Dmitrij Palagi (Sinistra Progetto Comune) e Daniela Chironi, Tommaso Grassi e Massimo Torelli (Firenze Città Aperta): “Requisire per meglio curare: le proposte che il Comune può fare a Giani”

“Due ordinanze della Regione Toscana indicano la possibilità e l’opportunità di utilizzare lo strumento della requisizione per aumentare i posti letto, senza ricorrere a più costose soluzioni come il campo container visto in viale Guidoni. Ieri al question time la Giunta ha detto di non essere interessata a essere parte attiva di questa soluzione. Un errore che rischia di pagare tutta la città”

“Come sempre – introduce il consigliere comunale di Sinistra Progetto Comune Dmitrij Palagi – la peggiore risposta che si può ricevere è nessuna risposta. Per quante proposte specifiche possa avanzare il gruppo Sinistra Progetto Comune ci siamo trovati di fronte all’indisponibilità della Giunta di accoglierle, a prescindere da quali siano.

Ringraziamo Firenze Città Aperta per aver lanciato la campagna mesi fa. Ci mette oggi in condizioni di chiedere, puntualmente, perché non si sta prendendo in considerazione l’idea di utilizzare i cosiddetti student hotel, o perché non si sia provato a vedere se tra il patrimonio immobiliare del nostro territorio ci fossero spazi adeguati per rispondere alla richiesta della Regione Toscana, che il Comune ritiene non sia di sua competenza.

Confidiamo che il peggio sia alle nostre spalle ma la stessa Vicesindaca ha ammesso che la fase è cambiata. Non si prevede più la necessità di un campo container come quello di viale Guidoni, proprio per la possibilità aperta dalla Regione Toscana di insistere sullo strumento della requisizione, che già la Costituzione individua come possibile e che la storia di Firenze ha conosciuto bene, anche se in forme diverse e in relazione al bisogno abitativo.

A questo punto, ricevuta la risposta, senza registrare una contrarietà al requisire, come se tutto l’onere fosse della sola Regione, proporremo al Consiglio comunale – aggiunge Palagi – alcune soluzioni, per prevenire l'emergenza, invece di subirla”.

L’Associazione Firenze Città Aperta – dichiarano Daniela Chironi, Tommaso Grassi e Massimo Torelli durante la conferenza stampa che si è tenuta oggi – ha lanciato la proposta Requisire per meglio curare a marzo (https://www.firenzecittaaperta.it/requisire-per-meglio-curare/) con l’obiettivo di prepararci ad un periodo lungo e difficile.

I cardini della proposta erano:

tra immobili pubblici e privati recuperare almeno 1.000 posti letto in città per la gestione della quarantena e separare i nuclei familiari con contagiato (individuando, sul modello cinese, il nucleo familiare come spazio di contagio),

recuperare ad utilizzo collettivo parte del patrimonio pubblico cittadino, per avere una città della cura, che sappia affrontare in modo permanente situazioni di crisi,

rompere il tabù della prevalenza della proprietà privata a discapito del bene pubblico, come se un profitto servisse a qualcosa in una generale situazione di crisi ed emergenza. Quindi suggerivamo di ricorrere per interesse pubblico alla requisizione di strutture e strumentazioni sanitarie sia di immobili. Questo supportato dall’art. 6, comma 4 del Decreto Legge n. 18/2020 che il governo emanò in marzo.

E presentammo un piano complessivo, prevedendo che l'emergenza non finisse con l'estate. Né a Firenze né in Italia ci siamo preparati alla seconda ondata pandemica e quindi la riproponiamo, trovando un valido supporto in 2 ordinanze regionali di novembre:

- la n.104 ( http://www301.regione.toscana.it/bancadati/atti/Contenuto.xml?id=5270382&nomeFile=Ordinanza_del_Presidente_n.104_del_09-11-2020) che in materia di igiene e sanità prevede

“1. alle Aziende Sanitarie Locali di individuare le strutture accreditate e non, il personale sanitario, i locali e le apparecchiature delle stesse e di disporre, sulla base di tale individuazione, la relativa
richiesta di messa a disposizione;
2. di prevedere che, a fronte della messa a disposizione, la struttura interessata sia ristorata in base a quanto disposto dall’art. 6, comma 4 del Decreto Legge n. 18/2020 con la corresponsione di equo indennizzo, o attraverso la stipula di contratti ai sensi dei comma 1 e 2 del art. 3 del medesimo Decreto Legge”;

- e la n.105 ( http://www301.regione.toscana.it/bancadati/atti/Contenuto.xml?id=5270408&nomeFile=Ordinanza_del_Presidente_n.105_del_09-11-2020) che chiede ai Comuni di " di disporre l’attivazione di posti letto di degenza ordinaria da individuarsi in strutture collocate sul territorio toscano, che siano funzionali al soddisfacimento delle necessità regionali indipendentemente dalla loro localizzazione".

Per questo insieme al gruppo consiliare chiediamo alla Giunta comunale di attivarsi e avanziamo le seguenti proposte di utilizzo degli immobili:

La Requisizione

degli studentati privati (cosiddetti student hotel) presenti sul territorio di Firenze e a oggi vuoti, al fine di creare nuovi posti letto per degenze ordinarie;

la struttura di piazza Indipendenza dove aveva sede la clinica di Santa Chiara;

L’utilizzo per degenze ordinarie:

una o più palazzine dell’area interessata dall’ex-ospedale psichiatrico di San Salvi;

almeno una delle ex caserme presenti sul territorio comunale e ancora non destinate ad altro uso.

Non solo, chiediamo al comune di supportare le Aziende Sanitarie nell'individuare strutture e strumentazioni sanitarie da requisire. Nel consiglio comunale di ieri, 24 novembre, il gruppo consiliare di Sinistra Progetto Comune ha interrogato su questo la Giunta (allegato question time), ma non si è voluto entrare neanche nel merito delle proposte, come se la pandemia fosse già passata e come se non fosse una priorità anche del Comune saper prevenire ogni possibile emergenza, che auspichiamo non arrivi ma che sarebbe sconsiderato pensare non possa verificarsi”. (s.spa.)

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