Piazze minori del centro storico di Firenze, verde urbano e oro liquido per ‘ricucire’ gli spazi sospesi e riconnettere la residenza

L’intervento dell’assessore Del Re alla Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia

Riconnettere centro storico e residenza, a partire dalle piazze minori che i cittadini sentono più vicine intervenendo con nuovo verde e nuovi arredi realizzati con materiali di recupero, ispirandosi alla pratica giapponese del ‘kintsugi’ in cui l’oro liquido riattacca i cocci rotti. E’ il piano illustrato oggi dall’assessore all’Urbanistica, ambiente e Piano di gestione Unesco Cecilia Del Re nel corso del dibattito sulle ‘Piazze minori nel centro storico di Firenze’ alla Mostra internazionale di architettura della Biennale di Venezia. All’iniziativa, oltre all’assessore Del Re, hanno preso parte il curatore generale del Padiglione Italia ‘Comunità resilienti’ Alessandro Melis, il curatore della sezione ‘Italian Best Practice’ Gian Luigi Melis, il direttore scientifico del laboratorio di Urban Design dell’Università di Firenze Antonio Capestro, il direttore del Dipartimento di Architettura dell’Università di Firenze Giuseppe De Luca, il soprintendente Mic-Ministero della Cultura Gabriele Nannetti, la direttrice di Cisdu Cinzia Palumbo e il site manager Firenze Patrimonio mondiale Unesco Carlo Francini.
“Un progetto nato a partire da uno studio dell’Università di Firenze, che ha mappato le piazze minori del centro storico di Firenze - ha detto l’assessore Del Re - per poi tradursi in un piano di intervento concreto da parte del Comune di Firenze proprio su queste piazze che finanzieremo in prevalenza con i fondi del React. Si tratta di inverdire alcune piazze minori del centro storico con un duplice obiettivo: da un lato quello di abbattere le isole di calore particolarmente presenti in centro storico per la minore presenza di aree verdi; dall’altro quello di migliorare la vivibilità di queste piazze, considerate più intime dai residenti perché rappresentano uno sfogo verso l’esterno, inserendo non solo il verde ma anche arredi con zone di sosta per il cittadino anche realizzati con materiali di recupero. Vogliamo farlo ispirandosi alla pratica giapponese del ‘kintsugi’ che utilizza l’oro liquido per riattaccare cocci rotti in modo da riparare e al tempo stesso valorizzare la frattura, partendo da questa per una positiva ricostruzione: verde urbano e arredi diventano così i simboli della ricucitura tra il centro storico e la residenza, tra il centro storico e la vivibilità, a partire proprio dalla valorizzazione di ferite, di quelli che oggi sono dei non luoghi, degli spazi sospesi, rendendoli poi spazi unici. Ci è parso particolarmente opportuno presentare questo piano dentro il padiglione dedicato alle “Comunità resilienti”, dove Firenze è stata presente anche con un bellissimo plastico realizzato dall’Universita di Firenze che rappresenta questo dedalo di piazze”.
Le prime piazze individuate per questo tipo di intervento sono piazza della Calza, piazza Salvemini, piazza del Crocifisso, piazza Santa Caterina d’Alessandria, largo Annigoni, piazza dell’Unità, piazza del Giglio, piazza San Paolino, piazza Santa Cecilia, piazza dei Peruzzi, piazza Demidoff, piazza de’ Donati. (sc)

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