Bussolin (Lega): “Default Firenze, fuori i soldi necessari o sarà rivolta”

Abbiamo ascoltato attentamente lo sfogo del Sindaco Nardella - dichiara in una nota il Capogruppo della Lega Federico Bussolin - di cui condividiamo le preoccupazioni per il futuro della città. Il dissesto finanziario per il Comune di Firenze è una condanna da scongiurare con qualsiasi mezzo necessario. Stiamo aspettando che il Governo apra i rubinetti con un Fondo di solidarietà che si preannuncia dimezzato rispetto alle aspettative dei 5 miliardi. Il problema oltre al “quanto” sono anche i tempi, il Governo si sta muovendo tardi e male e il Bilancio fiorentino vive lo stesso dramma delle famiglie fiorentine: non arriva la cassa integrazione, le piazze si stanno riempiendo e la rabbia aumenta. La minaccia di spegnere le luci e rifarsela sulle rette delle materne è un errore da non ripetere, perché il messaggio che dai è di rifartela sui cittadini e usarli come scudo per responsabilità che non hanno: chiedono che il Governo si faccia carico delle spese accumulate durante il lockdown, richiesta impossibile da disattendere. Motivo per cui a Firenze, oltre ai 200 milioni mancanti, ne vanno aggiunti altri 133 circa di Cosap e Tari da coprire, perché o azzeriamo tutto oppure ci aspetteremo ingressi inesistenti, perché nessuno ha più soldi”.
Da qui il nostro appello al Sindaco - prosegue Bussolin - a non continuare nel lanciare progetti futuri, come quello di un nuovo rinascimento se poi sulla carta viene dimenticato il giorno dopo. Serve lavorare al presente senza sosta, andare a Roma a battere i pugni perché non è più tempo per le lettere. La Lega con i suoi consiglieri è al primo anno di mandato a Palazzo Vecchio ma questo non ci esime dal renderci disponibili a lavorare sulle coperture da trovare perché il nostro primo obiettivo è dare risposte a chi oggi scende in piazza, iniziando dal Bilancio con le sue singole voci di spesa, eliminando elargizioni come quei 190.000 euro per le cooperative finalizzati all’integrazione dei Rom nel 2018. Occorre rimandare il progetto Tramvia, che richiede la quasi totalità delle risorse di bilancio e utilizzare quei soldi per il presente, perché un treno che viaggia per una città deserta e senza negozi, bar o ristoranti è un treno inutile. Il rinascimento nacque in un’epoca storica di sconvolgimenti economici e politici, Nardella ne ha prospettato uno nuovo. I cambiamenti sono dolorosi - conclude Bussolin - ma rompere con la gestione generosa del passato è necessario per trovare i soldi di cui Firenze ha bisogno”. (fdr)

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