Alla presenza dell’assessora al welfare Sara Funaro e del presidente del Consiglio comunale Luca Milani
Una delegazione del progetto Champs, volto ad analizzare e decostruire, in Italia, gli atteggiamenti e i linguaggi discriminatori nei confronti delle persone di provenienza africana, ha inaugurato la tre giorni di Residenziale, con l’incontro, in Palazzo Vecchio, con la Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione, presieduta da Donata Bianchi.
Dalla Costa D’Avorio all’hinterland milanese, dal Congo alla provincia di Bologna ma anche Zambia, Angola, Nigeria. Anche se nati oppure cresciuti in Italia le loro radici rimandano all’Africa. Voci e volti di un’Italia afrodiscendente si sono unite per contrastare e decostruire linguaggi e atteggiamenti discriminatori nei confronti delle persone di provenienza africana. Queste voci e questi volti si sono riuniti per portare a termine la prima fase di formazione volta ad analizzare e decostruire, in Italia, gli atteggiamenti e i linguaggi discriminatori nei confronti delle persone di provenienza africana.
La tre giorni “Residenziale del progetto Champs” sarà infatti un momento per concludere la prima fase di formazione e scambio delle buone pratiche. Per le/gli AFAR (Afrodescendants fighting against racism) il Residenziale segna il passaggio dal ruolo di discenti a protagonisti del cambiamento.
Gli AFAR hanno partecipato all’audizione della Commissione Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione, un momento a porte chiuse, in cui è stato presentato il progetto. L’evento è stato aperto dalla presidente Donata Bianchi alla presenza dell’assessora al welfare Sara Funaro e del presidente del Consiglio comunale Luca Milani e, tra i presenti diverse istituzioni ed alcune associazioni delle diaspore. A seguire è intervenuta Antonella Bundu, vicepresidente della Commissione che ha messo l’accento sull’importanza della rappresentanza degli afrodiscendenti, che deve arrivare anche a toccare il tema del voto.
“C’è ancora una resistenza da un punto di vista culturale da parte dei cittadini in merito ai temi di cittadinanza e identità” ha dichiarato durante il suo intervento Sara Funaro, assessora all’educazione, welfare e immigrazione. “Questo progetto, che speriamo sia solo l’inizio di un confronto, ci ha dimostrato stamattina una normalità che stentiamo a riconoscere. Voi ragazzi siete già in mezzo a noi, facendo chi l’avvocato, chi l’operatore, lo studente, lo psicologo. Non possiamo più stupirci di questa normalità”.
“L’incontro di oggi – aggiunge la presidente Donata Bianchi – rappresenta una tappa del percorso intrapreso dalla Commissione VII che, in questi anni, ha incontrato tanti giovani con esperienze dirette o indirette di diaspora da altri Paesi del ondo. l’interlocuzione tra queste nuove generazioni e le Istituzioni – prosegue la presidente Bianchi – costituisce una opportunità e una necessità che ci richiama ad importanti obblighi, anche politici, per dare risposte concrete alle richieste che ci arrivano da questi giovani, in primo luogo, il tema della cittadinanza per essere coinvolti, davvero, come attori nelle scelte di questo Paese”.
“Il progetto Champs è uno spazio di rappresentazione e cambiamento”, ha dichiarato l’AFAR Murphy Tomadin. “Nel contesto italiano, dove la voce e il corpo nero sono rarità, questo percorso rovescia la narrativa: le competenze, spesso cancellate dalle discriminazioni, trovano un luogo per trasformare la realtà attuale. Il residenziale, in questo senso, unisce fisicamente queste persone per un altro passo verso una diversa lotta al razzismo”.
Nel 2019 il Parlamento dell’UE ha adottato la risoluzione sui Diritti Fondamentali delle Persone di origine Africana in Europa (2018/2899), esortando gli Stati membri a sviluppare delle strategie per porre fine alle discriminazioni verso le persone di origine africana e tutelare i loro diritti. Tuttavia, tra i paesi dell’UE, l’Italia ha i più alti livelli di ostilità nei confronti dei migranti, la più scarsa diffusione del quadro generale dell’UE per contrastare l’afrofobia e il linguaggio afrofobico e una capacità di raccolta dati trasversale sui temi meno sistematica.
Il progetto Champs mira a rispondere a queste mancanze. Prevenire, analizzare e affrontare l’afrofobia e l’odio anti-migranti in Italia, trasformando quelli che oggi potrebbero essere potenziali bersagli dell’afrofobia in nuovi Champs, giovani e moltiplicatori che promuovono i diritti umani sulla base di pratiche ed esperienze afro-europee di successo.
“Questo progetto ha rappresentato per Amref – organizzazione capofila – un’opportunità di crescita e di formazione”, ha affermato Roberta Rughetti, vicedirettrice di Amref Health Africa. “Abbiamo sentito, attraverso i racconti degli AFAR, le loro storie, frammenti di vita che vengono vissuti normalmente, crescendo, formandosi, specializzandosi, che diventano anche racconti di frustrazione, di esclusione, di qualcosa non funziona nel nostro paese”, ha concluso.
Champs è un progetto della durata di due anni finanziato dalla Commissione Europea che vede Amref capofila di un partenariato con altre cinque organizzazioni al fine di combattere il fenomeno dell’afrofobia in Italia. Il progetto è realizzato in partenariato con Amref Health Africa Onlus Italia, CSVnet, Festival Divercity, Le Réseau, Razzismo Brutta Storia e l’Osservatorio di Pavia in collaborazione con Arising Africans, Carta di Roma e CSV Marche.
L’associazione Black History Month Firenze ha sostenuto l’organizzazione del Residenziale non solo mettendo a disposizione la location per la formazione, ma facilitando le relazioni e i rapporti con le istituzioni e gli operatori della città di Firenze. (s.spa.)