Bando periferie, Perra: “Azione legale contro il decreto perché viola i principi costituzionali”

Comunicazione in consiglio dell’assessore al bilancio: “Bloccati lavori già avviati”

Un’azione legale contro il decreto Milleproroghe perché “viola il principio di leale e reciproca collaborazione fra soggetti costitutivi della Repubblica e dei principi sanciti dalla Costituzione”. L’assessore al bilancio Lorenzo Perra ha oggi ricostruito in Consiglio Comunale le vicende sullo stato dell’arte del Bando Periferie, illustrando anche le azioni che l’Amministrazione intende intraprendere.

La comunicazione di Perra è partita dalla ricostruzione dei fatti, ovvero dalla legge di bilancio per l’anno 2016 (legge n. 208/2015) che istituiva il programma straordinario di intervento per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città Metropolitane e dei Comuni capoluogo di provincia. Venivano stanziati 500milioni “per il finanziamento di infrastrutture scelte dai Comuni – ha spiegato Perra – a cui è seguito il 25 maggio 2016 il bando e nel gennaio 2017  la graduatoria che ha visto Firenze fra le prime delle escluse”. Nella legge di bilancio successiva, quella del 2017, il Governo ha stanziato altri 800 milioni e nel corso del 2017 altri 96 Comuni, fra cui Firenze, hanno visto i loro progetti finanziati. “Il 18 dicembre 2017 – ha detto sempre in aula l’assessore Perra – sono state firmate quindi le convenzioni che sono diventate efficaci con la registrazione alla Corte dei Conti nel marzo 2018. Il Comune di Firenze con il piano chiamato “La città diffusa” ha presentato un progetto da 17 milioni e 887 mila euro cofinanziato con 43 milioni di risorse proprie del Comune. Un totale di 14 progetti di cui 15,58 milioni in fase di progettazione esecutiva, 2,3 milioni in fase di progettazione definitiva; 6,8 milioni aggiudicati definitivamente e 8,1 milioni aggiudicati e in fase di controllo, ovvero un totale di 14,8 milioni già identificati nel soggetto che li eseguirà e 2,3 milioni con le procedure in corso”. 17,6 milioni impegnati nel 2018 su 17,8 milioni già finanziati. Di cui 7,1 milioni destinati all’edilizia residenziale pubblica, 6,1 milioni destinati a strade e marciapiedi, 700mila euro per le aree giochi, 1,8 milioni per il verde pubblico dei quartieri 2, 3, 4 e 5 , un milione per l’illuminazione e 700mila euro per la videosorveglianza delle zone non centrali. “Adesso il governo nel decreto mille proroghe – ha proseguito Perra – propone di differire al 2020 l’efficacia delle 96 convenzioni che riguardano 87 Comuni e 9 città metropolitane: un miliardo e 100 milioni differiti di due anni e mezzo per un  totale di 1625 interventi che riguardano 19,8 milioni di cittadini, un terzo degli italiani, per 2,7 miliardi di lavori complessivi”. L’assessore ha poi spiegato davanti al Consiglio Comunale che questo differimento è stato motivato dal Governo “per una pronuncia della Corte Costituzionale, la n.74/2017 pubblicata il 18 aprile 2018”. “In realtà – ha spiegato Perra – la Corte individua una illegittimità parziale e ne indica la sanabilità in una previsione dell’intesa con gli enti territoriali richiesta subito dalla Conferenza Stato Regione ma non accettata dal Governo. L’11 settembre scorso l’Anci ha incontrato il presidente del Consiglio che ha detto di non poter abrogare il differimento dei fondi al 2020 perché è nel Milleproroghe e che la modifica va nel decreto sicurezza”. “Perché?” chiede ancora Perra, che ha continuato: “gli interventi finanziati sono sacrosanti ma il Governo butta tutto nel cestino: non stanno a cuore le periferie, le aree degradate e disagiate? E’ legittimo, sebbene l’articolo 12 della convenzione sottoscritta non preveda la sospensione o la revoca dei finanziamenti per una ‘posizione politica’. Quello che non è legittimo è che si mini la fiducia fra le istituzioni su cui si regge un ordinamento democratico. Faremo tutto quello che c’è da fare, compresa l’azione legale perché questa posizione viola i principi di leale e reciproca collaborazione fra soggetti costitutivi la Repubblica e dei principi di equiordinazione sanciti dall’articolo 114 della Costituzione, nonché lesivo degli articoli 5 e 119 della Costituzione. Si agirà nell’immediato al Tar – ha concluso Perra – chiedendo l’esecuzione della convenzione. Il ricorso davanti alla Corte Costituzionale sarà richiesto oltre che in via incidentale, anche in via principale attraverso il Cal (Consiglio delle autonomie locali) chiedendo al presidente di Regione di sollevare la questione di illegittimità costituzionale”. (sp)

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