Sicurezza urbana, iniziata al Giardino della Fortezza da Basso la raccolta di firme per la petizione popolare promossa dal sindaco

Nardella: “Con questo documento chiediamo a governo e Parlamento ciò che spetta alla nostra città: a Firenze mancano 250 uomini delle forze dell’ordine come certificato dal Ministero dell’Interno”

È iniziata al Giardino della Fortezza da Basso la raccolta di firme per la petizione popolare promossa dal sindaco Dario Nardella con cui sindaci, amministratori e cittadini intendono chiedere al Governo e al Parlamento nazionale, l’adozione urgente di misure volte a tutelare la sicurezza urbana, bene della comunità e diritto fondamentale di ciascun individuo.

All’iniziativa erano presenti tra gli altri il sindaco Nardella, l’assessore alla Sicurezza urbana e alla Polizia municipale Federico Gianassi, l'assessore ai Quartieri Massimo Fratini e il sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni.

Il documento, che prende spunto dalla petizione lanciata dal sindaco di Castelfiorentino Alessio Falorni, si articola in cinque punti: il rafforzamento della presenza delle forze di polizia nelle città, la certezza dell’esecuzione della pena, l’obbligo di lavori socialmente utili, una nuova politica carceraria e l’istituzione del ‘Fondo speciale per la rigenerazione urbana’. È possibile firmare la petizione anche online su Change.org, cliccando su https://www.change.org/p/giuseppe-conte-petizione-popolare-per-la-sicurezza-urbana, dove sono state raccolte per il momento oltre 2mila firme.

“La sicurezza non è né di destra né di sinistra, ma un diritto fondamentale di tutti i cittadini - ha detto il sindaco Nardella -. Le città più sicure sono anche città più libere. Noi sindaci viviamo ogni giorno, accanto ai cittadini, le frustrazioni e le preoccupazioni, anche perché non dipende solo dai sindaci la sicurezza dei nostri territori. Anzi è soprattutto lo Stato che deve garantirla, per questo abbiamo lanciato questa petizione popolare a firmare la quale sono invitati tutti i cittadini”. “Con questo documento chiediamo a governo e Parlamento ciò che spetta alla nostra città, niente di più - ha spiegato il sindaco -: a Firenze mancano 250 uomini delle forze dell’ordine come certificato dallo stesso Ministero dell’Interno. Questi uomini servono a garantite un maggiore presidio del territorio anche perché Firenze oltre ai suoi 400mila abitanti ha tantissimi turisti e non possiamo pensare di trattare questa città come tutte le altre della stessa dimensione, occorre garantire la sicurezza ai cittadini e ai turisti”. “Inoltre, poniamo un tema che riguarda la legislazione, la certezza della pena - ha continuato -: troppe volte lo sforzo delle nostre forze dell’ordine viene vanificato perché le persone che vengono arrestate sono poi rilasciate il giorno dopo. Abbiamo bisogno di un sistema che garantisca maggiore efficacia sia delle misure cautelari che dell’applicazione della pena”. “In questo modo lanciamo un’idea molto forte e chiara - ha concluso Nardella -: il cittadino paga le tasse e ha diritto che lo Stato garantisca la sicurezza. Non vogliamo vivere con le pistole sul comodino la notte con l’idea di farci giustizia da soli. Questa non è un’idea corretta di legalità e convivenza; è lo Stato che attraverso le forze dell’ordine, le norme e gli strumenti ha il dovere di garantire ai cittadini di ogni città, senza distinzione, la legalità e la protezione”.

“Questa petizione riguarda tematiche molto importanti e sentite dai cittadini - ha detto l’assessore Gianassi - sulle quali i sindaci, gli amministratori e i sindaci lanciamo un appello perché non cada nel vuoto e sia raccolto, senza strumentalizzazioni politiche,ma con pragmatismo perché la sicurezza è un tema che riguarda tutti e ha bisogno di concretezza”. “Abbiamo scelto di iniziare la raccolta con un banchino nel Giardino della Fortezza - ha spiegato - perché è un luogo per noi molto importante su cui stiamo lavorando per il recupero. La raccolta delle firme proseguirà in tutti i quartieri della città”.

