Mimma Dardano: “Un impegno al mondo politico: ratificare il Trattato sulla Proibizione delle Armi Nucleari”

La capogruppo lista Nardella: “La presenza di tali ordigni sul territorio italiano è in contrasto anche con il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, al quale l’Italia ha aderito nel 1975 impegnandosi a «non ricevere da chicchessia armi nucleari né il controllo su tali armi, direttamente o indirettamente»”

 

 

 

Di seguito l’intervento della capogruppo lista Nardella Mimma Dardano.

“Nell’agosto di 75 anni fa due bombe atomiche, sganciate su Hiroshima e Nagasaki, causarono oltre 200mila vittime, radendo al suolo le due città. Altre decine di migliaia di persone morirono nei mesi successivi, altre ancora subirono danni permanenti. Da allora le armi di distruzione di massa sono diventate sempre più efficaci ed efficienti, con potenzialità distruttive molto superiori a quelle messe in mostra in Giappone. La storia in questo caso non è stata certo maestra di vita e l’uomo, nonostante gli orrori di 75 anni fa, invece di eliminare tali tipi di armamenti li ha resi ancora più potenti. Ora le armi nucleari stoccate in varie parti del mondo sono in grado di distruggere più volte l’intero pianeta. Oggi nel mondo vi sono circa 14mila testate nucleari e nuove armi ancora più devastanti sono in fase di sviluppo. Gli Stati dotati di ordigni atomici stanno anche realizzando nuovi vettori e altri strumenti che rendano più facile il loro utilizzo. Si è così creato un equilibrio del terrore, sottile però come un filo che rischia di spezzarsi ogni giorno. Permane inoltre il problema delle conseguenze sull’ambiente dei test di questi micidiali strumenti di distruzione e di morte, mentre crescono pure i rischi legati a un errore o a un incidente di ogni tipo, anche di natura terroristica. A tali programmi militari sono destinate enormi risorse finanziarie che in questo modo vengono sottratte al loro uso per l’istruzione, per la sanità, per l’ambiente, per lo sviluppo dei popoli più poveri. Lo spreco di denaro negli armamenti risulta oggi ancora più scandaloso alla luce della pandemia che sta mettendo in ginocchio il mondo. Molti Paesi, infatti, si ritrovano con strutture sanitarie e assistenziali inadeguate ad affrontare questa pandemia. Dirottare le spese militari verso la lotta contro il Covid 19 sarebbe quanto mai urgente e auspicabile. La presenza di tali ordigni sul territorio italiano è in contrasto anche con il Trattato di non-proliferazione delle armi nucleari, al quale l’Italia ha aderito nel 1975 impegnandosi a «non ricevere da chicchessia armi nucleari né il controllo su tali armi, direttamente o indirettamente». Ho aderito convintamente alla campagna ‘Italia ripensaci’, che ha registrato una forte mobilitazione affinché il nostro Paese appunto ‘ripensi’ la propria posizione e ratifichi il Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari. La richiesta al mondo politico locale e nazionale è di attivarsi affinché: il nostro Paese ratifichi il Trattato Onu di proibizione delle Armi Nucleari; dal territorio del nostro Paese siano eliminate tutte le armi nucleari che vi sono stanziate; siano sospesi i lavori di ampliamento della base di Ghedi”.

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