Nuovo Piano operativo, accordo per tutelare i beni archeologici e ridurre i rallentamenti dei cantieri in caso di ritrovamenti

Via libera all’intesa presentata dall’assessore Del Re con Sovrintendenza e Università di Firenze - Sagas

Tutelare e valorizzare i beni archeologici presenti nel territorio del Comune di Firenze, ma anche prevedere e gestire possibili interferenze tra i lavori di scavi pubblici o privati e i beni d’interesse archeologico, in modo da limitare la sospensione dei lavori o il rallentamento delle attività di cantiere. 

È l’obiettivo dell’accordo tra Comune di Firenze, Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio Firenze Prato e Pistoia e Dipartimento di Storia, archeologia, geografia, arte e spettacolo (Sagas) dell’Università di Firenze che ha avuto oggi il via libera della giunta di Palazzo Vecchio su proposta dell’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re. Obiettivo individuare strategie comuni nell’ambito dei nuovi strumenti urbanistici in via di definizione. 

“Vogliamo aggiornare e implementare il quadro conoscitivo dei nuovi strumenti urbanistico - ha detto l’assessore Del Re - definendo anche un più efficace modello per la tutela e gestione delle risorse archeologiche, a partire da ricerche di rigore scientifico in grado di fornire un supporto di analisi, metodo e intervento. L’accordo approvato oggi va in questa direzione perché getta le basi per elaborare, all’interno del Piano strutturale 2020, un livello conoscitivo più efficace delle risorse archeologiche, aggiornando i piani del 2007, 2010 e 2014. Abbiamo poi contestualmente lavorato con la Soprintendenza per prevedere e gestire possibili interferenze tra i lavori di scavi e i beni archeologici, limitando così il più possibile la sospensione o il rallentamento dei cantieri che possono comportare tempi più lunghi e costi maggiori, come avvenuto anche nel recente passato”. 

In vista dell’elaborazione dei nuovi strumenti  urbanistici, l’Amministrazione si propone quindi di normalizzare, implementare e aggiornare le informazioni di carattere archeologico con i nuovi dati disponibili, ma anche di revisionarne il posizionamento in un’ottica di massima efficacia, in modo da realizzare un ‘censimento’ per la tutela preventiva del patrimonio archeologico. Il tutto anche con l’obiettivo di prevedere e gestire possibili interferenze tra i lavori di scavi pubblici o privati e i beni d’interesse archeologico, in modo da limitare la sospensione dei lavori o il rallentamento delle attività di cantiere con aumento di oneri, danni economici e tempo per gli operatori. Per raggiungere tale scopo potranno essere individuate diverse modalità d’intervento (controlli in corso d’opera, sondaggi e scavi eseguiti da archeologi specializzati) nelle aree di interesse archeologico, secondo una gradazione di attenzione da indicare nelle Norme tecniche di attuazione del Piano strutturale. (sc)

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