Cassa integrazione al Teatro del Maggio Musicale Fiorentino. Barbara Felleca: “Giusta la salvaguardia della retribuzione ma altri teatri non hanno fatto ricorso a questi ammortizzatori sociali”

La Cassa integrazione per i lavoratori del Maggio Musicale Fiorentino è stata al centro di un Question Time della consigliera PD Barbara Felleca, al quale ha risposto l’assessore alla cultura Tommaso Sacchi.

“Il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino – spiega la consigliera del Partito Democratico Barbara Felleca – ha deciso di avviare la cassa integrazione, per un breve periodo, fino ai primi giorni di Novembre, per i propri lavoratori. Una scelta in controtendenza rispetto ad altri teatri, come la Pergola, che non ha utilizzato un ammortizzatore sociale così importante. Le motivazioni sono dovute alla chiusura della sala principale sia nel primo lockdown sia a seguito del DPCM dello scorso 24 ottobre. Di conseguenza il personale può svolgere le proprie funzioni lavorative solo in casi eccezionali. L’assessore Sacchi ha precisato che nelle diciotto settimane di cassa integrazione dello scorso lockdown il personale del Maggio, tra tutte le fondazioni italiane, è quello che ha usufruito meno del Fondo integrativo salariale, che è diverso dalla Cassa integrazione perché viene erogato dal Teatro e non dall’Inps e può essere integrato al 100% rendendo così più corposa e più dignitosa la paga. Il ricorso al fondo integrativo impatta, comunque, sul bilancio della Fondazione. La chiusura della sala principale comporta la riduzione dei costi per la cancellazione di produzioni ma anche la riduzione degli incassi per la mancata bigliettazione. I contributi pubblici sono sufficienti per la copertura dei costi ma non per la produzione artistica.

La salvaguardia della giusta retribuzione è fondamentale in questo periodo per categorie di lavoratori che sono meno tutelate ma, personalmente – conclude la consigliera PD Barbara Felleca – plaudo a scelte diverse, effettuate da altri enti, che hanno deciso di non applicare questi ammortizzatori sociali. In questo periodo era forse più importante reinventarsi, magari con modalità streaming che poteva coinvolgere il pubblico. Modalità che poteva essere adottata anche dal Teatro del Maggio Musicale Fiorentino”. (s.spa.)

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