Lorenzo Masi e Roberto De Blasi: “Gli Enti di promozione sportiva sono stati esclusi dal PNRR”

Una lettera al Governo per denunciare la disparità rispetto alle Federazioni Sportive Nazionali

“Nelle linee guida destinate ai Comuni per favorire ed incrementare integrazione ed inclusione sociale assenti tutti gli Enti di Promozione Sportiva. Raccolgo – spiega il consigliere Lorenzo Masi – l’amarezza e l’incredulità dinnanzi all’esclusione e al mancato coinvolgimento di tali organismi sportivi, oggi divenuti altresì Enti nazionali di Terzo Settore. Si registra una palese disparità rispetto alle FSN, le federazioni sportive nazionali, ammesse alle risorse stanziate dal PNRR. Adesso si attendono dal Governo immediate correzioni.
Gli Enti di promozione sportiva hanno appreso, con stupore, come nelle “Linee guida per la presentazione delle candidature relative ‘all’Avviso per l’acquisizione di manifestazioni di interesse nell’ambito delle risorse stanziate dal PNRR, con l’obiettivo di incrementare l’inclusione e l’integrazione sociale attraverso la realizzazione o la rigenerazione di impianti sportivi che favoriscano il recupero di aree urbane, pubblicate dal Dipartimento per lo Sport della Presidenza del Consiglio dei Ministri, e destinate ai Comuni, non si preveda alcun coinvolgimento degli Enti di Promozione sportiva che sono, altresì, quattordici su quindici, anche Enti nazionali del Terzo settore”.
“In particolare vengano totalmente esclusi gli Organismi sportivi, compresi gli Enti di Promozione, che non siano le sole Federazioni. Una discriminazione – continuano Lorenzo Masi e Roberto De Blasi – che gli Enti di Promozione Sportiva non sono più disposti a sopportare. Soprattutto dopo le tante lotte già condotte in questi due anni tremendi di pandemia, durante i quali gli Enti di Promozione sportiva hanno esercitato un profondo dovere di rappresentanza verso le decine di migliaia di associazioni e società sportive affiliate di base, moltissime di loro, tra l’altro, soggetti gestori di impiantistica sportiva pubblica, spesso vetusta, alle prese ora, oltre che con le conseguenze devastanti della pandemia, anche con il contingente rincaro energetico che sta delineando situazioni economico-finanziarie non più sostenibili.
Nelle  linee guida del Governo si parla di “Sport e inclusione sociale” tagliando fuori, però, gli EPS, che rappresentano la larga maggioranza della popolazione sportiva italiana - i due terzi delle persone che fanno sport in Italia - e l’intero movimento di grandi Reti Associative nazionali - un terzo del sistema del Terzo settore del Paese. Quelle organizzazioni che, quotidianamente si occupano proprio di promuovere inclusione e coesione delle comunità, sostenibilità ed innovazione, spesso nelle zone più degradate del territorio, e non solo di attività competitive.
Il PNRR vede l’ennesimo inspiegabile privilegio in favore dello sport di élite e di alto livello, peraltro in controtendenza rispetto ai principi fondanti della riforma dello sport, che capovolge il paradigma classico che favorisce l’alto livello a discapito della pratica dello sport di base, ponendolo ora come strumento di declinazione di politiche pubbliche”.
“La domanda, dunque, sorge spontanea: perché non gli Enti di Promozione Sportiva non sono stati considerati a pieno titolo all’interno del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, almeno nelle parti dedicate allo sport? Un tema, quello infrastrutturale, che da anni affligge non solo l’Italia del professionismo, ma anche l’Italia dello sport amatoriale e di base. È evidente – conclude Lorenzo Masi – l’ennesima discriminazione nei confronti degli Enti di Promozione sportiva, ancora una volta costretti a richiamare l’attenzione del Governo e della Sottosegretaria di Stato allo Sport, Valentina Vezzali. Gli Enti di Promozione sportiva: ACSI,  AICS, ASC, ASI, Centro Nazionale Sportivo Libertas, Csain, Csen, Centro Sportivo Italiano, CUSI - Centro Universitario Sportivo Italiano, ENDAS, MSP Italia, Opes Italia, Polisportive Giovanili Salesiane, Uisp, USAcli Italia chiedono attenzione – conclude Lorenzo Masi ed hanno firmato, tutti insieme, una lettera al Governo”. (s.spa.)

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