“Per affrontare il problema della sicurezza servono fatti, non chiacchiere - ha detto il sindaco Falorni -. Come sindaci cerchiamo di mettere in campo tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione, però ci accorgiamo anche che non sono sufficienti ad assicurare la sicurezza che auspichiamo”. “Per garantirla credo che servano soprattutto due elementi fondamentali - ha continuato -: una cornice normativa che assicuri che le persone che compiono i reati scontino la pena che devono scontare e maggiori dotazioni organiche delle forze dell’ordine e, per quanto riguarda il mio Comune, anche della Polizia municipale perché per noi è serio il problema del turn over tra gli agenti”.

 

Nel dettaglio i cinque punti in cui si articola la petizione:

 

1) Rafforzamento della presenza delle forze di polizia nelle città

Gli organici delle forze dell’ordine e di polizia municipale, per stessa ammissione del Ministero dell’Interno, non sono sufficienti a presidiare in maniera effettiva il territorio. Per la sola città di Firenze mancano all’appello 250 uomini. Per le realtà comunali più piccole è necessario valorizzare la presenza degli agenti di polizia municipale in un rapporto 1:1000 rispetto al numero di abitanti. Occorre dunque prevedere un ampliamento degli organici perché più presenza in strada significa maggiore e migliore prevenzione dei reati, nonché più tempestiva capacità di intervento in caso di esigenza.

 

2) Certezza dell’esecuzione della pena

E’ assolutamente necessario che gli autori di reati che destano particolare allarme sociale fra i cittadini, una volta individuati e tratti in arresto, non siano immediatamente liberi di circolare per le strade a causa dell’insostenibilità dell’attuale sistema carcerario. Per le comunità è infatti intollerabile il senso di impunità che a volte pare trasparire dal vedere in strada soggetti solitamente dediti a comportamenti . Occorre dunque agire sulla effettività delle pene comminate, nonché sui tempi della giustizia senza alterare tuttavia la commisurazione di pene adeguate al reato commesso, agendo anche sul rafforzamento delle misure cautelari.

 

3) Obbligo di lavori socialmente utili

Chiunque commetta atti di violenza verso persone o cose, oppure atti dispregiativi verso beni e valori della comunità, deve essere destinato anche allo svolgimento di lavori socialmente utili come riparazione e risarcimento dei danni cagionati alla comunità. Svolgere attività per la comunità significa anche entrare i contatto con gli equilibri e i valori che la animano.

 

4) Nuova politica carceraria

Accanto al senso di impunità derivante dall’incertezza della pena, si affianca la debolezza e l’inadeguatezza del sistema carcerario. Strutture fatiscenti, sovraffollamento, carenza di investimenti sui percorsi rieducativi. Esclusività del sistema carcerario come alternativa alla strada. Occorre un radicale cambiamento di rotta. Più investimenti sulle strutture carcerarie e sui percorsi di recupero sociale dei detenuti, e individuazione di luoghi e strutture intermedie, non così afflittive come il carcere, ma comunque idonee ad esercitare un controllo che eviti che la persona pericolosa sia libera di circolare in strada, e adeguati percorsi di recupero per le stesse persone che hanno commesso reati.

 

5) Istituzione del ‘Fondo speciale per la rigenerazione urbana’

La sicurezza urbana passa anche attraverso i modi in cui i luoghi e gli spazi vengono presidiati. E’ necessario creare un “Fondo speciale per la rigenerazione urbana” che possa garantire un sostegno diretto ad attività culturali, educative, sportive e sociali in grado di animare i luoghi ritenuti a rischio e recuperare gli spazi degradati. Strade, piazze e giardini devono essere vissuti dai cittadini come spazi comuni sicuri e vivibili.

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