Dehors, via al nuovo piano per gli spazi di ristoro all’aperto

Durerà cinque anni. Freno a nuove strutture, concessioni più lunghe e alleggerimento in alcune piazze. Cosap graduata in base alla tipologia. L’assessore Del Re: “Equilibrio tra decoro, socialità e lavoro”

Freno a nuovi dehors in centro, concessioni di suolo pubblico più lunghe e ‘alleggerimento’ delle tipologie previste in determinate piazze della città. Ma anche gradualità di pagamento Cosap a seconda della tipologia di occupazione. Sono alcune delle misure contenute nel nuovo ‘pacchetto dehors’, che comprende il regolamento per le occupazioni di suolo pubblico per ristoro all’aperto e il protocollo di intesa sottoscritto con la Soprintendenza. In più, viene inserita nel regolamento Cosap una gradualità di pagamento a seconda della tipologia di dehor. Il pacchetto (varato in prossimità della scadenza del protocollo e di tutte le concessioni esistenti prevista per il prossimo 14 marzo 2018), ha avuto oggi il via libera della giunta di Palazzo Vecchio su proposta dell’assessore allo Sviluppo economico Cecilia Del Re. Il nuovo regolamento disciplina le occupazioni di spazi e aree pubbliche per ristoro all'aperto, i limiti di superficie e le condizioni di utilizzo dei dehors. Le tipologie di dehors ammissibili nelle diverse vie e piazze della città sono definite invece sulla base del protocollo sottoscritto con la Soprintendenza, anch’esso approvato nella seduta di oggi.

Nel dettaglio, i dehors non potranno superare il tetto complessivo di 14mila metri quadri in area Unesco e 6mila fuori dall’area Unesco, mentre la durata delle concessioni si allungherà passando da tre a cinque anni.

“L’allungamento della durata delle concessioni è un risultato importante – ha detto l’assessore Del Re – perché consente di dare maggiori prospettive agli esercenti che sapranno di poter ‘contare’ sui propri dehors per altri cinque anni. Un periodo pari a quello del protocollo sottoscritto con la Soprintendenza. D’altra parte – ha proseguito l’assessore - siamo rimasti fermi sul limite massimo di 14mila mq di suolo pubblico concedibile in area Unesco, già quasi raggiunto. Non crescseranno quindi più le occupazioni per dehors nel centro storico, dove del resto sono già state bloccate le nuove aperture di attività di somministrazione. Nelle nuove assegnazioni avrà priorità chi è già titolare di una concessione. Nel complesso – ha concluso l’assessore Del Re – abbiamo lavorato per mantenere un equilibrio tra due aspetti: da un lato il decoro della città, mettendo uno stop alla proliferazione dei dehors e definendo le tipologie più adatte; dall’altro, per tutelare il valore di queste strutture, non solo dal punto di vista economico e della creazione di posti di lavoro, ma anche come luoghi di socialità e presidi per strade e piazze”. 

Per quanto riguarda le tipologie, il piano è stato ‘alleggerito’ con l’eliminazione da alcuni luoghi della tipologia più impattante (la D), cioè quella composta da pedana e ringhiera con struttura chiusa su più lati e copertura stabile. Tale tipologia è rimasta ammissibile in cinque aree: piazza della Repubblica; piazza del Mercato Centrale, interessata recentemente da un progetto unitario; piazza Strozzi; piazza Beccaria e vicolo dell'Oro. Alcune limitazioni anche per le tipologie C (pedana e ringhiera con copertura stabile aperta su tre lati) e B (pedana e ringhiera senza copertura stabile, solo ombrellone aperta su tutti i lati). In piazza Duomo e piazza San Giovanni ammessa solo la tipologia A (senza pedana e senza ringhiera), che viene prevista anche in altri luoghi come piazza Santo Spirito, piazza Santissima Annunziata, piazza San Firenze, piazza della Passera, piazza dell’Unità, piazza Santa Felicita, piazza Madonna degli Aldobrandini, Canto dei Nelli e via Martelli.

“Una scelta – ha spiegato l’assessore Del Re – motivata dal cambiamento delle condizioni di occupazione del suolo pubblico rispetto al 2011, quando il piano fu negoziato per la prima volta con la Soprintendenza: all’epoca i metri quadri occupati dai dehors erano 3mila, oggi siamo a 13.800. Un’occupazione divenuta impattante rispetto al tessuto urbano e al patrimonio culturale, che è andata di pari passo con l'aumento delle aperture di bar e ristoranti a seguito della liberalizzazione del 2012. Oggi la scelta è stata quindi quella di optare per tipologie con strutture meno ingombranti e permanenti. Allo stesso tempo – ha proseguito Del Re - abbiamo inserito nel regolamento Cosap una gradualità di pagamento a seconda della tipologia di dehor, in particolare per differenziare le strutture chiuse sui tre lati rispetto alla mera occupazione con tavoli e sedie che la sera vengono riposte lasciando libero il suolo pubblico”.

Tra le novità, la possibilità di inserire all'interno dei dehors addobbi floreali (che potranno essere autorizzati su richiesta); la riduzione della possibilità di tavoli e sedie sui marciapiedi; l’introduzione del riscaldamento a pavimento per evitare l’effetto lampade arancioni; la possibilità invece di installare corpi rinfrescanti.

Riequilibrata anche la disciplina delle sanzioni: con il precedente regolamento pagava di più chi aveva la concessione ma ‘sgarrava’ per un fiore o una sedia in più rispetto a chi era totalmente abusivo. D’ora in poi, per i titolari dei dehors regolarmente autorizzati che commettono infrazioni è prevista una sanzione pecuniaria (viene eliminata la sanzione della sospensione di sette giorni dall’uso del dehor) e, dopo la seconda sanzione nell'anno solare, la decadenza dalla concessione. Mentre per gli abusivi è prevista una sanzione pecuniaria elevata al massimo (500 euro) e la possibilità di chiusura dell'attività per un periodo non inferiore a cinque giorni. (sc)

 

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