Commissione d’Indagine su bandi, procedure di aggiudicazione e gestione impianti sportivi comunali, le forze di opposizione: "Persa un'occasione per fare chiarezza e rendere trasparenti le assegnazioni"

Con 20 voti contrari e 11 favorevoli, il Consiglio comunale ha respinto oggi la proposta di delibera presentata dalle forze di opposizione, con prima firmataria Cristina Scaletti per istituire una "Commissione d’Indagine su bandi, procedure di aggiudicazione e gestione impianti sportivi comunali ai sensi dell’art.30 del Regolamento del Consiglio comunale".

"Che ci sia un problema nelle assegnazioni degli impianti sportivi è un fatto e il caso "Cerreti" ne è l'esempio più lampante. E' con molto rammarico dunque che oggi dobbiamo prendere atto che la maggioranza non ha voluto la creazione della commissione. Avremmo voluto lavorare fianco a fianco con i consiglieri PD nella commissione, che ovviamente per regolamento sarebbe stata presieduta da un membro dell'opposizione. Sarebbe stato questo lo strumento, l'unico idoneo, per permettere al Consiglio comunale di conoscere tutti i dettagli dei bandi. Per primi noi ci auguravamo di scoprire che le tante anomalie riscontrate fin qui fossero casi singoli e non invece parte di un 'sistema'. Senza questa commissione non potremo scoprirlo, peccato" ha dichiarato la prima firmataria Scaletti de La Firenze Viva.

“Con il voto contrario alla Commissione di Indagine sugli impianti sportivi, il PD si è assunto oggi la responsabilità politica su come sono state gestite le assegnazioni nella città di Firenze negli ultimi anni.
Con il voto di oggi, il PD ha messo la propria firma sul fatto che in questa città, alcuni soggetti possono ottenere l’assegnazione di un impianto per 4 anni e poi tenerselo in eterno grazie alle proroghe concesse dall’amministrazione” ha notato il capogruppo di Fratelli d'Italia Francesco Torselli.

"Una indagine che ritenevamo doverosa sugli impianti sportivi dopo tutto quello che è accaduto negli ultimi mesi a carico dell'amministrazione comunale – commenta il capogruppo di Firenze riparte a sinistra Tommaso Grassi –. Troppi i casi di irregolarità nei bandi e nella gestione che avrebbero bisogno di un luogo dove poter esser chiarite e a cui invece il Pd ha votato contro. Gli uffici per anni hanno goduto di una politica che ha guardato altrove e si è fidata ciecamente del loro operato che non sempre ha rispettato la legge come dimostrano i recenti annullamenti. Grave l'atteggiamento che ci spinge a fare nuovi e maggiori accessi atti per chiarire i nostri dubbi: non ci sottraiamo di sicuro e richiederemo quanto ci serve per fare il punto sulla gestione e l'assegnazione degli impianti fiorentini. Entro la fine del mandato ci poniamo l'obiettivo di chiarire una serie di sospette coincidenze e punti lacunosi che meritano di avere una risposta".

Secondo la consigliera M5S Silvia Noferi, "il maggior compito dell'amministrazione comunale dovrebbe essere il controllo. Oggi si è persa un'opportunità di trasparenza sugli atti che riguardano gli impianti sportivi, per la volontà espressa dalla maggioranza".

"Lo sport è un aspetto fondante della vita della città – ha sottolineato il consigliere di Forza Italia Mario Tenerani –. Per questo crediamo che il Consiglio comunale abbia il dovere di vederci chiaro in ognuna delle assegnazioni degli impianti. La commissione sarebbe stato lo strumento principe, ma la maggioranza non la pensa così, quindi da oggi continueremo nella nostra funzione di controllo coi mezzi che abbiamo a disposizione, avendo sempre a cuore l'accesso allo sport per tutti, a partire dai nostri bambini e bambine, dei nostri ragazzi e ragazze".

"C'è qualcosa che non è andato nell'assegnazione degli impianti sportivi. Ci chiediamo se si è trattato di semplici episodi o di procedure non corrette – sostengono il capogruppo di Articolo 1-MDP Alessio Rossi e la consigliera Stefania Collesei –. Senza volerci sostituire alla magistratura che ha un ruolo ben diverso, volevamo poter esercitare il nostro ruolo di consiglieri comunali, utilizzando la possibilità data dall'articolo 30 del regolamento di istituire una commissione d'indagine. C'è necessità di chiarezza per tutelare appieno l'utenza". (fdr)

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