Memoriale di Auschwitz a Firenze riapre il 25 luglio

Riapre al pubblico a Firenze il Memoriale degli italiani esposto originariamente ad Auschwitz: il giorno prescelto è il prossimo 25 luglio, nell'80/o anniversario della caduta del regime fascista. L'annuncio è stato dato questa mattina durante una conferenza stampa a Palazzo Strozzi Sacrati, in occasione della firma del protocollo per la gestione dell'opera, da alcuni anni allestita nell'Ex3 di Firenze dopo il trasferimento dal Block 21 di Auschwitz. L'intesa sottoscritta tra Regione Toscana, Comune di Firenze, Comune di Prato, Fondazione 'Museo e centro di documentazione della Deportazione e Resistenza - Luoghi della Memoria Toscana' e l'Aned prevede che la gestione sia affidata alla Fondazione, avrà il compito di coordinare l'attività scientifica, progettare e realizzare le attività didattiche e culturali e le visite guidate. L'idea è quella di rendere l'Ex3 "il più importante polo nazionale - affermano i firmatari - sulla memoria della deportazione realizzata dalla pianificazione concentrazionaria nazifascista". Inaugurato il 13 aprile 1980 nel Block 21 del campo di sterminio tedesco ad Auschwitz in Polonia (dove è rimasto esposto fino al 2007), è il frutto di una progettazione collettiva e corale a cui contribuirono lo studio architettonico milanese Bbpr (Banfi, Belgiojoso, Peressutti e Rogers), lo scrittore Primo Levi, il pittore e maestro Mario 'Pupino' Samonà, Nelo Risi e il compositore Luigi Nono che per la colonna sonora concesse l'uso del suo brano 'Ricorda cosa ti hanno fatto ad Auschwitz'.

“Il Protocollo d'intesa sottoscritto oggi – commenta l’assessore alla cultura della memoria Maria Federica Giuliani – assume grande rilevanza ed è un fondamentale passo sinergico fra le amministrazioni pubbliche ed Aned che porta alla riapertura, nei locali messi a disposizione dal Comune di Firenze, del Memoriale di Auschwitz in un ambiente completamente trasformato e valorizzato dalla significativa parte didattica". "Attorno al Memoriale - ha aggiunto - è stato costruito un percorso museologico didattico e di grande impatto emotivo che prepara il visitatore a capire quegli anni e quei fatti. Perchè ancora occorre far memoria, oggi più che mai. Ma soprattutto è manifesta la volontà dei nostri enti di addivenire ad un'unica Fondazione 'Museo e luoghi della memoria Toscana', un unicum in questo campo a livello toscano e nazionale che vogliamo valorizzare sempre di più non solo per farne memoria viva ma per l’alto valore che rappresenta”.

“Oggi è un bel giorno per le politiche culturali e le politiche per la Memoria della Toscana e di Firenze. Il gioco di squadra alla base del lavoro che sta portando alla rinascita e alla riapertura del Memoriale è un segno evidente di quanto la cura della Memoria in Toscana sia radicata e rappresenti un patrimonio comune”, ha dichiarato in occasione della firma il presidente Eugenio Giani, sottolineando: “Il Memoriale della Deportazione costituirà un punto di riferimento culturale per l’intero Paese e non solo, contribuirà a consolidare la memoria di cosa è stato l’orrore del nazifascismo e ci consentirà di rendere più forte la diffusione tra le giovani generazioni di anticorpi contro dittature e autoritarismi”. 

Per l'assessora alle politiche per la Memoria Alessandra Nardini, "con la firma di oggi abbiamo posto le basi per trasformare stabilmente il Memoriale in un polo culturale di riferimento nazionale e internazionale, attraverso il quale riusciremo a rafforzare ancora di più il nostro impegno per le politiche della Memoria e la loro trasmissione alle future generazioni". "La Regione - ha tenuto a evidenziare Nardini - ha perseguito e continuerà a perseguire questo obiettivo con costanza e determinazione. Lo dobbiamo a chi è stato vittima dell’orrore nazifascista, a chi ha combattuto dalla parte giusta della Storia e al futuro di questo Paese, che senza la memoria di ciò che è stato sarà più povero e più debole rispetto a rischi di derive autoritarie o negazioniste, rigurgiti nazifascisti. Ringrazio gli uffici regionali, i Comuni di Firenze e Prato, la Fondazione Museo della Deportazione, e in modo particolare l'Aned, proprietaria del Memoriale, per la condivisione ed il lavoro prezioso che abbiamo portato e che porteremo avanti insieme".

Soddisfazione è stata espressa dall’assessore pratese alla cultura Simone Mangani, che ha sottoscritto il protocollo per il Comune di Prato e presente alla conferenza stampa. Mangani, assieme al sindaco di Prato Matteo Biffoni, ha affermato: “Le politiche della memoria sono un patrimonio comune, con questo accordo facciamo il primo passo verso un’unica fondazione regionale e mettiamo a frutto i vent’anni di lavoro ed esperienza della Fondazione del Museo della Deportazione di Figline di Prato. La città di Prato dà il suo contributo sia attraverso il museo sia direttamente come Amministrazione, ribadendo come nessuna realtà democratica può prescindere dai valori della Memoria”.

“La firma di oggi è prodotto di una grande squadra, che non è una somma, una fusione a freddo ma un insieme di tantissime competenze”, ha detto Aurora Castellani, presidente della Fondazione Museo della Deportazione, che ha ringraziato “per la fiducia che è stata riposta nella Fondazione”, a cui sarà affidato il coordinamento della gestione del Memoriale. “Siamo pronti a dare al massimo – ha aggiunto - perché questa è davvero l’inizio di un grande polo della memoria. Ora c’è da far camminare con le proprie gambe il neonato Memoriale e trasformeremo una data come il 25 luglio, come il momento di una nascita”.

“Abbiamo fatto un lungo percorso, abbiamo lavorato in grande concordia e oggi è una tappa davvero importante”, ha osservato Dario Venegoni, presidente nazionale di Aned. “Nasce un nuovo polo delle Deportazioni – ha proseguito – che si candida a proporre un punto di vista originale sulla storia del Novecento e a fare memoria, cultura, informazione, formazione civile. Questo è un polo che ha tutte le potenzialità per essere un polo internazionale e adesso viene il bello: bisogna lavorare perché sia un polo scientificamente solido, innovativo nella didattica, e nella costruzione della memoria dell’antifascismo e delle deportazioni come non ce ne sarà un altro in Italia”.

“Il Memoriale è un ‘pezzo’ di Auschwitz che oggi è a Firenze”, ha detto il consigliere per le politiche della Memoria dell’assessora Nardini, Ugo Caffaz, che in apertura del suo intervento in conferenza stampa ha ricordato con commozione quando Primo Levi nel 1982 raccolse il suo invito a visitare il Block 21 poiché, nonostante lo scrittore fosse stato uno degli ideatori dell’installazione, non era presente all’inaugurazione. “Questa è un’opera d’arte molto bella – ha aggiunto Caffaz - e ora abbiamo l’aspirazione che diventi davvero il punto di riferimento di politiche della memoria perchè ce lo abbiamo noi e non ce l’ha nessun altro e perché in Italia, pur avendo vari monumenti su quel periodo nefasto, non esiste un museo ‘sul’ fascismo, nonostante si debba spiegare agli adulti, prima che ai ragazzi, che la Resistenza era al fascismo e al nazifascismo”. 

(fn) 

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