Il presidente del Consiglio comunale Luca Milani replica ai consiglieri di centrodestra sulla missione della consigliera Bianchi in Saharawi

Stimatissimi consiglieri  Bocci, Cocollini, Bussolin, Sabatini, Draghi, Cellai, Razzanelli, stimatissima consigliera Monaco, 

rispetto al vostro comunicato sull'intervento della Consigliera Bianchi nella seduta del Consiglio comunale odierno, tengo a precisare, richiamando la vostra onestà intellettuale, che quanto da voi scritto non corrisponde in alcun modo con quanto è stato espresso.

Ci tengo inoltre a sottolineare che i consiglieri Tani, Monaco, Bussolin, Bocci e Razzanelli non erano neanche in aula, al momento della comunicazione e quindi, mi immagino, si siano fidati di quanto è stato riportato loro.

 Vi invito tutte e tutti a risentire il bell’intervento della Consigliera Bianchi che ha ripercorso la storia di amicizia che lega il Comune di Firenze al Popolo Saharawi, che parte con il Sindaco Primicerio e arriva ai giorni nostri. Ringrazio la Consigliera Bianchi, Presidente della commissione 7: Pari opportunità, pace, diritti umani, relazioni internazionali, immigrazione che ha riportato all’interno del nostro Consiglio il tema del sostegno e dell’aiuto a quelle popolazioni con la sua testimonianza diretta.

Quando parliamo di diritti umani e solidarietà a popoli oppressi, il Consiglio comunale dovrebbe essere sempre unito. Per questo rimango perplesso mi sembra evidente che per “qualcuno/a” sia già iniziata la prossima campagna elettorale.

Credo inoltre che la polemica sia di basso livello e che  il popolo Saharawi meriti più rispetto.

Le accuse sono ridicole, qual è la colpa? Aver consegnato un gagliardetto del Consiglio comunale come segno di affetto e amicizia con questo popolo che vive in condizioni di grande difficoltà ma con grande dignità?

Il popolo Saharawi vuole l’indipendenza di un territorio che storicamente è casa sua e reclama dal 1966 la volontà di formare uno Stato indipendente. Nel lontano 1991 si parlò di referendum per l’autodeterminazione previsto per il 1992 e invece sono passati tanti anni e ancora non si è provveduto al referendum che lasci scegliere il popolo.  

Nel frattempo, il popolo Saharawi non è rimasto inerme a guardare la tragedia, ma grazie anche e soprattutto alla tenacia delle donne continua a lottare contro lo status quo e contro l’analfabetismo. Durante la colonizzazione spagnola il 95% della popolazione era analfabeta, oggi il 90% sa leggere e scrivere. I saharawi si preparano all’indipendenza con libri, studio e cultura. 

In questa direzione, ogni anno, sono accolti nelle nostre città i piccoli ambasciatori di pace, grazie all’impegno costante delle tante Associazioni di volontariato, Enti, Comuni toscani, italiani e delle nostre Regioni; Toscana e Emilia Romagna in testa. 

Il loro soggiorno in Italia ha un duplice obiettivo, far loro conoscere la realtà che in quanto bambini dovrebbero vivere quotidianamente e far sentire forte a tutta la loro comunità la solidarietà dell’Italia e di Firenze. 

A luglio scorso la nostra città, nella sua sede più prestigiosa, sede nella quale dal XIII secolo si esercita il governo democratico della città, ha dato vita alla giornata europea di amicizia con il popolo Saharawi per rinsaldare i patti di amicizia e gemellaggio con i comuni italiani e per rompere il silenzio e rilanciare la ripresa dei negoziati sotto l’egida delle Nazioni Unite. 

La sfera dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo rappresenta una realtà storica, umana, sociale che impone a tutti noi, in maniera sempre più pressante, interventi coraggiosi e proiettati verso il futuro. 

Tutti i popoli europei desiderano vedere riconosciuti in tutta l’area del Mediterraneo quei valori e quei principi che sono alla base della stessa costituzione dell’Unione Europea, a cominciare dai diritti universali dell’uomo, della libertà, della giustizia, della democrazia e dell’autodeterminazione. 

La città di Firenze riconosce la propria amicizia con la città di El Aayun a conferma di un orientamento già espresso fin dal 1996 dal Consiglio comunale con l’allora Sindaco Mario Primicerio erede della tradizione di pace tra i popoli seguendo lo spirito di Giorgio La Pira, Sindaco di Firenze negli anni 50 del Novecento, che per primo ha promosso, dopo la devastazione provocata dalla Seconda guerra mondiale, la politica di pace che passa attraverso la relazione e il dialogo tra le città.
Per tutto ciò, cari consiglieri, bene ha fatto la Consigliera Bianchi a portare vicinanza e solidarietà ai nostri amici del Saharawi, anche a nome mio, come Presidente, perché questo rappresenta la storia del Comune di Firenze.

 

Il presidente del Consiglio comunale

Luca Milani

(s.spa.)

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