Cosimo Guccione (Presidente Consiglio comunale): “Conferimento della cittadinanza onoraria a Pakhshan Azizi”

Delibera approvata all’unanimità

Questa la presentazione del presidente del Consiglio comunale Cosimo Guccione alla delibera di conferimento della cittadinanza onoraria a Pakhshan Azizi


 

“Il 30 novembre 1786 il Granducato di Toscana, col Granduca Pietro Leopoldo, fu il primo Stato al mondo ad abolire la pena di morte e la tortura.

Pakhshan Azizi è un’operatrice di pace umanitaria e attivista curda che, dal 2014 al 2022, ha aiutato donne e bambini nei campi del nord-est della Siria e nel Kurdistan iracheno, sfollati dai territori controllati dallo Stato islamico.

Dopo essere stata arrestata il 4 agosto 2023, Azizi è stata accusata del reato di “baghi”, ossia ribellione armata contro lo stato, solamente in ragione delle sue attività pacifiche per i diritti umani e umanitarie. Trasferita nella prigione di Evin a Teheran, è stata tenuta in isolamento prolungato per cinque mesi, senza poter parlare con un avvocato o con la sua famiglia. Durante la detenzione è stata sottoposta a maltrattamenti e vere e proprie torture, nel tentativo di farle confessare legami con gruppi di opposizione curdi, da lei ripetutamente negati.

Il processo ad Azizi si è tenuto in due sessioni, il 28 maggio e il 16 giugno 2024, e si è concluso con la condanna a morte, dopodiché il suo ricorso è stato respinto dalla Corte suprema che ha confermato la condanna a morte per impiccagione.

In base al rapporto annuale “Iran Human Rights Monitor” sui diritti umani, emerge che l’anno 2024 è stato caratterizzato da una significativa escalation delle violazioni dei diritti umani in Iran, con il continuo ricorso del regime a esecuzioni, detenzioni arbitrarie, torture e repressione del dissenso. L'uso della pena di morte da parte del regime ha preso di mira dissidenti politici, minoranze etniche, le donne e i minorenni. Il regime iraniano ha giustiziato almeno 993 persone, di cui 915 con esecuzioni segrete (92%) di cui 32 donne (28 giustiziate segretamente e 4 annunciate pubblicamente), 14 prigionieri politici (7 giustiziati segretamente), 6 minorenni tutti giustiziati in segreto e 4 esecuzioni pubbliche.

Il regime iraniano, inoltre, ha intensificato la sua sistematica repressione dei diritti delle donne nel corso del 2024, prendendo di mira attiviste, prigioniere politiche e cittadini comuni con arresti arbitrari, condanne severe e trattamenti disumani e che le donne che sostenevano il cambiamento sociale o politico hanno dovuto affrontare una persecuzione implacabile, spesso a causa dei loro legami con gruppi di opposizione o della loro partecipazione alle proteste

Il Consiglio comunale di Firenze si è interessato alla vicenda, alla persona, di Azizi da mesi. A gennaio, con la mozione numero 255 “Cittadinanza onoraria a Pakhshan Azizi”, approvata all’unanimità nella seduta del 17 febbraio il Consiglio comunale invitava la sindaca a conferire la cittadinanza onoraria della città di Firenze a Pakshan Azizi per essersi schierata, a costo dell’incolumità personale, a tutela dei diritti delle minoranze curde in Iran, successivamente, 31 consiglieri comunali hanno sottoscritto formalmente la richiesta per la delibera. 31 consiglieri sono molti di più di quelli necessari per la cittadinanza.

Nell’immagine qui proiettate vediamo una giovane donna che sorride, che canta. È strano pensare che una persona che vive in quello che di fatto è un regime, spietato nel censurare il dissenso, nel reprimere le minoranze, nell’impedire alle donne di esprimersi, di vestire, di comportarsi, di abitare il mondo da esseri umani liberi, di studiare, di lavorare alla pari con gli uomini, possa sorridere, cantare, eppure ci sarà stata una stagione dell’esistenza di Azizi in cui la vita le sarà stata lieve. Del resto, quando sui nostri telefoni vediamo comparire immagini di persone che sorridono, di bambini che giocano, anche in scenari di guerra, ci straniamo, ci sembra impossibile. Sembra impossibile che la vita esista in mezzo alle macerie, in mezzo al dolore, che l’umano resista. Eppure è così. Pakhshan Azizi avrà sicuramente scelto la strada dell’impegno consapevole anche dei rischi, enormi cui andava incontro, ma sicuramente nel momento in cui lavorava nei campi, in mezzo agli sfollati, mentre ragionava con gli altri operatori, mentre parlava con le persone, mentre sentiva la sua famiglia, scherzava con gli amici, avrà sorriso, avrà anche riso molto. Perché non si può combattere, non si può lottare, senza la prospettiva del riscatto, della pace, della felicità; chi si rassegna alla tristezza, al dolore, non può far nulla per sé e per gli altri.

La cittadinanza onoraria della città di Firenze che oggi è stata consegnata per il tramite del fratello Asso, probabilmente non sarà sufficiente per salvarla, ma sappiamo che questa si unirà a tante iniziative simili nel mondo e confidiamo che possa dunque contribuire a costruirle una barriera, un’àncora di salvataggio cui aggrapparsi. E insieme speriamo che la notizia di quello che accade qui, oggi, in questa sala rappresentativa di una comunità, di una città che si riconosce nei principi di libertà e uguaglianza universali, una città conosciuta nel mondo, le giunga, presto, e per un attimo almeno la faccia sorridere”. (s.spa.)

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