Bussolin e Bonriposi (Lega): "A 45 anni dal sequestro Aldo Moro, la Lega ricorda il sacrificio di Tutti i Servitori dello Stato"

"Noi non celebriamo i Brigatisti come fanno al Cpa FiSud, né tantomeno restiamo in silenzio come fa il Sindaco Nardella"

 

Dichiarazioni del Capogruppo in Palazzo Vecchio e Segretario provinciale della Lega, Federico Bussolin, e del Commissario comunale Lega, Federico Bonriposi

“Era il 16 marzo 1978, sono trascorsi esattamente 45 anni da quando in via Fani, nel quartiere Camilluccia a Roma, un commando di brigatisti rapì il presidente della Democrazia Cristiana, Aldo Moro. Quattro uomini, nascosti dietro le siepi, sbucarono sparando quasi 100 colpi in appena tre minuti. Sotto il fuoco incrociato cinque uomini della scorta morirono tragicamente: il vicebrigadiere di pubblica sicurezza Francesco Zizzi, le guardie di pubblica sicurezza Raffaele Iozzino e Giulio Rivera, il maresciallo maggiore dei carabinieri Oreste Leonardi e l’appuntato dei carabinieri Domenico Ricci.  Una giornata drammatica. Una data che nessun Italiano potrà mai dimenticare”.

“Ancora oggi però drammaticamente ci sono “persone” (ma si possono definire tali?) che, in barba a leggi e buonsenso, credono giusto esaltare e celebrare i Brigatisti e le Brigate Rosse in edifici occupati abusivamente. Stiamo parlando di quello che poche settimane fa è successo al Centro Sociale Cpa FiSud di via Villamagna dove è stato invitato il brigatista Pasquale Abatangelo, uno dei tredici detenuti politici di cui le BR chiesero la liberazione in cambio del rilascio di Aldo Moro. Abatangelo che ha scontato venti anni di detenzione, sei anni di semilibertà, e quattro anni di libertà vigilata. Non si è mai pentito, né dissociato. È normale dare continuamente voce a certi criminali, per lo più in un immobile di proprietà pubblica? Nardella neanche oggi osa prendere le distanze da quanto accaduto il 24 febbraio scorso?”.

“Come Lega proseguiremo nella nostra battaglia per ricordare e diffondere sempre le azioni di chi invece ha saputo difendere lo Stato anche perdendo la propria vita. Sono i Servitori dello Stato, quelli in divisa e non solo, che ci rendono orgogliosi del nostro Paese perché difendono i nostri valori e la nostra libertà. Chi invece diffonde o pubblicizza criminali e le loro nefandezze non dovrebbe avere spazi pubblici da nessuna parte, non rappresentano la nostra città, che ha vissuto la violenza delle Brigate Rosse sulla propria pelle con l'uccisione di Lando Conti, ex Sindaco di Firenze, il 10 febbraio 1986”. (fdr)

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