Del Re (Firenze Democratica): "Locazioni turistiche brevi: un regolamento che fotografa e conserverà la situazione esistente"

"L’obiettivo doveva essere invece anche quello di reimmettere immobili sul mercato degli affitti a medio-lungo termine"

Queste le dichiarazioni della capogruppo di Firenze Democratica, Cecilia Del Re:

“Bene le norme regionali, che vengono di fatto però vanificate dalle norme di questo regolamento che mantengono inalterata la situazione degli affitti turistici in città.

Abbiamo, infatti, pubblicamente apprezzato le principali norme varate a fine 2024 dalla Regione Toscana, laddove, colmando finalmente un vuoto normativo, hanno dato ai comuni la possibilità di intervenire sulla situazione esistente delle locazioni turistiche brevi: mediante un sistema di autorizzazioni a tempo, viene infatti messa in capo al comune la facoltà di concedere o meno delle autorizzazioni per svolgere attività di locazione turistica, tenuto conto della tensione abitativa presente nelle varie aree della città.

Questa impostazione - che segue la proposta che da tempo sostenevamo, quella di Alta Tensione Abitativa - ci ha da sempre convinto, perché, a differenza della strada urbanistica percorsa dall’amministrazione comunale con la famosa variante (fatto salvo quanto abbiamo avuto già modo di dire sull’entrata poi in vigore del Salva Casa), non crea rendite di posizione “condonando” l’uso fatto fino ad ora di quegli appartamenti. 
Quel condono è invece ciò che la variante urbanistica ha prodotto, e come si concili quella variante con il nuovo regolamento non è dato saperlo. Ci è stato risposto che sono due atti diversi, come se fossero stati adottati da amministrazioni diverse.

Con le nuove norme regionali, ci saremmo allora aspettati di trovare un’esclusione o quanto meno delle limitazioni allo svolgimento dell’attività di locazione turistica breve all’interno del centro storico, dove la tensione abitativa è massima: sono oltre 35.000 i posti letto per turisti disponibili in alberghi e in attività ricettive extralberghiere (affittacamere, bed and breakfast, etc) in centro storico, a cui devono poi aggiungersi i 60.000 posti letto che, nel vuoto normativo di questi anni, si sono creati mediante l’offerta su Airbnb e piattaforme simili.

Il regolamento approvato dalla giunta fiorentina, invece, prevede che il numero di autorizzazioni che verranno concesse in centro storico sarà pari al numero di locazioni turistiche attive nell’anno 2024, assicurando così che chi già svolgeva questa attività possa continuare a farlo.

Anche nei requisiti dimensionali degli immobili, si indica come superficie minima per lo svolgimento dell’attività turistica quella prevista dalla legge per l’abitabilità (28 mq), e quindi anche questo requisito consente a tutti coloro che già svolgevano affitto turistico di continuare a farlo nel loro appartamento (salvo chi lo faceva nei garage o simili, dove era già vietato), senza quindi seguire ad esempio quanto fatto da Bologna, che ha innalzato a 50 i mq richiesti per poter svolgere attività di locazione turistica; e disattendo anche la via intrapresa da Firenze ormai da qualche anno con le norme sulla superficie minima e media per evitare l’uso speculativo degli immobili.

Abbiamo presentato allora due emendamenti in tal senso, e il parere di regolarità tecnica positiva ci dice che con la legge regionale era possibile oggi varare queste disposizioni comunali e governare davvero il fenomeno. Dando un preavviso di 3 anni a chi oggi svolge questa attività, come previsto dalla legge regionale, ed intervenendo per tutelare anche i proprietari di immobili dalla lunghezza delle procedure di sfratto in caso di morosità, aumentando il numero di immobili pubblici in cui possono essere accolti coloro che versano in una situazione di difficoltà economica.

Le norme varate dalla giunta comunale dimostrano invece di voler continuare a lasciare inalterato questo status quo, senza una visione e una programmazione per il futuro.

Le norme regionali a questo dovevano servire, e non solo ad avere un registro degli affitti brevi.

E’ mancato coraggio ed è mancata visione. Bene che ci sia un accordo di ricerca per monitorare l’alta tensione abitativa, singolare che sia stata coinvolta l’università La Sapienza di Roma e non l’università di Firenze, che già era stata coinvolta in passato su questo tema suggerendo strumenti, alcuni dei quali, come l’impossibilità di avere più di un bagno ogni 90 mq, sono stati poi eliminati.

Non voteremo contro perché la strada delle autorizzazioni era quella che avevamo chiesto; ma non possiamo votare a favore perché non condividiamo l’atteggiamento conservativo espresso dall’amministrazione comunale nella sua attuazione”.

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