7 marzo, tre sale delle Oblate dedicate a tre grandi donne

Gli spazi della Sezione Contemporanea porteranno il nome di Carla Lonzi, Reyhaneh Jabbari e Violet Trefusis

Entra nel vivo il programma delle iniziative culturali proposte nell’ambito del mese delle donne nelle biblioteche fiorentine. Si segnala in particolare l’appuntamento di  giovedì 7 marzo, ore 12, alla Biblioteca delle Oblate dove si tiene la cerimonia di intitolazione delle tre sale della Sezione Contemporanea a tre donne straordinarie: Carla Lonzi, Reyhaneh Jabbari e Violet Trefusis. Si tratta di persone che,a vario titolo, con le loro opere e azioni, hanno segnato passaggi fondamentali nel cammino di emancipazione delle donne e due di loro si sono anche distinte per un profondo rapporto con la nostra città.
 

Carla Lonzi

Filosofa e critica d’arte, nasce a Firenze nel 1931, dove frequenta il liceo Michelangelo e si laurea in storia dell’arte, con una tesi molto apprezzata da Roberto Longhi che ne è relatore. Fonda il gruppo ‘Rivolta femminile’, proponendosi come eminente teorica del femminismo italiano degli anni ’70,  promotrice tra l’altro della pratica dell’autocoscienza. Vive a Firenze, Roma, Milano, dove muore nel 1982.  Pubblica numerose opere sia come critica d’arte che come saggista impegnata nel movimento internazionale delle donne.

Reyḥāneh Jabbāri

Reyḥāneh Jabbāri, donna iraniana giudicata colpevole di omicidio per aver pugnalato un suo connazionale che aveva tentato di usarle violenza sessuale. Amnesty International, l’ONU, l’Unione Europea e il Gatestone Institute condussero una campagna internazionale affinché le venisse risparmiata la vita.  E’ stata giustiziata per impiccagione il 25 ottobre 2014 nei sotterranei della prigione di Gohardasht, a nord di Karaj.

Violet Trefusis

Scrittrice, intellettuale cosmopolita, mecenate, ha vissuto a Firenze nella splendida Villa dell’Ombrellino, facendone un punto di riferimento per le più interessanti personalità culturali, artistiche e politiche del mondo. Nel 1961 offrì una ricompensa per il ritrovo della testa della Primavera di Pietro Francavilla contribuendo anche al suo restauro affinché la statua venisse restituita al suo splendore originario e ricollocata sul ponte Santa Trinita. Dopo l’alluvione del ‘66 si adoperò con appelli internazionali e aiuti economici, sostenendo l’attività di ricostruzione e ripresa. Morì a Firenze il 1 marzo 1972. Ha lascito sei milioni di lire per i poveri della città, un milione di lire alla Chiesa anglicana di Saint Mark di via Maggio e al Comune di Firenze una statua greca detta Il Fauno, oltre a numerose donazioni fatte in precedenza.

 

 

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