Palazzo Vecchio

Salone dei Cinquecento

Nella prestigiosa cornice di Palazzo Vecchio, che non ha bisogno di presentazioni in quanto a bellezza e contesto storico, sono a disposizione, per una concessione temporanea d’uso, ben dieci sale, sia facenti parte degli ambienti museali che di altri spazi interni, così come due dei tre cortili. Questi ambienti offrono un ambito di particolare prestigio per mostre, convegni, iniziative ed eventi occasionali in generale.

Questi gli ambienti individuati:

Salone dei Cinquecento

La sala più grande e importante di tutto il palazzo, un ambiente che nella storia della città e della nazione ha avuto un ruolo determinante, avendo ospitato la camera dei deputati nel periodo di Firenze capitale e il consiglio dei Cinquecento al tempo della Repubblica di Savonarola (che lo fece costruire). Il salone, imponente per dimensioni e altezza, è arricchito dal magnifico soffitto a cassettoni, dalle statue in marmo opera, tra gli altri, di Michelangelo e del Giambologna e dalle pareti affrescate dal Vasari. Oggi è utilizzato anche per accogliere conferenze ed eventi di grande rilievo

Salone dei Duecento

Dopo il Salone dei Cinquecento è la sala più famosa del palazzo, costruita insieme al nucleo originario e prima sede del governo cittadino con il nome di Sala del Popolo (o del Comune); così chiamata fino al XVI secolo, quando, assumendo il nome attuale, cedette proprio al Salone dei Cinquecento il compito di accogliere la “guida” di Firenze. Proprio in questa sala hanno soggiornato per secoli i famosi arazzi, voluti dal Granduca Cosimo I, con le “Storie di Giuseppe Ebreo”, realizzati su disegni del Pontormo e del Bronzino. Dal 1872 è la sede delle riunioni del Consiglio Comunale.

Sala dei Gigli

Una delle sale più belle del palazzo, che prende il nome dagli innumerevoli gigli che ne adornano le pareti, che in questo caso non richiamano direttamente il giglio fiorentino, ma il fleur de lys della corona di Francia, in omaggio alla dinastia d’Angiò protettrice a quei tempi di Firenze. La sala si fregia di uno splendido soffitto a cassettoni, degli affreschi a parete di Domenico Ghirlandaio, oltre che di uno dei capolavori riconosciuti di Donatello, la statua bronzea di “Giuditta e Oloferne”.

Sala degli Elementi

Sala tra le più rappresentative del percorso museale di Palazzo Vecchio, uno degli spazi del cosiddetto Quartiere degli Elementi, dove il Granduca Cosimo I ebbe i propri appartamenti privati. È una sala dove, dalle pareti al soffitto, si è permeati dalle allegorie dei quattro elementi, trasposti in sapienti affreschi che sono stati oggetto di un recentissimo restauro per riportarli allo splendore originario. Da ammirare il maestoso camino disegnato dall'Ammannati.

Sala delle Udienze

Sala anche questa tra le più rilevanti del palazzo, realizzata da Giuliano da Maiano per ospitare gli incontri con il Gonfaloniere di Giustizia (la carica più importante della città nel XIII secolo) e decorata con gli affreschi dedicati al generale romano Furio Camillo.

Terrazza di Saturno

Un bellissimo loggiato d’angolo che sovrasta via dei Leoni e la Loggia del Grano e offre una meravigliosa panoramica su Santa Croce, San Niccolò, Piazzale Michelangelo e la collina di San Miniato. Anche la Terrazza di Saturno faceva parte degli alloggi privati di Cosimo I e si fregia di un soffitto decorato con scene legate proprio al mito di Saturno.

Sala Macconi

Posta nelle immediate vicinanze del Salone dei Duecento è la sala normalmente deputata per le conferenze stampa

Sala d'Arme

È la sala che per secoli ha ospitato il deposito di armi e munizioni della guarnigione a difesa della città. Gli alti soffitti sono sorretti da splendide volte a crociera e pilastri, che conferiscono all’ambiente tutta la sua austera attrattiva. Alla sala, che è spesso sede di mostre ed eventi, si accede dalla cosiddetta porta di Tramontana (direttamente su Piazza Signoria) o dall’adiacente Cortile di Michelozzo.

Cortile di Michelozzo

Il primo cortile, detto anche di Michelozzo (l’ideatore), abbellito nel XVI secolo dal Vasari, è il cortile di accesso principale al palazzo. Il porticato è finemente affrescato e al centro è posta una fontana con un putto in bronzo opera del Verrocchio.    

Cortile della Dogana

Il secondo cortile, detto anche della Dogana, prende il nome dagli uffici della dogana del granducato, che qui si trovavano nell’800. È sorretto da grandi pilastri su cui poggia il Salone dei Cinquecento ed è adornata da stemmi e statue del Marzocco risalenti agli anni della sua costruzione. Oggi è utilizzato anche per ospitare eventi e mostre.

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