Piano di Castello, Grassi e Verdi (Frs): “E' una delibera ambigua, senza punti di riferimento certi su pista aeroportuale e vincoli. Il ricorso di Unipol al TAR è sicuro anche per il Comune"

“A cosa serve? Solo per evitare che sia palese che dopo anni non si hanno idee chiare e si è fallito. Nardella evita il voto in Consiglio. Ridurre le superfici non è sufficiente se attorno avviene una colata di cemento”

“Attesissima la delibera di Giunta che dà avvio alla modifica del piano urbanistico di Castello – naffermano il Capogruppo Tommaso Grassi e la Consigliera Donella Verdi, presenti stamani all'audizione dell'Assessore Bettarini in Commissione Urbanistica – ma che si è rivelato un atto ambiguo, senza punti di riferimento certi su pista aeroportuale e sui vincoli conseguenti, che lascia aperte tutte le strade e che colloca, unica nota positiva, meno metri quadrati di edifici rispetto al passato. Ma ridurre le superfici non è sufficiente se attorno avviene una colata di cemento: ancor meno se si confrontano le superfici solo private che non si riducono così tanto come può apparire. Molti sono i dubbi sui numeri, uno fra tutti a cui teniamo particolarmente: vengono costruiti 42 mila metri quadrati di case private, ma scompaiono i 10 mila metri di case popolari. Come mai? Dove è finita la norma del 20% di alloggi comunali in caso di nuove edificazioni residenziali private?”.

“Ma l'aspetto politico che lascia perplessi è che la stessa amministrazione ritiene scontato il ricorso di Unipol al TAR così come è avvenuto per ogni atto precedentemente assunto dal Comune. Senza accordo col privato, nonostante il piano fosse nato di iniziativa pubblica, il Comune non può imporre alcuna modifica unilateralmente, fino alla scadenza del piano prevista ben oltre la fine del mandato elettorale di Nardella. Certo – continuano Grassi e Verdi – può proporre questa variante ma se il privato non accetta rischia di rimanere solo sulla carta: oppure il Comune è già a conoscenza, e l'accordo lo ha con un nuovo acquirente pronto a pagare l'area agli attuali proprietari di Unipol e garantire l'ampliamento dell'aeroporto senza grosse beghe burocratiche? Lo dica per trasparenza e perché la discussione possa avvenire sui dati di fatto e non su un quadro irrealistico”.

“Il piano così come presentato potrà essere realizzato e i pezzi del puzzle andranno perfettamente a posto solo ed esclusivamente se la pista dell'aeroporto sarà realizzata così come previsto dal masterplan: troppo difficile, per chiunque, pensare che le 142 prescrizioni del parere VIA che mettono in dubbio la sostenibilità della nuova pista non comportino neppure una modifica di qualche metro che potrebbe far coincidere nuove edificazioni con i nuovi vincoli aeroportuali. Più che un atto di pianificazione comunale – proseguono i consiglieri di firenze riparte a sinistra – pare un libro dei sogni, quello di Nardella”.

“Ci pare che questa manovra, dal progetto dello stadio a quello del trasferimento della Mercafir a Castello, così come osserviamo nella delibera, sia finalizzato solo ad evitare che diventi palese che dopo anni in Comune non si hanno idee chiare sul futuro dell'area e si è fallito finora ogni annuncio. Lo si deduce anche dalla strategia di Nardella di evitare la discussione e il voto in Consiglio: meglio che sia una faccenda solo della Giunta e che nessuno ci metta troppo gli occhi nel merito degli atti. Non glielo permetteremo e annunciamo fin da subito che presenteremo atti in Consiglio in merito: la vicenda di Castello – concludono Grassi e Verdi – è un tema che la Città si trascina dagli anni 80 ed è corretto che a dibatterne e a decidere del futuro, dopo 40 anni, sia l'assemblea cittadina alla luce del sole e non nelle stanze al chiuso di una Giunta, a fine mandato, che non pare aver più quel consenso popolare che le elezioni le avevano consegnato”. (s.spa.)

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