Presenti il cardinale Giuseppe Betori, il sindaco Dario Nardella, il presidente della Regione Eugenio Giani
Si è svolta nel pomeriggio a Roma, nella Basilica di Santa Maria Sopra Minerva, la celebrazione presieduta dal Cardinale Pietro Parolin nel Cinquecentenario dell’elezione al Soglio Pontificio di Clemente VII. Alla messa erano presenti il cardinale di Firenze Giuseppe Betori, che ha portato un proprio saluto, il presidente della Regione Eugenio Giani e il sindaco Dario Nardella.
“Siamo qui per esprimere la nostra consapevolezza, Chiesa fiorentina e città di Firenze, che il nostro passato e i suoi protagonisti fanno parte della nostra identità e le loro vicende storiche vanno da noi accolte per l’insegnamento che esse ci comunicano, esaltando le virtù e chiedendo di correggere le debolezze - ha detto Betori nel suo discorso di saluto -. Vale anche per Clemente VII che, con alterne vicende, ha lasciato la sua impronta nella storia dell’istituzione ecclesiale, nei rapporti tra i popoli, nella promozione della cultura e dell’arte. La Chiesa fiorentina in specie non vuole dimenticare l’attenzione che egli riservò, durante il suo episcopato, alla cura delle nostre comunità, con la visita pastorale e con il sinodo, in un percorso di conoscenza che aveva come obiettivo favorire la vitalità della fede”.
“Voglio ringraziare il cardinale Parolin per aver celebrato questa messa in memoria del papa dei Medici, protagonista di un periodo travagliato per la Chiesa e la politica ma decisivo per la promozione dell’arte e soprattutto per il suo rapporto con Michelangelo, da lui invitato a completare il giudizio universale della Cappella Sistina - ha sottolineato Nardella -. A lui si deve il matrimonio tra Caterina dei Medici ed Enrico II di Francia e il consolidamento dei rapporti con Carlo V re di Spagna che incoronò nel 1522 a Bologna. Protagonista della politica e anche sfortunato papa perché ha subito il famoso sacco di Roma che lo indusse a scappare dalla capitale, e così come ha assistito allo scisma anglicano dopo Lutero”. “Questa celebrazione - ha concluso Nardella - è stata occasione per ricordare la grande storia del rinascimento della nostra città e ringrazio il cardinale Betori e il presidente Giani per la preziosa presenza”.
“E’ doveroso ricordare una figura così importante per la storia di Firenze e della Toscana - ha dichiarato Giani -. Figlio di Giuliano de Medici, dopo la morte di questo nella congiura dei Pazzi fu cresciuto dallo zio Lorenzo il Magnifico nel periodo più fulgido della dinastia medicea e nel pieno fiorire dei valori dell’Umanesimo e del Rinascimento. Non tardò a
trovare il suo ruolo da protagonista nella storia d’Italia e d’Europa, eletto al Soglio Pontificio a soli 45 anni. E’ per merito di Clemente VII grande patrono di arti, se l’umanità ha un patrimonio inestimabile come il Giudizio Universale di Michelangelo nella cappella Sistina. Fu lui infatti a commissionarlo al Buonarroti”.
