Casa del Popolo di Castello, la replica di Chelli e Bussolin (Lega) e Sirello (FdI)

“Non ci desta scalpore la legalità – dichiarano i Consiglieri del quartiere 5 Chelli (Lega) e Sirello (FdI) – piuttosto ci dispiace che per portare a termine questa operazione pressoché basilare si sia dovuto attendere così tanto tempo. Come testimoniano le risposte ufficiali della Direzione Patrimonio del Comune di Firenze alle nostre interrogazioni, la sottoscrizione della concessione tra il Comune e il Circolo Ricreativo di Castello è dipesa, dopo la regolarizzazione di tutti i documenti, dal “pagamento dei canoni pregressi ovvero dall’impegno da parte del conduttore ad un loro pagamento rateizzato”. L’Amministrazione, infatti, dopo aver acquisito l’immobile di via Reginaldo Giuliani nel 2016, nell’ambito del federalismo demaniale, aveva chiesto al Circolo di pagare l’indennità di occupazione, in attesa della regolarizzazione contrattuale, quantificata in circa 8000 euro annui dall’Agenzia del Demanio in fase di passaggio di proprietà. Questo, tuttavia, non è avvenuto.

L’Assessore Martini, peraltro, durante la seduta del Consiglio Comunale del 10 maggio 2021, in risposta ad un question time della Consigliera Innocenti, aveva affermato che l’Associazione, con lettera dell’8 gennaio 2021, aveva richiesto il ricalcolo delle somme pregresse, sulla base del nuovo canone ridotto che si sarebbe venuto a determinare dopo la sottoscrizione della concessione. Alla fine, per evitare di gettare ulteriori ombre sulla vicenda si è deciso di sistemare le carte in tavola. Questi sono i fatti documentati”. “Qualcuno continua a parlare per ideologia presa – concludono i consiglieri Chelli e Sirello – cercando forse di recuperare qualche consenso in quelle realtà che il Partito democratico l’hanno abbandonato da tempo”.

“Non siamo contro i circoli – dichiara il Capogruppo della Lega Federico Bussolin – e neanche contro i presidi sociali del territorio. Ma non possono esistere situazioni di serie A e di serie B solo perché convenienti elettoralmente. La nostra polemica è stata utile per la risoluzione di una controversia che minava non soltanto la credibilità della Città, ma era anche profondamente irrispettosa nei confronti di tutte quelle realtà, Case del Popolo comprese, in regola con i propri adempimenti”. (s.spa.)

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