Leonardo Calistri, Stefano Di Puccio e Massimiliano Piccioli: “Scelte contrarie alla visione di una città pubblica, e zero apertura al dialogo da parte del PD. Usciamo dalla maggioranza”

“Voto di Firenze Democratica contrario al POC dopo che sono stati bocciati 25 emendamenti su 28”

Ecco l’intervento dei consiglieri Calistri, Di Puccio e Piccioli:

“Siamo arrivati alla fine di questa tre giorni di consiglio, ed è stata una maratona impegnativa. Così come lo sono stati questi tre mesi di esame del piano operativo nelle commissioni.
Ringraziamo innanzitutto gli uffici perché hanno svolto un lavoro difficile, senza un referente politico, come abbiamo già detto. E, in commissione, gli uffici si sono ritrovati da soli a spiegare la vendita di immobili pubblici come l’ex ospedale San Giovanni di Dio o la rinuncia a nuove scuole pubbliche come la Scuola Lavagnini. Sono però temi che non si possono spiegare, ma che si devono motivare politicamente. Perché spetta alla politica fare delle scelte. Il sindaco, nella sua lunga illustrazione, pur non citando l’assessora Del Re, ha illustrato il suo lavoro e le scelte che ne erano e sono alla base del Piano. Siamo contenti che molte siano rimaste, ma non possiamo non sottolineare come ce ne siano state poi altre, su cui il sindaco non si è invece soffermato lunedì in consiglio, che hanno tradito alcuni punti cardine su cui il poc era stato costruito e la prospettiva che aveva davanti.
Un anno fa, Del Re aveva infatti chiesto discontinuità rispetto al passato perché, tra le altre cose, invocava lo stop alla vendita di immobili pubblici. E invece nella versione del poc poi approvata dalla giunta successivamente all’uscita di Del Re è stata introdotta una scheda per vendere un bellissimo immobile in pieno centro storico, l’ex Ospedale San Giovanni di Dio. Così come Del Re aveva inserito nel poc adottato dei vincoli all’esproprio per riportare funzioni e verde nel quartiere 1, dall’immobile in via delle Carra alla Scuola Lavagnini. Con due emendamenti, avevamo allora chiesto di eliminare la scheda di trasformazione privata di Ognissanti e di ripristinare la scuola pubblica in viale Spartaco Lavagnini: nonostante il parere positivo su entrambi gli emendamenti, e nonostante avessimo detto al capogruppo PD che per noi questi erano due punti irruniciabili per una coerenza rispetto all’esigenza di discontinuità rispetto al passato, il Sindaco e il gruppo PD hanno bocciato i nostri emendamenti.
Cosi come sono stati bocciati i nostri emendamenti che chiedevano al consiglio comunale di prendere una posizione, con una integrazione alla relazione del poc, sul tema del collegamento del centro storico (anche solo con un sistema di tpl elettrico), perché il tema fosse affrontato e il centro non fosse destinato a restare un museo a cielo aperto, e sullo scudo verde perché si mettesse un indirizzo verso la costruzione della grande Firenze, che non tassa i lavoratori pendolari dell’area metropolitana, per una città più giusta non solo da un punto di vista ambientale ma anche sociale.
Oltre a questi punti, che per noi erano imprescindibili, sono stati bocciati anche gli emendamenti sull’ex hotel Astor per metterlo a disposizione dell’emergenza abitativa o quelli per un percorso partecipato e concorso di idee per l’Ex OGR, su cui Del Re si era spesa in passato trovando però un muro nel sindaco.
Questo piano operativo, poi, doveva avere come piano complementare il primo Piano del verde della città di Firenze, che, come noto, invece, non è stato neppure nel frattempo adottato: anche questo è un dato politico di rilievo perché è un piano operativo che nasce monco rispetto alle condizioni in cui era nato, e che adesso manca di quella prospettiva di sviluppo infrastrutturale verde che è necessaria per il futuro della nostra città, come rilevato anche dalla stessa Regione Toscana nella sua osservazione.
Due emendamenti che ci sono stati approvati e che puntano al recupero delle acque piovane e alla valorizzazione delle risorse naturali secondo i più recenti criteri ambientali rafforzano se non altro quella direzione.
Sulla residenza temporanea per turisti, ci siamo già molto soffermati in questi giorni, e non vogliamo tornare sopra il “pasticcio” che si è consumato a 48 ore del voto e che aggrava ancor più la situazione di incertezza di questa città: quella variante non solo, infatti, ha prodotto risultati controproducenti che in parte, se si voleva, potevano essere corretti accogliendo il nostro emendamento per l’estensione del divieto nelle zone universitarie, ma resta adesso in un limbo e non si sa cosa succederà. Poteva essere chiusa prima quella variante, e quindi recepita nel poc, se questo era il problema.
Sulla questione dell’edilizia residenziale pubblica e monetizzazioni, si è preferito accogliere una osservazione di Fratelli d’Italia al riguardo, mentre sui limiti ai frazionamenti in chiave anti speculativa siamo contenti del ripensamento del gruppo Pd, ma riteniamo ridicola la spalmatura di 30 giorni anziché 60 giorni su tutto l’anno per gli studentati: il risultato, infatti, non cambia, ed è l’ennesima contraddizione rispetto ad una scelta di campo netta che era stata compiuta nel poc per avere regole certe, facilitare i controlli ed evitare ambiguità tra luoghi che accolgono studenti e luoghi che accolgono turisti. Altro che lotta alla rendita, nella nuova versione del piano la rendita è tornata al centro del villaggio tra vendita di immobili pubblici e regole ambigue che favoriscono chi le norme le vuole eludere.
Ci dispiace, infine, per il mancato coinvolgimento dei cittadini nella fase tra adozione e approvazione, e per la mancata audizione dei consiglieri eletti del quartiere 1. Anche le modalità con cui siamo arrivati a questo voto vogliamo sottolinearle perché crediamo che sia necessario un diverso metodo per arrivare a votare questi atti. Sappiamo, infatti, che il gruppo PD ha i voti per far passare gli atti odierni e che ha preferito rivolgersi a chi sedeva nell’opposizione piuttosto che accogliere i punti che avevamo segnalato e che davvero erano la testimonianza concreta di quel cambio di rotta che volevamo e noi vogliamo tuttora tracciare. Per tutti questi motivi, il nostro voto sarà contrario e quindi da oggi usciamo dalla maggioranza”. (s.spa.)

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