Bundu e Palagi (SPC): "Apartheid dei governi israeliani: per la Giunta di Firenze è tabù"

"Dispiace che in una città dove forte è la tradizione di pace e attiva la cittadinanza solidale al popolo palestinese, l'Assessora si allinei alla propaganda delle destre"

Queste le dichiarazioni di Antonella Bundu e Dmitrij Palagi - Sinistra Progetto Comune

"Il nostro gruppo consiliare è stato accusato di aver ospitato due attivisti palestinesi del campo profughi di Aida (Betlemme). E di aver espresso apprezzamento per una recente iniziativa della Rete Firenze per la Palestina. Quest'ultima ha raccolto il contributo di diverse realtà per poter affiggere dei manifesti sulle pensiline della città. Su di essi è riportata una presa di posizione chiara di Amnesty International, che definisce apartheid il comportamento dei governi israeliani.

L'Assessora ha scelto di articolare la risposta partendo da La Pira, da una citazione del 1973, in cui rivendicava l'invito rivolto a tutti i popoli del Mediterraneo, senza alcuna discriminazione. Per la Giunta di Firenze denunciare una situazione di ingiustizia è incitare alla divisione. Ha detto così il Partito Democratico, tra gli applausi della Lega. Parlare di ciò che avviene da parte di chi subisce discriminazioni e occupazione delle proprie terre è inopportuno? Raccontare la vita quotidiana di chi subisce l'oppressione è costruire muri e dividere?

Ci stupisce questa modalità di rispondere. Che non entra nel merito delle accuse (e delle richieste) del Console onorario di Israele per Toscana, Emilia Romagna e Lombardia. Comunque i manifesti sono stati regolarmente autorizzati e pagati. La Giunta ha scelto politicamente di girare le spalle alla causa palestinese, ma almeno lo ha fatto prendendola larga, con un po' di remore...

Il nostro gruppo consiliare ribadisce invece la disponibilità a ospitare ogni uomo e donna in lotta per la pace e la solidarietà tra i popoli, a prescindere dalla cittadinanza, dal credo religioso, dalla comunità culturale a cui appartiene. Lo abbiamo dimostrato in passato, lo continueremo a fare ogni volta che sarà necessario". (fdr)

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