Palagi e Bundu (SPC): "Una Multi-utility Toscana che possa continuare a fare profitti: direzione sbagliata"

"I movimenti lo denunciano da tempo, così come abbiamo fatto anche noi in Consiglio. Mai nessuna risposta, se non la bocciatura delle proposte di acqua pubblica. Urgente una commissione controllo"

Queste le dichiarazioni di Dmitrij Palagi e Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune

"Lo avevano anticipato i movimenti, specialmente le realtà impegnate da anni sull'acqua pubblica. Lo aveva già scritto la stampa. Lo abbiamo portato in Consiglio comunale a Firenze come gruppo di sinistra e lo stesso è stato fatto a Pisa, poche settimane fa. Non era un segreto. Questo rende ancora più inaccettabile il comportamento della Giunta e del Partito Democratico. Ci hanno bocciato per due volte ogni ipotesi di gestione pubblica e senza profitto dei beni comuni, ignorando sistematicamente la volontà referendaria del 2011.

Ora il Sindaco prende e "alza la bandiera a scacchi" di un progetto che guarda a Hera e Iren, prevedendo un continuo coinvolgimento di realtà private, con l'unico obiettivo di garantire maggiori margini di profitto, che si tradurranno in briciole per il pubblico e in privilegio per i privati, con una condizione di unico soggetto gestore. Si fanno soldi sui beni comuni come nel modello capitalista più spinto, ma nella tutela del pubblico, contraddicendo ogni principio di libero mercato. Questo senza considerare il fatto che il Comune di Firenze (che in Alia e Publiacqua ha un peso maggioritario) è ridotto a mero esecutore delle volontà del Sindaco. La Commissione controllo enti partecipati e il Consiglio comunale devono stare ad aspettare le notizie sulla stampa o in Rete Civica, secondo chi ci governa?

Al Partito Democratico non interessa un servizio sostenibile, in un equilibrio tra costi e ricavi, per poter contrastare l'emergenza climatica e la costruzione di un modello attento all'ambiente e ai bisogni delle persone: vogliono garantire le logiche dei profitti. Prevediamo, come ipotesi, un gioco di nomine che vedrà nomi già noti che possano testimoniare l'assoluta continuità di decisioni e costumi". (fdr)

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