Scaletti e Valleri (La Firenze viva): "Firenze, l’artigianato che sparisce e il silenzio dell’amministrazione comunale"

Queste le dichiarazioni di Cristina Scaletti (consigliera al Comune di Firenze – La Firenze Viva) con Fabrizio Valleri, consigliere del gruppo al Quartiere 1

"Lunedì avrebbe dovuto aver luogo lo sfratto dagli spazi del Conventino di Valter Seroni, uno degli ultimi fabbri storici del ferro battuto di Firenze. Al momento lo sfratto è sospeso, anche per la pressione della gente del quartiere dell’Oltrarno, che ogni giorno perde pezzi della sua storia economica e culturale.

Se da una parte ci fa piacere che l’amministrazione comunale abbia reagito positivamente alle proteste dei cittadini e forse anche al question time da noi presentato in consiglio comunale sul tema, dall’altra viene da chiedersi per quale motivo non fosse stato individuato un tentativo diverso da quello dello sfratto di un artigiano dal luogo definito dall’amministrazione stessa “simbolo dell’artigianato locale”.

Si tratta di un artigiano storico, al Conventino dal 1979, che svolge un lavoro artigianale pregiato, uno di quei lavori che una città come Firenze e la sua amministrazione dovrebbe tutelare, dare la possibilità di insegnare e tramandare. Certo i tempi sono difficili e la sostenibilità economica tra affitti e spese si fa fatica a raggiungerla. Ma quella bottega che sparisce è veramente una ferita al cuore perché con quell’artigiano se ne va un pezzo delle nostre Antiche Arti Fiorentine soffocate da logiche commerciali che poco si sposano con l’arte e la cultura.

E allora quando vediamo ad esempio gli arredi urbani di Firenze, le strade in pietra e tanto altro pensiamo a quanto sarebbe stato bello vederci lavorare gli artigiani fiorentini. Dare la possibilità a Seroni e agli altri artigiani storici rimasti in città, nei quartieri, sarebbe un regalo per tutta la città e un modo per sostenerli. Le saracinesche delle botteghe artigiane che si aprono e non che si chiudono renderebbero senz’altro la città più viva e ne rispetterebbero la storia e la cultura". (fdr)


 

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