italia, dove insegna anche cinema italo-americano. In precedenza, è stato professore associato alla California State University (USA). Ha pubblicato più di trenta saggi e capitoli in riviste accademiche e volumi collettanei sulla letteratura italiana e sul cinema italiano ed italo-americano. È autore del manuale Film and Education. Capturing Bilingual Communities (2014, con C. Peralta e F. Caramaschi), ed ha curato i volumi L’altro e l’Altrove nella cultura italiana (2011), Cinema e Risorgimento: Visioni e Revisioni (2012), Contaminazioni Culturali (2014, con S. Wright), Pier Paolo Pasolini. Prospettive americane (2015, con F. Pacchioni), Attraversamenti Culturali (2016, con S. Wright), TOTalitarian ARTs: The Visual Arts, Fascism(s), and Mass-Society (2017, con M. Epstein e A. Righi), Boom e dintorni. Il miracolo economico italiano tra cinema, televisione e letteratura (2019, con I. Lanslots, L. Martinelli, and U. Perolino), Crocevia. Percorsi dell’intermedialità (2022, con F. Ciabattoni e S. Wright), e Italian Americans in Films. Establishing and Challenging Italian American Identities (2022, con D. Fioretti).

 

4 dicembre 2023

Jason Houston (Gonzaga University)

 

Destination Italia. Perché gli studenti americani vengono in Italia oggi?

 

Il fenomeno dello Study Abroad porta ogni anno diverse decine di migliaia di studenti americani in Italia, in Toscana, più che mai ora dopo la pandemia. La presenza degli studenti americani, nonché l’impatto economico dei programmi che ospitano questi studenti, ormai è una realtà importante in Italia. In questa conversazione di apertura della serie, Jason Houston, Dean dello storico programma

Gonzaga in Florence, discuterà della situazione attuale degli studenti americani in Italia, offrendo una prospettiva americana sui motivi che li spingono a venire in Italia e su come lo Study Abroad entra nell’esperienza di alta formazione americana. Perché l’Italia attira? Cosa si aspettano i giovani americani che vengono in Italia e cosa trovano, invece? Si discuterà un numero di fattori in tal proposito: l’idea del Bel Paese negli Stati Uniti, l’esperienza immersiva degli studenti nei programmi americani in Italia, e la capacità di questi programmi di venire incontro alle richieste, sempre in evoluzione, sia accademiche che sociali degli studenti. La serata si concluderà con una discussione con il pubblico presente.

 

Jason Houston. Preside presso l’Università Gonzaga in Florence dove, oltre a dirigere il campus, è titolare di un corso su Dante. Dopo il suo BA in Italian and Medieval Studies all’Università dell’Oregon ha proseguito gli studi con un M.Phil in Medieval Studies ed un Ph.D in Italian Language and Literature presso la Yale University nel 2003. Dal 2003 al 2016 è stato prima Assistant Professor ed in seguito Associate Professor all’Università dell’Oklahoma, dove ha creato un nuovo BA program in Italiano e sviluppato un nuovo centro studi per l’Oklahoma University ad Arezzo, gestendo una collaborazione pubblico/privato tra l’Università di Oklahoma, ENEL Green Power e i Musei Capitolini di Roma. Il suo ambito di ricerca si concentra su Giovanni Boccaccio e le sue complesse relazioni con gli altri autori chiave del Trecento italiano: Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Zanobi da Strada. Le sue pubblicazioni includono numerosi libri e articoli in riviste quali MLN, Dante Studies, Studi Sul Boccaccio, Renaissance Quarterly, and Speculum.

 

11 dicembre 2023

Sasha Perugini (Syracuse University)

 

Italia-USA: due modelli didattici a confronto

 

Continuando sull’onda dell’intervento del Prof. Ricciardelli, Sasha Perugini parlerà del mondo dell’internazionalizzazione e di svariati modelli didattici con particolare enfasi sulla comparazione tra l’Italia e gli Stati Uniti. In particolare, si guarderà alla comparazione tra il mondo Erasmus (modello Europeo) e il mondo “Study Abroad” (Stati Uniti). La presentazione si concentrerà molto su Firenze e le varie realtà accademiche internazionali qui presenti.

Sasha Perugini, Ph.D., ha vissuto in varie città in Italia e all’estero. Dal 1995 lavora nell’ambito dell’internazionalizzazione e del management accademico. Dal 2011 dirige la sede italiana della Syracuse University dove è anche docente di “International Higher Education” e “Management, Communication and Cross-Cultural Competence”. Oltre ad articoli accademici e saggi, in Italia ha pubblicato: Intimo Abbecedario (2008), Variazioni Cromatiche (2010), Assaggi (2011), Un Buco nel Cuore (2011) e Tacchi e Spilli (2021). Tiene regolarmente dei seminari sul tema della leadership e gender gap e sull’impatto dell’intelligenza artificiale nel mondo dello Study Abroad. Si è laureata in Lingue e letterature Inglese e russa presso l’Università di Siena e ha conseguito il Dottorato di Specializzazione in Storia del Teatro e dello Spettacolo presso Tufts University a Boston.

 

18 dicembre 2023

Fabrizio Ricciardelli (AACUPI - Kent State University Florence)

 

Dal Grand Tour allo Study Tour

 

Nella società nord-americana il viaggio e lo scambio interculturale hanno sempre avuto un ruolo centrale nella formazione dei cittadini, rappresentando una possibilità di definire la propria identità. Per tale motivo gli Stati Uniti hanno costantemente mirato a mantenere e rinnovare i rapporti economici e culturali con il resto del mondo. Fino alla fine dell’Ottocento viaggiare all’estero, in particolare in Europa, significava per gli statunitensi arricchirsi culturalmente e personalmente. Ogni anno studiano in Italia 35.000 studenti statunitensi e la presenza stabile dei programmi di studio nordamericani sul nostro territorio mobilita risorse economiche, crea opportunità occupazionali, contribuisce all’internazionalizzazione dei sistemi universitari locali, aumentandone il prestigio e la qualità complessiva. Roma e Firenze sono le due città che attraggono la maggior parte di questi studenti i quali associano per sempre il percorso della loro formazione intellettuale al nostro Paese: un patrimonio economico e culturale da tutelare anche direzionandolo verso altre realtà italiane come Pistoia?

 

Fabrizio Ricciardelli è docente di storia e direttore del Kent State University Florence Center. Nel 2021 è stato eletto Presidente di AACUPI, l’Association of American College and University Programs in Italy il cui scopo principale è favorire l’interscambio universitario tra Stati Uniti d’America e Repubblica Italiana. Nato a Firenze, si è laureato in storia medievale all'Università di Firenze e ha conseguito il dottorato di ricerca all'Università di Warwick. È autore di numerosi saggi e articoli, alcuni dei quali in lingua inglese. Il suo principale campo di studio sono le città-stato italiane nel panorama politico e culturale dell’Europa medievale. Ha pubblicato numerosi testi di alta divulgazione ed è autore di testi scolastici. Vive e lavora a Firenze.

 

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